Monastero e Basilica di San Marco - Museo di San Marco (Comune di Firenze)
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Chiesa, museo, monastero
Il complesso in cui ha sede il Museo (aperto al pubblico dal 1869) è l`antico convento dei domenicani restaurato e ingrandito nelle attuali dimensioni per volontà di Cosimo il Vecchio de` Medici dall`architetto Michelozzo (1396-14729 ::: www.florenceholidays.com/vacanza-firenze-musei-museo-sa...
L'attuale convento sorse nel luogo dove fin dal XII secolo si trovava un monastero vallombrosano, passato poi ai Silvestrini. Nel 1418 questi ultimi furono costretti ad abbandonarlo e il convento fu affidato nel 1435 ai Domenicani osservanti. Nel 1437 Cosimo il Vecchio, su suggerimento di Antonino Pierozzi, allora vicario generale di quest'ordine, decise di avviare la ristrutturazione di tutto il complesso. I lavori furono affidati a Michelozzo, mentre della decorazione parietale si occupò, fra il 1439 e il 1444, il Beato Angelico insieme ai suoi collaboratori, fra i quali Benozzo Gozzoli. La chiesa venne consacrata nel 1443, alla presenza di papa Eugenio IV. L'antica struttura trecentesca fu modificata da Michelozzo; ulteriori trasformazioni furono effettuate nella seconda metà del Cinquecento dal Giambologna e nel 1678 da Pier Francesco Silvani. L'interno ad unica navata presenta il soffitto intagliato e dorato. Gli altari disegnati dal Giambologna nel 1580 sono ornati da tavole cinquecentesche e seicentesche. Fra le più interessanti una Madonna e santi di Fra Bartolomeo (1509) e San Tommaso in preghiera davanti al Crocifisso, firmato da Santi di Tito nel 1593. Nella sagrestia si trova il primo sepolcro di Sant'Antonino Pierozzi, arcivescovo di Firenze dal 1446, con la figura del santo in bronzo. Le sue spoglie furono poi traslate in chiesa sotto l'altare della cappella Salviati a lui dedicata, che fu realizzata dal Giambologna ed affrescata con la Traslazione e Ricognizione del Santo dal Passignano, dopo il 1589. La cappella decorata in marmi e bronzi presenta dipinti di Alessandro Allori, di Giovanni Battista Naldini e del Poppi, mentre la cupola è opera di Bernardino Poccetti. A quest'ultimo si devono anche gli affreschi della cappella del Sacramento, decorata da tele di Santi di Tito, del Passignano, dell'Empoli e di Francesco Curradi. All'altare maggiore è un Crocifisso dipinto dal Beato Angelico tra il 1425 e il 1428. Furono sepolti in San Marco Giovanni Pico della Mirandola (1494) e il poeta Agnolo Poliziano (1484). In questo convento vissero ed operarono molti fra i più importanti rappresentanti della spiritualità e della cultura quattrocentesca: Cosimo il Vecchio, Sant'Antonino, il Beato Angelico e fra Girolamo Savonarola, che predicò contro la decadenza dei costumi, finendo impiccato ed arso in piazza della Signoria. Il Beato Angelico decorò le celle al primo piano e i diversi ambienti del convento con pitture cariche di profondi significati ascetici e devozionali, iniziando dal chiostro detto di Sant'Antonino, costruito da Michelozzo prima del 1440, dove dipinse sopra ciascuna porta una lunetta ad affresco. Le lunette del chiostro furono invece affrescate fra la fine del Cinquecento e i primi del Seicento da Bernardino Poccetti e da altri artisti con scene illustranti la Vita e i miracoli di Sant'Antonino. Dal chiostro si accede agli ambienti che costituiscono il complesso museale di San Marco. La sala dell'Ospizio, dove in origine venivano accolti i pellegrini, è dedicata al Beato Angelico e raccoglie molti dei suoi più importanti dipinti su tavola, come la Deposizione eseguita per Palla Strozzi, la pala di San Marco, commissionata dai Medici nel 1440, e il tabernacolo dei Linaioli eseguito nel 1433-1434 in collaborazione con Lorenzo Ghiberti. Anche la Sala Capitolare fu affrescata dal frate pittore con la complessa e allegorica Crocifissione, terminata nel 1442. Negli altri vani del museo al piano terreno, fra i quali il Lavabo ed i due Refettori, si raccolgono opere dei maggiori artisti del Quattrocento e del Cinquecento fiorentino: Domenico Ghirlandaio, Alesso Baldovinetti, Giovanni Antonio Sogliani e fra Bartolomeo. Il secondo Refettorio raccoglie opere della cosiddetta scuola di San Marco, cioè degli allievi di fra Bartolomeo. Nella Foresteria sono raccolti numerosi resti lapidei provenienti dalle demolizioni ottocentesche del centro di Firenze e del ghetto. Fa parte del Museo anche l'antica Biblioteca costruita al primo piano da Michelozzo per volere di Cosimo de' Medici, che custodisce una cospicua quantità di preziosi codici miniati. La Biblioteca conventuale è specializzata nella raccolta di opere di teologia e filosofia e comprende parte delle biblioteca di Giorgio La Pira. Presso il convento ha sede anche la raccolta di spiritualità Arrigo Levasti, fondata nel 1973 col lascito del grande studioso cattolico.
Fonte: I Luoghi della Fede - Regione Toscana
Sito Web: web.rete.toscana.it/Fede/ricerca.jsp?lingua=italiano
it.wikipedia.org/wiki/Museo_nazionale_di_San_Marco
www.uffizi.firenze.it/musei/sanmarco/
L'ingresso del Monastero di S.Marco è in Via Cavour 56, insieme alla Parrocchia.
L'attuale convento sorse nel luogo dove fin dal XII secolo si trovava un monastero vallombrosano, passato poi ai Silvestrini. Nel 1418 questi ultimi furono costretti ad abbandonarlo e il convento fu affidato nel 1435 ai Domenicani osservanti. Nel 1437 Cosimo il Vecchio, su suggerimento di Antonino Pierozzi, allora vicario generale di quest'ordine, decise di avviare la ristrutturazione di tutto il complesso. I lavori furono affidati a Michelozzo, mentre della decorazione parietale si occupò, fra il 1439 e il 1444, il Beato Angelico insieme ai suoi collaboratori, fra i quali Benozzo Gozzoli. La chiesa venne consacrata nel 1443, alla presenza di papa Eugenio IV. L'antica struttura trecentesca fu modificata da Michelozzo; ulteriori trasformazioni furono effettuate nella seconda metà del Cinquecento dal Giambologna e nel 1678 da Pier Francesco Silvani. L'interno ad unica navata presenta il soffitto intagliato e dorato. Gli altari disegnati dal Giambologna nel 1580 sono ornati da tavole cinquecentesche e seicentesche. Fra le più interessanti una Madonna e santi di Fra Bartolomeo (1509) e San Tommaso in preghiera davanti al Crocifisso, firmato da Santi di Tito nel 1593. Nella sagrestia si trova il primo sepolcro di Sant'Antonino Pierozzi, arcivescovo di Firenze dal 1446, con la figura del santo in bronzo. Le sue spoglie furono poi traslate in chiesa sotto l'altare della cappella Salviati a lui dedicata, che fu realizzata dal Giambologna ed affrescata con la Traslazione e Ricognizione del Santo dal Passignano, dopo il 1589. La cappella decorata in marmi e bronzi presenta dipinti di Alessandro Allori, di Giovanni Battista Naldini e del Poppi, mentre la cupola è opera di Bernardino Poccetti. A quest'ultimo si devono anche gli affreschi della cappella del Sacramento, decorata da tele di Santi di Tito, del Passignano, dell'Empoli e di Francesco Curradi. All'altare maggiore è un Crocifisso dipinto dal Beato Angelico tra il 1425 e il 1428. Furono sepolti in San Marco Giovanni Pico della Mirandola (1494) e il poeta Agnolo Poliziano (1484). In questo convento vissero ed operarono molti fra i più importanti rappresentanti della spiritualità e della cultura quattrocentesca: Cosimo il Vecchio, Sant'Antonino, il Beato Angelico e fra Girolamo Savonarola, che predicò contro la decadenza dei costumi, finendo impiccato ed arso in piazza della Signoria. Il Beato Angelico decorò le celle al primo piano e i diversi ambienti del convento con pitture cariche di profondi significati ascetici e devozionali, iniziando dal chiostro detto di Sant'Antonino, costruito da Michelozzo prima del 1440, dove dipinse sopra ciascuna porta una lunetta ad affresco. Le lunette del chiostro furono invece affrescate fra la fine del Cinquecento e i primi del Seicento da Bernardino Poccetti e da altri artisti con scene illustranti la Vita e i miracoli di Sant'Antonino. Dal chiostro si accede agli ambienti che costituiscono il complesso museale di San Marco. La sala dell'Ospizio, dove in origine venivano accolti i pellegrini, è dedicata al Beato Angelico e raccoglie molti dei suoi più importanti dipinti su tavola, come la Deposizione eseguita per Palla Strozzi, la pala di San Marco, commissionata dai Medici nel 1440, e il tabernacolo dei Linaioli eseguito nel 1433-1434 in collaborazione con Lorenzo Ghiberti. Anche la Sala Capitolare fu affrescata dal frate pittore con la complessa e allegorica Crocifissione, terminata nel 1442. Negli altri vani del museo al piano terreno, fra i quali il Lavabo ed i due Refettori, si raccolgono opere dei maggiori artisti del Quattrocento e del Cinquecento fiorentino: Domenico Ghirlandaio, Alesso Baldovinetti, Giovanni Antonio Sogliani e fra Bartolomeo. Il secondo Refettorio raccoglie opere della cosiddetta scuola di San Marco, cioè degli allievi di fra Bartolomeo. Nella Foresteria sono raccolti numerosi resti lapidei provenienti dalle demolizioni ottocentesche del centro di Firenze e del ghetto. Fa parte del Museo anche l'antica Biblioteca costruita al primo piano da Michelozzo per volere di Cosimo de' Medici, che custodisce una cospicua quantità di preziosi codici miniati. La Biblioteca conventuale è specializzata nella raccolta di opere di teologia e filosofia e comprende parte delle biblioteca di Giorgio La Pira. Presso il convento ha sede anche la raccolta di spiritualità Arrigo Levasti, fondata nel 1973 col lascito del grande studioso cattolico.
Fonte: I Luoghi della Fede - Regione Toscana
Sito Web: web.rete.toscana.it/Fede/ricerca.jsp?lingua=italiano
it.wikipedia.org/wiki/Museo_nazionale_di_San_Marco
www.uffizi.firenze.it/musei/sanmarco/
L'ingresso del Monastero di S.Marco è in Via Cavour 56, insieme alla Parrocchia.
Articolo Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Basilica_di_San_Marco_(Firenze)
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