Bracciano - Base Nazionale Scout AGESCI

Italy / Lazio / Bracciano /
 sede sportiva, parco, scuola, lago, Luogo interessante

Nato nel 1950 con una sottoscrizione di tutti i soci dell'ASCI (L'Associazione Scout Cattolici Italiani)il campo di Bracciano ha ospitato fino dal suo inizio i corsi di formazione per i capi dell'associazione. Una cartolina con scritto "Il tuo mattone per costruire la base nazionale di Bracciano" con un mattone disegnato ha costituito il primo segno di partecipazione, seguito dopo poco dal distintivo della base, un timone con un'anguilla avvoltolata, che è tutt'ora il "logo" della base
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Coordinate:   42°5'34"N   12°11'41"E

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  • Attualmente la Base accoglie campi scuola per capi e ragazzi, gli incontri nazionali ed i campi di specializzazione e competenza del settore nazionale delle specializzazioni per gli scout e le guide di tutta Italia.
  • more info on www.specbracciano.it
  • Benvenuti nella Terra di Mezzo! (Gli Etruschi ed il ruolo del Lucumone) Può sembrare suggestivo, e lo è, il verificare che le tombe etrusche dell’ultimo periodo della loro storia riportino sempre uomini e donne sorridenti, distanti dalla serietà ieratica dei defunti romani e di quelli greci: “ma che si rideranno”, può venire da pensare, visto che sono destinati a scomparire, sotto la pressione dei nuovi conquistatori, che gli tolgono terre e potere. Il punto sta proprio qui: è vero che si siano fatti togliere terre e potere subendo questo fatto, o non è piuttosto plausibile, anche se non ce ne siano ancora tutte le prove esplicite, che da parte loro sia stata fatta un’operazione patafisica di scomparsa, di immersione nel mondo, nella cultura, nella religiosità romana, di fatto assimilando quella al loro mondo, alla loro cultura, alla loro religiosità? Se fosse possibile verificare tutto ciò, probabilmente sarebbe da riscrivere gran parte della storia antica, come probabilmente dovrebbe essere fatto per molte realtà barbariche successive, in cui però è stata la romanità ad usare sistemi analoghi, quando se ne sia presa coscienza, per sopravvivere con la “Jus Romana”, con la “Pax Romana”, che gli stessi barbari hanno cominciato a mutuare come proprie, vestendosi come i romani, parlando nella loro lingua, e così via. Ma torniamo alla terra di mezzo. Tra i primi re romani troviamo almeno due Etruschi, che, guarda caso, hanno portato gran parte della religiosità etrusca a fondersi con quella più rozza dei latini, vetero-troiani, accozzaglia di genti che avevano dalla loro parte fondamentalmente la freschezza del sangue nuovo ed una gran voglia di menar le mani. Ma verifichiamo anche che molti dei depositi sacri, delle strumentazioni cultuali, le offerte votive e le rappresentazioni simboliche del loro passaggio si continuano a trovare, con lo scavo, ben occultate in vista evidentemente di una certezza di futuro utilizzo quando i tempi fossero diventati più tranquilli ed opportuni….. E quanto sangue etrusco è fluito nelle vene dei conquistatori; probabilmente fluisce ancora in quelle dei loro discendenti, ed influenza sottilmente il loro comportamento, pronto ancora ad ubbidire ai comandi di un Lucumone che…… Il Lucumone era il Capo, il Sacerdote, il Genio Etrusco che si perpetuava nel tempo e nello spazio, che similmente ai capi spirituali di alcune religioni orientali si ritrovava nel vissuto dei predestinati che gli permettevano di agire attraverso il loro corpo, utilizzando i loro sensi ed i loro sentimenti, e che passava da questo a quello seguendo incomprensibili percorsi. Era o è ancora? E se stesse ancora “vivendo” in qualcuno, spingendolo ad agire secondo un progetto preordinato e con regime di continuità rispetto a quello dei Tarquini, il Prisco ed il Superbo, che governarono le rozze popolazioni della primitiva Roma, facendogli credere di essere ancora loro a governare…. E se, tra le cose ancora da scavare e portare alla luce, ci fossero ancora oggetti, realtà, elementarità o complessità latenti, che non aspettano altro che essere richiamate alla loro funzionalità originaria al comando del Lucumone? Presupposto di tutto ciò è che, al lato di una Terra dell’antichità, ormai sepolta e superata, roba da Museo e da studi storici, al lato della Terra attuale, in cui viviamo, convinti dell’autonomia dataci dai nostri studi, dalla nostra cultura, dal nostro progresso, ci sia ancora, latente ma presente, una Terra di Mezzo dove sopravviva il Lucumone, il suo spirito, la sua incarnazione in una qualsiasi persona, o istituzione, che lui di volta in volta scelga o prediliga per vivificare la realtà, il progresso, l’umanità, a suo uso e consumo…… ….Bracciano C’è sempre un Ombelico del Mondo, una Porta degli Inferi, uno Specchio di accesso al mondo del Dietro-lo-specchio, una Back Door (persino l’informatica si attrezza per essere adeguata al mondo del Lucumone….), che separa il mondo corrente, quello in cui si vive “normalmente”, da quello che si intuisce, che qualcuno con maggiore sensibilità sente immanente nel trascorrere della sua vita. Bracciano sembra essere uno di questi punti di accesso. Zona etrusca, poi Romana, ma prima ancora primitiva, tale che sulle rive del suo lago è stato trovato uno dei primi insediamenti su palafitte del centro Italia, Bracciano non ha vestigia palesi di rilievo architettonico. Si sa che nella Terra dell’antichità era appunto abitato, si trovano ancora punte di lancia litiche e raschiatoi, e qualcuno molto vecchio racconta di strane presenze, nel bosco e sotto la rocca che sostiene il castello, ma non è più che qualche voce che si riesce a raccogliere…. Nel terreno scout di Bracciano, a Santo Celso, tra le prime costruzioni ad essere edificate c’è il famoso “Chalet”, famoso perché la sua struttura in legno dà suggestione al luogo, e ne riceve a sua volta suggestione. La stanza delle panche è accogliente, le sue finestre gli danno di giorno una luce ed un calore, che dal pavimento di legno al tetto, ugualmente di legno, si spande nello spirito e nel cuore dei ragazzi e dei capi che la frequentano. Completamente differente la notte. A chi fosse capitato di pernottare sul suo pavimento con i sacchi a pelo non può essere sfuggito che, dove manca il congiungimento e la copertura delle doghe, dallo spiraglio che si è quindi creato nel tavolato, sale un’aria fredda, gelida direi, anche in piena estate. Se uno sta in piedi ovviamente non se ne accorge, ma non si accorge neanche dei rumori sordi, che sembrano quasi vibrazioni sotto i piedi, e che si sentono bene, ancora una volta soltanto se si sta sdraiati di notte sul pavimento…. Benché ormai non ci sia più nessuno degli scout che hanno seguito negli anni ’40 la sua costruzione non c’è il minimo dubbio che sotto lo chalet non ci sia assolutamente nulla; e cosa di dovrebbe essere, se non il terreno del campo scuola? E’ vero che a poca distanza dallo chalet c’è il recinto del bosco, e che in quel punto c’è un terreno non nostro, né della Università Agraria di Bracciano: un terreno che risulta disabitato da sempre… C’è pèrò chi dice che sotto lo chalet ci sia un punto di ingresso della Terra di Mezzo. E che in quel punto ci sia una sensibile influenza sui partecipanti ai campi, tant’è che le sessioni di espressione fatte nello chalet vengono sempre particolarmente bene, e sembra quasi che mentre si sperimentano le tecniche espressive, e si preparano le presentazioni da fare ai fuochi o le veglie da vivere insieme, sembra quasi ci sia un’euforia strana nelle persone, e che sulle loro labbra compaia uno strano sorriso, quasi modellato inconsapevolmente su di esse….
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