Le Gualchiere di Remole
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industrial heritage (en), Palazzo storico, wool primary processing factory (en)
Le gualchiere – o mulini da follare – furono poste in uso per la prima volta in Inghilterra nella metà del secolo XI. La loro meccanica si basava su un grosso cilindro orizzontale, mosso da una ruota ad acqua, sulla quale una fila di denti sfalsati imprimevano un movimento alternato ad una serie di aste incernierate, che in tal modo comprimevano i tessuti di lana all’interno di vasche, provvedendo anche ad un’azione di riscaldamento. La follatura o gualcatura dei panni di lana conferiva a questi ultimi particolari qualità di compattezza, morbidezza, resistenza e impermeabilità.
Le Gualchiere di Remole sono uno dei maggiori esempi di archeologia pre-industriale d'Europa. L’edificio, posto sulla riva sinistra dell’Arno a pochi chilometri a monte di Firenze, era strutturato in modo da sfruttare al massimo la forza motrice generata dalle acque del fiume, usata per trattare i panni di lana.
Con la pescaia di derivazione delle acque fluviali e con il contiguo porto (andato distrutto con l’alluvione del 1966) per l’approdo del traghetto della Nave ai Martelli, l’opificio delle gualchiere si presenta come un complesso fortificato, costituito dal corpo principale col molino, adibito alle lavorazioni industriali, dotato di due torri merlate laterali e da un altro corpo di fabbrica parallelo, con i magazzini e le casette degli operai; il tutto circondato da mura merlate con due porte di accesso abbattute durante l’ultima guerra mondiale.
Si tratta di un complesso che la presenza di due torri, l’assenza di discontinuità nella struttura muraria dell’edificio prospiciente l’Arno, e la successione seriale degli ambienti rende suggestivo ed unico. Da anni si parla di un progetto di musealizzazione, finora nemmeno avviato. Lo stato attuale del complesso è di enorme degrado. Gli ambienti del corpo turrito, anticamente destinati ad accogliere i macchinari, sono completamente in disuso e quasi impraticabili per la presenza di materiale alluvionale ; rimangono utilizzati come abitazioni, il «borgo» e i piani delle torri.
La mancata manutenzione del complesso ha innescato un processo di degradazione che tende ad aumentare in modo esponenziale: ostruzione delle vie di uscita dell’acqua con l’insorgere di vegetazione e accumulo di materiale alluvionale ; fenomeni di infiltrazioni di acqua meteorica; fenomeni di marcescenza delle canalizzazioni di scolo.
Il documento più antico a noi noto sulle Gualchiere di Remole è una carta dei «Pupilli avanti il Principato» del 1425 dalla quale si apprende che in questo anno esisteva «una pila posta nelle Gualchiere di Remole sotto la torre di verso Firenze...» e «5 pile di ghualchiere nella chasa di Remole», di proprietà di alcuni membri della famiglia Albizzi. Nel periodo di appartenenza agli Albizi, cioè fino al 1541, l’edificio ospitava 12 pile da gualchiera,e due mulini a ritrecine di cui uno a due palmenti. Con il passaggio di proprietà all’arte della Lana nel 1541 il numero delle pile rimase invariato. Nel 1610 vi fu invece un cambiamento per cui alcuni mulini furono cambiati in sede di gualchiere. Alle 12 pile esistenti ne furono aggiunte 7 tutte attive e dislocate in tutti gli ambienti ad eccezione di un vano occupato ancora da un mulino. Nel 1708 l’Arte della Lana sostituì le 19 pile da gualchiera con tre pile all’ olandese, apparati molto sofisticati e migliori dal punto di vista tecnico, capaci di garantire risultati qualitativamente ottimi. Dopo il 1770, anno in cui il Granduca Pietro Leopoldo aboliva le corporazioni e istituiva la Camera di Commercio, per le Gualchiere di Remole si presentano tempi non felici e alterne vicende: venne dato un nuovo impulso all’attività di gualcatura, fu collocata un’altra macchina che avrebbe dovuto rivoluzionare l’economia delle gualchiere e che invece, non portando i risultati richiesti, fu demolita. Dal 1851 molti locali all’interno del complesso vennero modificati ; decaduta infatti l’industria laniera fiorentina gli stabilimenti di Remole furono adattati per ospitare una gran quantità di mulini a ritrecine con delle trasformazioni strutturali come la sostituzione, con delle volte a botte in mattoni pieni, degli impalcati negli ambienti del piano dei ritrecini. Nel 1863, accanto alle due gualchiere all’olandese, erano presenti 13 mulini, installati per soddisfare le accresciute esigenze alimentari di Firenze divenuta capitale d’Italia.
Nel 1914, anno in cui una gualchiera venne demolita per dar luogo ad un colorificio, tutto il complesso fu acquisito dal Comune di Firenze che prevedeva di utilizzarlo per produrre energia elettrica, ma poiché questo piano non ebbe seguito, continuarono a funzionare i mulini.
Nel 1944 i Tedeschi distrussero le porte e alcune porzioni del fabbricato; nel 1950 vi fu stanzionata una draga e nel 1966 l’alluvione distrusse un piccolo edificio adiacente alla torre est e il traghetto con il suo approdo. Nel 1980 terminò del tutto anche l’attività di macinatura.
Sulle origini del complesso delle Gualchiere di Remole sono state avanzate due tesi diverse : per la prima all’origine del sito sarebbe un castello medievale esistente già nel X secolo (Repetti); per la seconda l’intero complesso sarebbe il risultato di un intervento realizzato ex novo nel XIV secolo (Salvini), a compimento dell’Opus Novarum Gualcherarum e in osservanza dei divieti imposti dagli Statuti del Comune di Firenze del 1355 che vietarono, dopo l’alluvione del 1333 che paralizzò la città e distrusse molti opifici, la costruzione sull’Arno di Gualchiere e pescaie e di mulini per 4000 braccia ad Ovest del Ponte alla Carraia e per 2000 braccia ad Est del Ponte alle Grazie. Da un’inchiesta fiscale condotta dai Capitani di parte Guelfa risulta che nel 1425 gli stabilimenti atti alla sodatura dei panni di lana nel territorio fiorentino, erano quattro e tutti di proprietà degli Albizi: Remole, Rovezzano, Quintole, Girone. Degli ultimi tre si sa che furono convertiti da precedenti mulini in gualchiere ma non si può affermare la stessa cosa per lo stabilimento di Remole.
Forse, in origine, in luogo delle Gualchiere di Remole, è possibile che fosse esistita una struttura fortificata, forse una fattoria con un recinto murario poi convertita in edificio industriale, con la realizzazione della pescaia, della foderaia e delle gore.
Fonte:
Verdi Terre di Toscana
www.verditerre.org/verde/6/4ripoliremole.html
Le Gualchiere di Remole sono uno dei maggiori esempi di archeologia pre-industriale d'Europa. L’edificio, posto sulla riva sinistra dell’Arno a pochi chilometri a monte di Firenze, era strutturato in modo da sfruttare al massimo la forza motrice generata dalle acque del fiume, usata per trattare i panni di lana.
Con la pescaia di derivazione delle acque fluviali e con il contiguo porto (andato distrutto con l’alluvione del 1966) per l’approdo del traghetto della Nave ai Martelli, l’opificio delle gualchiere si presenta come un complesso fortificato, costituito dal corpo principale col molino, adibito alle lavorazioni industriali, dotato di due torri merlate laterali e da un altro corpo di fabbrica parallelo, con i magazzini e le casette degli operai; il tutto circondato da mura merlate con due porte di accesso abbattute durante l’ultima guerra mondiale.
Si tratta di un complesso che la presenza di due torri, l’assenza di discontinuità nella struttura muraria dell’edificio prospiciente l’Arno, e la successione seriale degli ambienti rende suggestivo ed unico. Da anni si parla di un progetto di musealizzazione, finora nemmeno avviato. Lo stato attuale del complesso è di enorme degrado. Gli ambienti del corpo turrito, anticamente destinati ad accogliere i macchinari, sono completamente in disuso e quasi impraticabili per la presenza di materiale alluvionale ; rimangono utilizzati come abitazioni, il «borgo» e i piani delle torri.
La mancata manutenzione del complesso ha innescato un processo di degradazione che tende ad aumentare in modo esponenziale: ostruzione delle vie di uscita dell’acqua con l’insorgere di vegetazione e accumulo di materiale alluvionale ; fenomeni di infiltrazioni di acqua meteorica; fenomeni di marcescenza delle canalizzazioni di scolo.
Il documento più antico a noi noto sulle Gualchiere di Remole è una carta dei «Pupilli avanti il Principato» del 1425 dalla quale si apprende che in questo anno esisteva «una pila posta nelle Gualchiere di Remole sotto la torre di verso Firenze...» e «5 pile di ghualchiere nella chasa di Remole», di proprietà di alcuni membri della famiglia Albizzi. Nel periodo di appartenenza agli Albizi, cioè fino al 1541, l’edificio ospitava 12 pile da gualchiera,e due mulini a ritrecine di cui uno a due palmenti. Con il passaggio di proprietà all’arte della Lana nel 1541 il numero delle pile rimase invariato. Nel 1610 vi fu invece un cambiamento per cui alcuni mulini furono cambiati in sede di gualchiere. Alle 12 pile esistenti ne furono aggiunte 7 tutte attive e dislocate in tutti gli ambienti ad eccezione di un vano occupato ancora da un mulino. Nel 1708 l’Arte della Lana sostituì le 19 pile da gualchiera con tre pile all’ olandese, apparati molto sofisticati e migliori dal punto di vista tecnico, capaci di garantire risultati qualitativamente ottimi. Dopo il 1770, anno in cui il Granduca Pietro Leopoldo aboliva le corporazioni e istituiva la Camera di Commercio, per le Gualchiere di Remole si presentano tempi non felici e alterne vicende: venne dato un nuovo impulso all’attività di gualcatura, fu collocata un’altra macchina che avrebbe dovuto rivoluzionare l’economia delle gualchiere e che invece, non portando i risultati richiesti, fu demolita. Dal 1851 molti locali all’interno del complesso vennero modificati ; decaduta infatti l’industria laniera fiorentina gli stabilimenti di Remole furono adattati per ospitare una gran quantità di mulini a ritrecine con delle trasformazioni strutturali come la sostituzione, con delle volte a botte in mattoni pieni, degli impalcati negli ambienti del piano dei ritrecini. Nel 1863, accanto alle due gualchiere all’olandese, erano presenti 13 mulini, installati per soddisfare le accresciute esigenze alimentari di Firenze divenuta capitale d’Italia.
Nel 1914, anno in cui una gualchiera venne demolita per dar luogo ad un colorificio, tutto il complesso fu acquisito dal Comune di Firenze che prevedeva di utilizzarlo per produrre energia elettrica, ma poiché questo piano non ebbe seguito, continuarono a funzionare i mulini.
Nel 1944 i Tedeschi distrussero le porte e alcune porzioni del fabbricato; nel 1950 vi fu stanzionata una draga e nel 1966 l’alluvione distrusse un piccolo edificio adiacente alla torre est e il traghetto con il suo approdo. Nel 1980 terminò del tutto anche l’attività di macinatura.
Sulle origini del complesso delle Gualchiere di Remole sono state avanzate due tesi diverse : per la prima all’origine del sito sarebbe un castello medievale esistente già nel X secolo (Repetti); per la seconda l’intero complesso sarebbe il risultato di un intervento realizzato ex novo nel XIV secolo (Salvini), a compimento dell’Opus Novarum Gualcherarum e in osservanza dei divieti imposti dagli Statuti del Comune di Firenze del 1355 che vietarono, dopo l’alluvione del 1333 che paralizzò la città e distrusse molti opifici, la costruzione sull’Arno di Gualchiere e pescaie e di mulini per 4000 braccia ad Ovest del Ponte alla Carraia e per 2000 braccia ad Est del Ponte alle Grazie. Da un’inchiesta fiscale condotta dai Capitani di parte Guelfa risulta che nel 1425 gli stabilimenti atti alla sodatura dei panni di lana nel territorio fiorentino, erano quattro e tutti di proprietà degli Albizi: Remole, Rovezzano, Quintole, Girone. Degli ultimi tre si sa che furono convertiti da precedenti mulini in gualchiere ma non si può affermare la stessa cosa per lo stabilimento di Remole.
Forse, in origine, in luogo delle Gualchiere di Remole, è possibile che fosse esistita una struttura fortificata, forse una fattoria con un recinto murario poi convertita in edificio industriale, con la realizzazione della pescaia, della foderaia e delle gore.
Fonte:
Verdi Terre di Toscana
www.verditerre.org/verde/6/4ripoliremole.html
Nearby cities:
Coordinate: 43°47'17"N 11°23'3"E
- Fornace Albizi 0.7 km
- Campo sportivo 1.2 km
- Villa Le Falle - Rangoni 1.4 km
- Villa le Sorgenti 1.6 km
- Villa Martelli di Gricigliano 1.7 km
- Villa Tornaquinci 2.3 km
- Monteloro 3.6 km
- Villa Castello di Torre a Decima 3.7 km
- Comune di Fièsole 5.5 km
- Comune di Bagno a Ripoli 7.5 km