Chiesa di Santa Margherita a Cancelli (Borgo antico di Cancelli)

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Santa Margherita a Cancelli fu costruita, come piccolo oratorio, nel XIII secolo e sostituì lentamente la chiesa di Santa Lucia del castello di Fondoli che stava perdendo, con il venire meno dell’insediamento fortificato, la sua importanza accentratrice.
Esisteva già nel 1260, quando è ricordata con il suo popolo nel Libro di Montaperti; contribuì insieme con Santa Lucia all’approvvigionamento di grano di Montalcino per sette staia. Lo stesso documento ci informa che il prete Boninsegna, custode della chiesa, era anche il primo cappellano di Cascia. Si pensa che a questo periodo risalga l’affermazione di Santa Margherita a Cancelli a scapito della chiesa di Fondoli. E’ ricordata nelle Decime del 1274-75 e del 1301-3.
Nel 1330 era patronato dei Bardi, per concessione del vescovo Tedice Aliotti, e nel 1343 il popolo di Santa Margherita era il più numeroso del piviere (Fiumi).
Trasformata e abbellita fra XV e XVIII secolo, il 1 aprile 1700 fu elevata a prioria da mons. Filippo Neri Altoviti. Nel 1394 si ha notizia della fondazione della Compagnia della Vergine Maria di cui è raffigurazione nell’affresco della Crocifissione del XVI secolo raffigurante tre penitenti incappucciati nelle loro vesti bianche. Nel 1564 era sotto il titolo della Concezione e non aveva sede propria. Al 1476 risale invece la compagnia del SS. Sacramento (o del Corpus Domini) della quale si conservano i Capitoli del 1476, 1534 approvati dal vescovo di Fiesole, mons. Pietro Camaini, nel 1564 (Archivio Parrocchiale). Da una visita pastorale del 1629 risulta che questa avesse una sede propria: la cappella in angolo all’ingresso della chiesa. Nel 1785 fu soppressa ed i suoi beni passarono alla parrocchia; dieci anni più tardi rinasceva non più in forma autonoma, ma sottoposta alla legislazione civile: Capitoli approvati da mons. Ranieri Mancini nel 1796, previo nulla osta granducale del 1792. Nel 1972, dopo un crollo pauroso, è stato completato il restauro della chiesa che ora appare nella sua bellezza semplice e decorosa e nelle sue linee severe che conservano i ricordi principali, le opere artistiche e la documentazione del primitivo impianto romanico.
Il complesso architettonico è costituito da due corpi di fabbrica: la chiesa, ad unica navata con due piccole cappelle, e la cappella della Compagnia, detta sala della ‘Tinaia’, a questa appoggiata sul lato destro. Il campanile fu costruito, per volontà del popolo, all’inizio del nostro secolo. La chiesa, edificata tra XII e XIII secolo, ha subito nel tempo varie trasformazioni. La più consistente di tutte è stata senz’altro quella operata da don Guido Torricelli che alzò i muri perimetrali inglobando la cappella laterale in un’unica facciata e modificò quest’ultima secondo gli schemi di primo Novecento. L’ultimo restauro ha riportato le due strutture alle dimensioni originarie: facciata con tetto a doppio spiovente e cappella laterale più bassa. Nel XV secolo le pareti interne furono coperte da affreschi, alcuni recentemente riscoperti; nel 1516 si restaurò l’oratorio della Compagnia e si abbellì la stessa con gli affreschi, ancor oggi visibili, da alcuni attribuiti ad Andrea del Sarto. La struttura della chiesa ebbe nei secoli XVII e XVIII varie trasformazioni: impiantito di mezzane, soffitto a cavalletti, altare preceduto da tre gradini lignei tinti a formelle, ciborio di legno dorato a baldacchino.
Sopra la porta di sinistra si trova un affresco con una rappresentazione del tardo Trecento raffigurante la Madonna col Bambino tra S. Antonio Abate e S. Luigi; l’opera, recentemente riscoperta, è stata attribuita da Morozzi e Procacci a Paolo Schiavo o al Maestro di Fucecchio. La figura della Vergine è posta al centro su di un trono visto di prospetto e appare leggermente inclinata sul lato destro a sorreggere il Bambino.
Il secondo gruppo d’opere d’interesse artistico si trova nella ‘Compagnia’; la Crocifissione (1516), di fattura rinascimentale è caratterizzata da immagini in primo piano, a destra la Madonna e la Maddalena in scorcio prospettico, a sinistra San Giovanni e tre flagellanti incappucciati nelle loro vesti bianche. Al centro il Cristo colto nell’abbandono alla morte e due figure angeliche, secondo un’antica tradizione, raccolgono il sangue divino. La scena fu completata con l’aggiunta di figure laterali: San Michele, San Giuliano, Sant’Antonio e San Jacopo. Tutta l’opera è stata attribuita alla Scuola d’Andrea del Sarto.
Nella cappella di sinistra, l’altare della Madonna, si trova un quadro della Vergine tra santi dipinto da Pietro Sante Bambocci (XVII sec.). L’ovale al centro del dipinto è stato trasformato dallo stesso autore su un precedente lavoro del XIV secolo, attribuito dall’arch. Polesello all’iconografia dei pregiotteschi. Nei secoli passati questo quadro rimaneva per lo più coperto da un drappo di velluto e scoperto solamente per ricevere grazie.
Nella cappella di destra si conserva un antico organo del 1697.
Degni di menzione la bellissima croce astile in ottone della Compagnia della Vergine del 1625 e la campana maggiore realizzata nel 1287.

Fonte:
www.tuscany.name/CORNUCOPIA/popoli/pcancell.htm
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