La Miniera di Pereta

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Gran parte dei giacimenti toscani erano certamente conosciuti all’epoca degli etruschi, essendo la civiltà di questo popolo basata anche sulla lavorazione di metalli di cui erano dei veri maestri.
Per quanto riguarda i giacimenti antimoniferi probabilmente è da escludere un grande interesse per essi da parte degli etruschi e dei romani, considerato il fatto che in quel tempo non era conosciuto l’antimonio metallico, la cui scoperta avvenne soltanto nel sedicesimo secolo, ad opera del monaco alchimista Basilio Valentino.
Una curiosa leggenda è legata al suo nome. Secondo alcuni Antimonio vuol dire <<Antimonaco>>; pare, infatti che nel primo medioevo vi fossero alcuni frati che utilizzavano delle posate realizzate con questo metallo; i frati, dopo aver mangiato, si sentivano male, senza comprendere il perché di tali disturbi, finché un medico li mise in guardia contro una proprietà dell’antimonio: quella di essere un <<emetico>>, cioè una sostanza che favorisce il vomito. Da allora, questa sostanza avrebbe preso il nome di <<anti-monaco>> .
Tuttavia non possiamo escludere un impiego per uso cosmetico, poiché è noto, come ci riferisce Plinio, che in epoca romana le donne si servivano del solfuro di antimonio, ridotto in polvere ed impastato per tingersi le ciglia.
È molto probabile comunque che il giacimento antimonifero di “Pereta” fosse noto prima del sedicesimo secolo.
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Coordinate:   42°38'37"N   11°21'28"E
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