Basilica di Santa Croce (Comune di Firenze)

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 Chiesa, basilica (en), edificio catalogato, chiesa cattolica

La basilica, che la tradizione assegna ad Arnolfo di Cambio, fu edificata dal 1295, nel luogo dove, attorno al 1210, i primi frati francescani giunti a Firenze avevano eretto un piccolo oratorio. La chiesa è a croce egizia col tetto a capriate lignee; nel pavimento sono ancora presenti numerose lastre tombali antiche. La navata centrale, ampia e luminosa, è scandita dalla successione di pilastri molto distanti fra loro che sostengono archi ogivali. Entrando in questo ambiente grandioso, caratterizzato dallo stile gotico fiorentino, lo sguardo è attratto verso la cappella maggiore con le vetrate dipinte alte e strette che alleggeriscono la parete. Fondamentale integrazione delle chiese francescane erano le «istorie figurate» ad affresco che raccontavano in termini semplici e chiari le storie di Cristo, di San Francesco e dei santi. In Santa Croce si possono ammirare le opere degli artisti del Trecento, primo fra tutti Giotto, che affrescò le cappelle delle famiglie Bardi e Peruzzi (1320-1325), rispettivamente con le Storie di San Francesco e con le Storie dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista. A Giotto seguirono i suoi più stretti seguaci, Taddeo Gaddi, Bernardo Daddi, Maso di Banco, autori degli affreschi delle cappelle Baroncelli, Pulci-Berardi e Bardi di Vernio. Dalla metà del Trecento, Andrea Orcagna, Giovanni da Milano, Niccolò di Pietro Gerini, Agnolo Gaddi completarono la decorazione di tutta la chiesa. A coronamento della decorazione trecentesca, Agnolo Gaddi dipinse per gli Alberti la Cappella Maggiore con le Storie della Vera Croce. La sagrestia, con la splendida cappella Rinuccini, si presenta come un ambiente di particolare suggestione, con le pareti affrescate e gli arredi trecenteschi: tale doveva essere l’aspetto originario dell’intera chiesa, nel XIV secolo interamente ricoperta di pitture. Nel secolo seguente Santa Croce vide ancora importanti opere architettoniche. Nel 1429, Andrea de’ Pazzi commissionò la sala capitolare (la cosiddetta Cappella Pazzi, che venne progettata e iniziata da Filippo Brunelleschi, ma fu portata a termine dopo la sua morte. Struttura architettonica fra le più armoniose del Rinascimento fiorentino, non è ornata da affreschi ma dalle terracotte invetriate di Luca della Robbia. Anche nella cappella del Noviziato, edificata intorno al 1445 da Michelozzo per Cosimo de’ Medici, è presente sull’altar maggiore una pala di Andrea della Robbia (1495 circa) con la Madonna, il Bambino e santi. Di Donatello è il Crocifisso ligneo nella cappella Bardi di Vernio del braccio sinistro del transetto, e l’altorilievo con l’Annunciazione, commissionata dai Cavalcanti nella navata destra (1435 circa). Nel pulpito, fra i più belli delle chiese fiorentine, sono raffigurate in cinque formelle le Storie di San Francesco, eseguite da Benedetto da Maiano (1475 circa). E’ significativo che proprio in Santa Croce venissero sepolti importanti personaggi e vi fosse realizzato il primo monumento rinascimentale in senso compiuto: la tomba di Leonardo Bruni, cancelliere della Repubblica, opera di Bernardo Rossellino (1444). La tomba di Carlo Marsuppini, suo successore, scolpita da Desiderio da Settignano (1455 circa), ne riprende lo schema. I monumenti sepolcrali segnarono la storia dell’edificio. Anche Michelangelo, morto a Roma nel 1564, fu sepolto nel tempio francescano, dove in suo onore venne eretto il monumento, su disegno di Giorgio Vasari, con le allegorie della Scultura, dell’Architettura e della Pittura. Questa tomba fece da modello anche ad altri monumenti successivi, come quello a Galileo Galilei (morto nel 1642), realizzata da Giovanni Battista Foggini nel 1737. In seguito continuò l’erezione dei monumenti funebri, dedicati, fra gli altri, a Niccolò Machiavelli, a Vittorio Alfieri, a Gioachino Rossini, e dei cenotafi, fra cui quello di Dante Alighieri (1829). Nel 1871 giunsero anche le spoglie di Ugo Foscolo, morto in Inghilterra, che nei Sepolcri aveva cantato di Santa Croce proprio quelle «urne dei forti che a egregie cose il forte animo accendono», consegnando alla memoria dei posteri un’immagine ‘laica’ dell’edificio, vero Pantheon delle memorie civiche della storia umana. Nell’Ottocento la chiesa venne rinnovata con il campanile di Gaetano Baccani (1847) e la neogotica facciata in marmi disegnata da Nicola Matas (1853-1863).

Fonte: I Luoghi della Fede - Regione Toscana
Sito Web: web.rete.toscana.it/Fede/ricerca.jsp?lingua=italiano

Sito Web Opera di S.Croce:www.santacroce.firenze.it/
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