Abbazia di Sant'Angelo

Italy / Basilicata / San Martino dAgri /
 Chiesa, grotta, chiesa cattolica
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Si tratta di un monastero costruito nel X secolo da un gruppo di monaci dell'ordine d San Basilio, guidati da San Vitale, che trovarono nella grotta di monte Raparo, circondata da vegetazione rigogliosa, una dimora stabile e sicura per sfuggire alle persecuzioni iconoclaste che vessarono molti nuclei di monaci bizantini, costretti a cercare per tale motivo rifugio nelle zone più interne della Calabria, della Puglia e della Basilicata (come la zona del Raparo), considerata a quei tempi inaccessibile. L'abbazia, costruita su una grotta, era una costruzione a pianta rettangolare ed era sormontata da una cupoletta. All'interno vi erano molti affreschi e opere pregevoli, tra cui un calice d'argento, il polittico e due Tavole che ora si trovano conservate nel Duomo Parrochiale, quest'abbazia è diventata monumento nazionale .Purtroppo lo scorrere del tempo, l'incuria umana e i terremoti hanno ridotto in ruderi questo monumento tra i più significativi del dominio basiliano, però da alcuni anni la Soprintendenza ai Beni Culturali della Basilicata ha sottoposto a lavori di restauro e recupero sia l'abbazia che la grotta sottostante, allo scopo di valorizzarle artisticamente e di farne un centro di studi sulla storia del monachesimo basiliano del Mezzogiorno. Durante i lavori di restauro sono venuti alla luce diversi scheletri e suppellettili, così che, accanto al restauro, si sono avviati anche lavori di scavi archeologici. La grotta sottostante ancora oggi conserva la sua naturale bellezza; si presenta, infatti, ricca di stalattiti e stalagmiti, con numerose gallerie e vasche a più gradini, bagnate dalla fonte “Trigella” (dal latino Trigelida = molto fredda). Questa ha la particolarità di produrre acqua solo in primavera e in estate, per poi essiccarsi completamente in inverno.Il poeta Pontano narra che la fonte è legata alla leggenda della Ninfa Ripenia che, per sfuggire al fauno Crapipede, si rifugiò nelle vasche della Trigella. Il fauno per vendicarsi fece prosciugare la sorgente e rese l'acqua non potabile.
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Coordinate:   40°13'3"N   16°2'25"E
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