L'Aquila
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Mondo / Italia / Lazio / Frosinone
città, capitale dello stato / provincia / regione, disegna solo il bordo
L'Aquila è una città italiana capoluogo della regione Abruzzo e dell'omonima provincia. Situata sul declivio di un colle, alla sinistra del fiume Aterno ed in posizione panoramica rispetto al massiccio del Gran Sasso, ha una popolazione di 72.948 abitanti, ma conta una presenza giornaliera sul territorio di oltre 100.000 persone per studio, attività terziarie, lavoro e turismo. La città è sede di Università e di numerosi enti ed associazioni che la rendono vivace sotto il profilo culturale. L'Aquila è posta nell’entroterra abruzzese e possiede un’enorme superficie comunale di ben 467 km². Infatti su scala nazionale, il comune dell’Aquila, risulta quinto in graduatoria dopo i comuni di Roma, Ravenna, Sassari e Foggia. Proprio a causa dell’enorme estensione del territorio sparso su di una zona montuosa interna, L’Aquila dispone di una rete infrastrutturale e di servizi di ardua e complessa amministrazione. Il capoluogo infatti conta più di dieci cimiteri, diversi depuratori, decine di plessi scolastici, quasi 3000 km di strade e migliaia km di reti. L’Aquila oltretutto è divisa in 59 tra quartieri e frazioni (vedi elenco).
Geografia
L'Aquila è situata in una conca sulle sponde del fiume Aterno, ad un'altitudine di 721 metri sul livello del mare che la rende terza tra i capoluoghi italiani più alti dopo Enna e Potenza [1]. Ad oggi, il tessuto urbano si estende in maniera disomogenea lungo la direttrice ovest-est, parallelamente al percorso del fiume.
Vista del Gran Sasso dal centro cittadino con in primo piano la "Fontana Luminosa"
Confina dal versante reatino con i comuni di Antrodoco e Borgorose, dal versante teramano con Crognaleto, Fano Adriano, Isola del Gran Sasso d'Italia e Pietracamela e dal versante propriamente aquilano con Barete, Barisciano, Cagnano Amiterno, Campotosto, Capitignano, Fossa, Lucoli, Magliano de' Marsi, Ocre, Pizzoli, Rocca di Cambio, Rocca di Mezzo, Santo Stefano di Sessanio, Scoppito e Tornimparte.
Storia
La fondazione della città
La fondazione dell'Aquila avviene nel 1254 per volontà degli abitanti dei castelli del territorio crcostante i quali intendono sfuggire alle vessazioni dei baroni feudali e che, dopo essersi rivolti anche al papa Gregorio IX nel 1229, ottengono finalmente da Corrado IV, figlio dell'Imperatore Federico II, il permesso di fondare la città. Le fonti storiche principali e ineludibili sulla fondazione sono due: la "Cronica" rimata del cittadino aquilano Buccio di Ranallo da Poppleto, che narra la storia della città dal 1254 (anno da lui stesso indicato come quello di fondazione) fino al 1362, l'anno precedente la sua stessa morte; il Diploma di fondazione a lungo attribuito a Federico II, ma che gli storici oggi ritengono nato dalla volontà di Corrado IV, suo figlio (sull'attribuzione del Diploma, vedi G. M. Monti La fondazione di Aquila e il relativo diploma in Convegno Abruzzese Molisano. Atti, Casalbordino 1933). Chiamata Aquila sia riprendendo il toponimo del luogo in cui essa nacque, sia perché il nome richiamava l'insegna dell'impero, che è appunto un'aquila, immagine che peraltro ritorna nello stemma della città, divenne Aquila degli Abruzzi nel 1861 e, nel 1939, per decreto del Ministero dell'Interno, L'Aquila. Sono frutto di pura fantasia le ipotesi circolate di recente sulla fondazione della città, che la vorrebbero modellata su Gerusalemme.
L'Aquila è una città particolare, unica nel Medioevo italiano, nata non per una casualità ma per progetto secondo un disegno armonico che non trova precedenti nella storia dell'architettura urbana (un caso simile, nel 1703, fu la nascita di San Pietroburgo). Fu costituita dall'unione di molti villaggi della zona (99, secondo la tradizione leggendaria, in realtà in numero vicino a questo, ma quasi certamente inferiore), ognuno dei quali costituì un quartiere che rimase legato al villaggio-madre e fu considerato parte dello stesso per circa un secolo. Nella nuova città demaniale i cittadini dei castelli inurbati dentro le mura (intra moenia) e quelli rimasti nei castra d'origine (extra moenia) mantengono gli stessi diritti civici e nell’uso delle proprietà collettive, come pascoli e boschi.
Il medioevo [modifica]
Il primo consiglio cittadino fu composto dai sindaci dei vari villaggi e la città non ebbe una propria esistenza giuridica riconosciuta fino al regno di Carlo II di Napoli, che nominò un Camerlengo quale responsabile dei tributi, che, da allora in poi, furono pagati da tutta la città in quanto tale, mentre, in precedenza, erano pagati dai singoli villaggi, ognuno dei quali comprendeva il quartiere realizzato in città.
Successivamente, il Camerlengo acquisì anche il potere politico, divenendo presidente del consiglio cittadino (che ebbe vari nomi e composizione nel corso dei secoli). La città, autonoma, anche se sotto la sovranità del regno di Sicilia prima e del regno di Napoli poi, salvo un breve periodo in cui fece parte dello Stato Pontificio, fu governata da una diarchia composta dal consiglio e dal capitano regio, cui si aggiunse, nel XIV secolo, il conte Pietro Camponeschi, detto Lalle che, da privato cittadino, divenne il terzo lato di una nuova triarchia.
Già in precedenza, la città era divenuta una quasi signoria sotto Niccolò dell'Isola, nominato Cavaliere del Popolo e dal popolo amatissimo, secondo il racconto di Buccio di Ranallo, fatto avvelenare dal re Carlo II quando il suo potere cominciava a diventare troppo grande. Anche Camponeschi, Gran Cancelliere del regno di Napoli, oltre che conte feudale di Montorio al Vomano e quasi "signore" dell'Aquila, finì ucciso, ma, questa volta, per ordine del principe Luigi di Taranto. Il terzo ed ultimo "signore" della città fu Ludovico Franchi, che sfidò anche i papi ospitando Alfonso I d'Este, cacciato da Ferrara, e i figli di Giampaolo Baglioni, l'ultimo signore di Perugia. Tuttavia, quando il suo potere cominciò a diventare troppo grande, gli Aquilani, sempre gelosi della loro libertà, si lamentarono presso il re di Napoli, che lo fece deporre ed imprigionare.
La città, che era la seconda del regno per potenza e ricchezza, iniziò a decadere nel XVI secolo, quando il viceré spagnolo Filiberto d'Orange, dopo averla devastata, la separò dal suo contado, introducendovi il feudalesimo spagnolo e privandola della sua autonomia.
Il terremoto del 2009
Il 6 aprile 2009, alle ore 3:32 un terremoto, stimato in un magnitudo di 6.3 della Scala Richter e tra 8 e 9 di distruzione sulla Scala Mercalli, con epicentro vicino la città dell'Aquila, scuote il centro Italia, dopo che l'Abruzzo e le zone limitrofe hanno avuto diverse scosse precedentemente. Alcuni edifici crollano e molti altri rimangono lesionati, tra gli altri risultano crollati: una parte della Casa dello Studente, l'edificio della Prefettura, l'hotel "Duca degli Abruzzi", la cupola della chiesa delle Anime Sante. Si contano numerose vittime (92 accertate). Il terremoto inoltre rende inagibile il 90% dell'ospedale civile aggravando ulteriormente la situazione della gente. I medici sono costretti a radunare le panche dalle varie chiese della città per poter sistemare i feriti.
Geografia
L'Aquila è situata in una conca sulle sponde del fiume Aterno, ad un'altitudine di 721 metri sul livello del mare che la rende terza tra i capoluoghi italiani più alti dopo Enna e Potenza [1]. Ad oggi, il tessuto urbano si estende in maniera disomogenea lungo la direttrice ovest-est, parallelamente al percorso del fiume.
Vista del Gran Sasso dal centro cittadino con in primo piano la "Fontana Luminosa"
Confina dal versante reatino con i comuni di Antrodoco e Borgorose, dal versante teramano con Crognaleto, Fano Adriano, Isola del Gran Sasso d'Italia e Pietracamela e dal versante propriamente aquilano con Barete, Barisciano, Cagnano Amiterno, Campotosto, Capitignano, Fossa, Lucoli, Magliano de' Marsi, Ocre, Pizzoli, Rocca di Cambio, Rocca di Mezzo, Santo Stefano di Sessanio, Scoppito e Tornimparte.
Storia
La fondazione della città
La fondazione dell'Aquila avviene nel 1254 per volontà degli abitanti dei castelli del territorio crcostante i quali intendono sfuggire alle vessazioni dei baroni feudali e che, dopo essersi rivolti anche al papa Gregorio IX nel 1229, ottengono finalmente da Corrado IV, figlio dell'Imperatore Federico II, il permesso di fondare la città. Le fonti storiche principali e ineludibili sulla fondazione sono due: la "Cronica" rimata del cittadino aquilano Buccio di Ranallo da Poppleto, che narra la storia della città dal 1254 (anno da lui stesso indicato come quello di fondazione) fino al 1362, l'anno precedente la sua stessa morte; il Diploma di fondazione a lungo attribuito a Federico II, ma che gli storici oggi ritengono nato dalla volontà di Corrado IV, suo figlio (sull'attribuzione del Diploma, vedi G. M. Monti La fondazione di Aquila e il relativo diploma in Convegno Abruzzese Molisano. Atti, Casalbordino 1933). Chiamata Aquila sia riprendendo il toponimo del luogo in cui essa nacque, sia perché il nome richiamava l'insegna dell'impero, che è appunto un'aquila, immagine che peraltro ritorna nello stemma della città, divenne Aquila degli Abruzzi nel 1861 e, nel 1939, per decreto del Ministero dell'Interno, L'Aquila. Sono frutto di pura fantasia le ipotesi circolate di recente sulla fondazione della città, che la vorrebbero modellata su Gerusalemme.
L'Aquila è una città particolare, unica nel Medioevo italiano, nata non per una casualità ma per progetto secondo un disegno armonico che non trova precedenti nella storia dell'architettura urbana (un caso simile, nel 1703, fu la nascita di San Pietroburgo). Fu costituita dall'unione di molti villaggi della zona (99, secondo la tradizione leggendaria, in realtà in numero vicino a questo, ma quasi certamente inferiore), ognuno dei quali costituì un quartiere che rimase legato al villaggio-madre e fu considerato parte dello stesso per circa un secolo. Nella nuova città demaniale i cittadini dei castelli inurbati dentro le mura (intra moenia) e quelli rimasti nei castra d'origine (extra moenia) mantengono gli stessi diritti civici e nell’uso delle proprietà collettive, come pascoli e boschi.
Il medioevo [modifica]
Il primo consiglio cittadino fu composto dai sindaci dei vari villaggi e la città non ebbe una propria esistenza giuridica riconosciuta fino al regno di Carlo II di Napoli, che nominò un Camerlengo quale responsabile dei tributi, che, da allora in poi, furono pagati da tutta la città in quanto tale, mentre, in precedenza, erano pagati dai singoli villaggi, ognuno dei quali comprendeva il quartiere realizzato in città.
Successivamente, il Camerlengo acquisì anche il potere politico, divenendo presidente del consiglio cittadino (che ebbe vari nomi e composizione nel corso dei secoli). La città, autonoma, anche se sotto la sovranità del regno di Sicilia prima e del regno di Napoli poi, salvo un breve periodo in cui fece parte dello Stato Pontificio, fu governata da una diarchia composta dal consiglio e dal capitano regio, cui si aggiunse, nel XIV secolo, il conte Pietro Camponeschi, detto Lalle che, da privato cittadino, divenne il terzo lato di una nuova triarchia.
Già in precedenza, la città era divenuta una quasi signoria sotto Niccolò dell'Isola, nominato Cavaliere del Popolo e dal popolo amatissimo, secondo il racconto di Buccio di Ranallo, fatto avvelenare dal re Carlo II quando il suo potere cominciava a diventare troppo grande. Anche Camponeschi, Gran Cancelliere del regno di Napoli, oltre che conte feudale di Montorio al Vomano e quasi "signore" dell'Aquila, finì ucciso, ma, questa volta, per ordine del principe Luigi di Taranto. Il terzo ed ultimo "signore" della città fu Ludovico Franchi, che sfidò anche i papi ospitando Alfonso I d'Este, cacciato da Ferrara, e i figli di Giampaolo Baglioni, l'ultimo signore di Perugia. Tuttavia, quando il suo potere cominciò a diventare troppo grande, gli Aquilani, sempre gelosi della loro libertà, si lamentarono presso il re di Napoli, che lo fece deporre ed imprigionare.
La città, che era la seconda del regno per potenza e ricchezza, iniziò a decadere nel XVI secolo, quando il viceré spagnolo Filiberto d'Orange, dopo averla devastata, la separò dal suo contado, introducendovi il feudalesimo spagnolo e privandola della sua autonomia.
Il terremoto del 2009
Il 6 aprile 2009, alle ore 3:32 un terremoto, stimato in un magnitudo di 6.3 della Scala Richter e tra 8 e 9 di distruzione sulla Scala Mercalli, con epicentro vicino la città dell'Aquila, scuote il centro Italia, dopo che l'Abruzzo e le zone limitrofe hanno avuto diverse scosse precedentemente. Alcuni edifici crollano e molti altri rimangono lesionati, tra gli altri risultano crollati: una parte della Casa dello Studente, l'edificio della Prefettura, l'hotel "Duca degli Abruzzi", la cupola della chiesa delle Anime Sante. Si contano numerose vittime (92 accertate). Il terremoto inoltre rende inagibile il 90% dell'ospedale civile aggravando ulteriormente la situazione della gente. I medici sono costretti a radunare le panche dalle varie chiese della città per poter sistemare i feriti.
Articolo Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/L'Aquila
Nearby cities:
Coordinate: 42°21'23"N 13°23'29"E
- Rieti 47 km
- Ascoli Piceno 59 km
- Terni 73 km
- Roma 93 km
- Cisterna di Latina 96 km
- Anguillara Sabazia 98 km
- Latina 106 km
- Viterbo 108 km
- Comune di San Felice Circeo 123 km
- Civitavecchia 137 km
- Centro Storico de L'Aquila 1 km
- Comune di Barisciano 15 km
- Monte Corvo 15 km
- San Demetrio ne' Vestini 16 km
- Gran Sasso d'Italia 17 km
- Traforo del Gran Sasso 18 km
- Campo Imperatore 19 km
- Lago di Campotosto 20 km
- Comune di Campotosto 22 km
- Abruzzo 44 km