Real Albergo dei Poveri (Palazzo Fuga) (Napoli)
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palazzo, museo
L'Albergo dei Poveri, opera di Ferdinando Fuga, fu fondato nel 1751 da Carlo di Borbone che voleva costruire un edificio per ospitare tutti i poveri del Regno.
Scartata la prima ubicazione nel Borgo Loreto, si scelse un'area lungo via Foria, destinata a diventare uno degli ingressi principali della città.
L'Albergo sarebbe quindi divenuto il simbolo della "pietà illuminata" del Re verso i sudditi.
Il secondo progetto si articolava in una pianta rettangolare divisa in cinque cortili di cui quello centrale inglobava la chiesa; di conseguenza Fuga privilegiò la veduta tangenziale da cui nasce anche l'estrema semplificazione del prospetto nel quale potrebbe individuarsi un classicismo ante litteram.
L'edificio non fu mai concluso; furono eliminati i due cortili esterni ed infine, nel 1819, furono definitivamente sospesi i lavori.
La parte compiuta ha carattere grandioso per la semplicità delle membrature e per il dimensionamento.
I raccordi a crociera sugli angoli delle gallerie conferiscono agli interni una grande complessità di effetti chiaro-scurali anticipando una sensibilità tutta moderna, evidente anche nel ritmo ottenuto con il variare delle proporzioni delle finestre e nei semplici risalti delle paraste.
Un rapporto armonico ed equilibrato modula il prospetto in cui il massimo risalto è ottenuto attraverso le lesene e l'accentuarsi dei vuoti sui pieni nella zona intermedia.
Questa con il suo lieve risalto, le tre arcate dell'atrio e l'ampia scalinata a doppia rampa costituisce la parte rappresentativa dell'edificio.
L'ala occidentale è crollata qualche giorno dopo il sisma del 1980.
Foto:
www.danpiz.net/napoli/images/PalazzoFuga1.jpg
www.lucablog.tk
Scartata la prima ubicazione nel Borgo Loreto, si scelse un'area lungo via Foria, destinata a diventare uno degli ingressi principali della città.
L'Albergo sarebbe quindi divenuto il simbolo della "pietà illuminata" del Re verso i sudditi.
Il secondo progetto si articolava in una pianta rettangolare divisa in cinque cortili di cui quello centrale inglobava la chiesa; di conseguenza Fuga privilegiò la veduta tangenziale da cui nasce anche l'estrema semplificazione del prospetto nel quale potrebbe individuarsi un classicismo ante litteram.
L'edificio non fu mai concluso; furono eliminati i due cortili esterni ed infine, nel 1819, furono definitivamente sospesi i lavori.
La parte compiuta ha carattere grandioso per la semplicità delle membrature e per il dimensionamento.
I raccordi a crociera sugli angoli delle gallerie conferiscono agli interni una grande complessità di effetti chiaro-scurali anticipando una sensibilità tutta moderna, evidente anche nel ritmo ottenuto con il variare delle proporzioni delle finestre e nei semplici risalti delle paraste.
Un rapporto armonico ed equilibrato modula il prospetto in cui il massimo risalto è ottenuto attraverso le lesene e l'accentuarsi dei vuoti sui pieni nella zona intermedia.
Questa con il suo lieve risalto, le tre arcate dell'atrio e l'ampia scalinata a doppia rampa costituisce la parte rappresentativa dell'edificio.
L'ala occidentale è crollata qualche giorno dopo il sisma del 1980.
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