Area urbana di Chiusi etrusca - Clevsie
Italy /
Toscana /
Chiusi /
World
/ Italy
/ Toscana
/ Chiusi
Mondo / Italia / / Siena
villaggio, luogo storico
Senza rischiare di cadere nell’esagerazione, si può affermare che l’intero moderno territorio comunale di Chiusi rientra fra le zone d’Italia più ricche sotto il profilo dei beni archeologici. La lunga, famosa e prospera vita dell’antica città inizia con alcuni insediamenti che si possono far risalire alla tarda Età del Bronzo (XII sec. a. C. almeno), costituiti dai discendenti degli abitatori Paleolitici del Monte Cetona sui principali rilievi collinari del sistema chiusino. Almeno dal XI-X sec. a. C. si può parlare di civiltà etrusca (fase Villanoviana), relativa a quelle generazioni di popoli italici con le quali iniziano le testimonianze di un maggiore e più denso popolamento dell’area chiusina. Nella successiva fase Orientalizzante (VII sec. a. C.), si assiste alla formazione di vere e proprie classi sociali distinte ed organizzate, fra le quali domina ovviamente quella dei principes locali, fenomeno al quale - oltre alle ricche necropoli che costellano il territorio – dovettero corrispondere anche nuclei abitativi organizzati e strutturati.
La potenza, la ricchezza e l’estensione territoriale della città etrusca a partire dall’epoca arcaica (dal VI sec. a. C. in poi) sono documentate da precise testimonianze storiche, come la vicenda del re Larth Porsenna, che prima diede ospitalità all’ultimo re di Roma, Lucio Tarquinio il Superbo, e poi assediò e conquistò la stessa Città Eterna, sia pur per un breve periodo, o come le affermazioni dello storico Tito Livio, che “grande era la potenza di Chiusi” (a proposito delle vicende della fine del VI sec. a. C.), o che “i chiusini disponevano di più terra di quanta ne potessero coltivare” (a proposito dell’invasione dei Galli nel 391 a. C. e della proposta di Roma di frenare la calata degli invasori sacrificando una parte del territorio di Chiusi).Ricca e potente anche in età ellenistica, soprattutto per la sua posizione politicamente e militarmente strategica e per la ricchezza proverbiale delle sue produzioni agricole (il farro e gli abeti chiusini rifornirono con certezza la flotta di Scipione nel 205 a. C., ma verosimilmente continuarono a rifornire a lungo l’esercito romano, durante tutte le guerre puniche), l’etrusca Clevsie, una delle 12 Lucumonie della Lega Etrusca, vide un chiaro incremento demografico il cui risultato sono le innumerevoli testimonianze archeologiche che coprono letteralmente l’intero territorio (quello comunale dell’odierna Chiusi e gran parte di quelli di almeno altri 8 comuni circostanti). La medesima prosperità (sia pur distribuita su basi diverse) sembra cogliersi anche in età romana, quando Clusium, fu forse eletta a Municipium per non essersi schierata contro Roma e quindi non fu distrutta dal generale Lucio Silla, che anzi vi dedusse una colonia (con la conseguente distinzione tra i Clusini Veteres ed i Clusini Novi). Nei primi secoli dell’Impero vide lo stanziamento di grandi famiglie legate alla casa imperiale romana, e la conseguente edificazione di lussuose dimore e di edifici pubblici di grande monumentalità, oltre a numerose fattorie che avevano lo scopo di gestire le attività del ricco e fertile territorio chiusino.
Clusium continuò a vivere a lungo, fra alti e bassi, come un piccolo ma attivo e produttivo centro di provincia dell’entroterra di Roma (dalla quale era raggiungibile con poche ore di navigazione via Tevere, fiume Clanis e lago Il Chiaro), fino a quando, con il crollo dell’Impero Romano ed il conseguente abbandono delle politiche di controllo e regimazione delle acque, iniziarono a verificarsi i primi segni di impaludamento della Val di Chiana, con conseguenti difficoltà per la città, che dovette subire un certo isolamento. Una nuova crisi politico-territoriale si verificò nei secoli V e VI-VII, con l’arrivo delle popolazioni nordiche (Goti e Longobardi) che invasero l’Italia, ma che - dopo una fase di evidente “nomadismo” - scelsero di stanziarsi in maniera stabile nel territorio di Chiusi, dove si organizzarono in un vero e proprio Ducato.
Fu solo nell’Alto Medioevo che il declino dell’antica, illustre e potente città raggiunse livelli tali da causare lo spopolamento dell’area, situazione poi risanata dall’intervento senese…ma questo fa già parte della storia moderna.
Con un passato così ricco, con una storia pluri-millenaria e con una continuità di vita che si protrae praticamente ininterrotta dalla protostoria fino ai tempi nostri, è evidente che dal punto di vista archeologico il territorio di Chiusi è letteralmente costellato di emergenze ed aree ad altissimo rischio (ma spesso si tratta di
vere e proprie certezze).
Fonte:
"Urbanistica e Archeologia" - Piano Strutturale del Comune di Chiusi
Capitolo 8 - Il Patrimonio Archeologico di Chiusi pag.109
La potenza, la ricchezza e l’estensione territoriale della città etrusca a partire dall’epoca arcaica (dal VI sec. a. C. in poi) sono documentate da precise testimonianze storiche, come la vicenda del re Larth Porsenna, che prima diede ospitalità all’ultimo re di Roma, Lucio Tarquinio il Superbo, e poi assediò e conquistò la stessa Città Eterna, sia pur per un breve periodo, o come le affermazioni dello storico Tito Livio, che “grande era la potenza di Chiusi” (a proposito delle vicende della fine del VI sec. a. C.), o che “i chiusini disponevano di più terra di quanta ne potessero coltivare” (a proposito dell’invasione dei Galli nel 391 a. C. e della proposta di Roma di frenare la calata degli invasori sacrificando una parte del territorio di Chiusi).Ricca e potente anche in età ellenistica, soprattutto per la sua posizione politicamente e militarmente strategica e per la ricchezza proverbiale delle sue produzioni agricole (il farro e gli abeti chiusini rifornirono con certezza la flotta di Scipione nel 205 a. C., ma verosimilmente continuarono a rifornire a lungo l’esercito romano, durante tutte le guerre puniche), l’etrusca Clevsie, una delle 12 Lucumonie della Lega Etrusca, vide un chiaro incremento demografico il cui risultato sono le innumerevoli testimonianze archeologiche che coprono letteralmente l’intero territorio (quello comunale dell’odierna Chiusi e gran parte di quelli di almeno altri 8 comuni circostanti). La medesima prosperità (sia pur distribuita su basi diverse) sembra cogliersi anche in età romana, quando Clusium, fu forse eletta a Municipium per non essersi schierata contro Roma e quindi non fu distrutta dal generale Lucio Silla, che anzi vi dedusse una colonia (con la conseguente distinzione tra i Clusini Veteres ed i Clusini Novi). Nei primi secoli dell’Impero vide lo stanziamento di grandi famiglie legate alla casa imperiale romana, e la conseguente edificazione di lussuose dimore e di edifici pubblici di grande monumentalità, oltre a numerose fattorie che avevano lo scopo di gestire le attività del ricco e fertile territorio chiusino.
Clusium continuò a vivere a lungo, fra alti e bassi, come un piccolo ma attivo e produttivo centro di provincia dell’entroterra di Roma (dalla quale era raggiungibile con poche ore di navigazione via Tevere, fiume Clanis e lago Il Chiaro), fino a quando, con il crollo dell’Impero Romano ed il conseguente abbandono delle politiche di controllo e regimazione delle acque, iniziarono a verificarsi i primi segni di impaludamento della Val di Chiana, con conseguenti difficoltà per la città, che dovette subire un certo isolamento. Una nuova crisi politico-territoriale si verificò nei secoli V e VI-VII, con l’arrivo delle popolazioni nordiche (Goti e Longobardi) che invasero l’Italia, ma che - dopo una fase di evidente “nomadismo” - scelsero di stanziarsi in maniera stabile nel territorio di Chiusi, dove si organizzarono in un vero e proprio Ducato.
Fu solo nell’Alto Medioevo che il declino dell’antica, illustre e potente città raggiunse livelli tali da causare lo spopolamento dell’area, situazione poi risanata dall’intervento senese…ma questo fa già parte della storia moderna.
Con un passato così ricco, con una storia pluri-millenaria e con una continuità di vita che si protrae praticamente ininterrotta dalla protostoria fino ai tempi nostri, è evidente che dal punto di vista archeologico il territorio di Chiusi è letteralmente costellato di emergenze ed aree ad altissimo rischio (ma spesso si tratta di
vere e proprie certezze).
Fonte:
"Urbanistica e Archeologia" - Piano Strutturale del Comune di Chiusi
Capitolo 8 - Il Patrimonio Archeologico di Chiusi pag.109
Articolo Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Chiusi
Nearby cities:
Coordinate: 43°0'47"N 11°56'51"E
- Centro Storico di Perugia 37 km
- Città di Castro 59 km
- Borgo di Camerino 92 km
- Montecelio 128 km
- Gianicolo 131 km
- Foro Romano 132 km
- EUR 137 km
- Centro Storico de L'Aquila 139 km
- Area antica città e porto di Classe 156 km
- Centro storico di Isernia 245 km
- Lago di Chiusi 5 km
- Pienza 22 km
- Selva di Meana 23 km
- Campiglia d' Orcia 24 km
- Riserva Naturale Monte Rufeno 25 km
- Vivo d'Orcia 26 km
- Floramiata 28 km
- Piancastagnaio 28 km
- Monte Amiata 31 km
- UMBRIA 52 km