Il tempio di Apollo | Tempio, sito archeologico, historic ruins (en), Antica Grecia

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 Tempio, sito archeologico, historic ruins (en), Antica Grecia

Il tempio di Apollo, l’edificio più importante del santuario di Delfi, che dominava il temenos dalla sua posizione centrale, era il luogo dove venivano esposte le statue e altre offerte, e dove si svolgevano i riti del culto, compreso quello della divinazione. Inoltre, qui veniva conservato il chresmographeion, (archivio), distrutto nel 373 d.C., che conteneva l’elenco dei vincitori dei giochi Pitici.
Secondo la leggenda, il primo tempio di Apollo a Delfi era fatto di rami di alloro, il secondo di cera e piume, e il terzo in bronzo, mentre il quarto fu costruito dagli architetti leggendari Trofonio e Agamede aiutati dallo stesso Apollo. Questo fu probabilmente il tempio arcaico in pietra, distrutto da un incendio nel 548 a.C. Fu sostituito da un successivo, con il contributo di tutti popoli che facevano parte dell’area culturale ellenica, completato intorno al 510 a.C. dalla famiglia degli Alcmeonidi di Atene esiliati a Delfi dal tiranno Pisistrato. Quest’ultimo era un tempio dorico con il peristilio distinto da sei colonne sui lati minori e quindici sulle maggiori. In tufo e rivestito di marmo nel fronte principale – quello orientale - era sontuosamente decorato con sculture del famoso artista Antenore. Il frontone est raffigurava l’arrivo di Apollo a Delfi, con sua sorella Artemide e la madre Leto, la quadriga del dio occupava il centro della scena, incorniciata da figure maschili e femminili. Del frontone ovest, che raffigurava una Gigantomachia (la lotta degli dei dell’Olimpo con i Giganti), solamente alcune parti delle sculture sono sopravvissute: Athena, un gigante caduto, una figura maschile e due cavalli.
Questo tempio fu distrutto da un terremoto nel 373 a.C. Il quarto tempio, le cui rovine sono attualmente visibili, costruito anche con i contributi di molte pòleis greche, fu completato solo dopo la Terza guerra sacra nel 330 a.C. Questo imponente tempio dorico fu opera degli architetti Spintharos, Xenodoros e Agathon da Corinto. Aveva la stessa pianta e all’incirca le stesse dimensioni del suo predecessore, con sei colonne sui lati minori e quindici sulle maggiori, con il prodomos e l’opistodomo in antis. La cella era divisa in tre navate da due colonnati di otto colonne ioniche ciascuno. La cerimonia della divinazione aveva luogo nell’adyton, o santuario interno, una camera sotterranea in cui solo i sacerdoti avevano accesso per interpretare le parole della Pizia. Le sculture di marmo pario del frontone erano opera degli scultori ateniesi Praxias e Androstene. Nel frontone est erano raffigurati Apollo e le Muse, e in quello occidentale Dioniso e le Menadi. Poco si sa della disposizione degli interni del tempio; gli scrittori antichi ricordano che le pareti del pronao erano iscritte con alcuni aforismi dei sette saggi, come il “conosci te stesso”, “tutto con moderazione”. Vi era contenuta una effige in bronzo di Omero e un altare di Poseidone, e nell’adyton, una statua di Apollo e l’omphalos.

Il tempio è stato parzialmente restaurato. Frammenti delle sculture frontonali sia del tempio arcaico e classico sia del tempio di età ellenistica sono visibili nel Museo Archeologico di Delphi.

Autore
A. Tsaroucha, archeologo - dal sito ODYSSEUS del Ministero della Cultura Ellenico, traduzione con aggiunte e note del curatore.
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Coordinate:   38°28'56"N   22°30'4"E