Palazzo San Clemente - Facoltà di Architettura Università di Firenze (Comune di Firenze)
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Via Pier Antonio Micheli, 2-8
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Sull'attuale via Gino Capponi sorgeva un piccolo edificio, segnato sulla pianta del Buonsignori del 1584, che fu acquistato ed ampliato da don Luigi di Toledo, fratello della Granduchessa Eleonora. Il Vasari parla del palazzo nelle Vite a proposito di Jacopo Sansovino.
Il possedimento passò nel 1634 alla famiglia Guadagni che incaricò l'architetto Gherardo Silvani nel 1644 di riprogettare l'edificio ed il giardino, che assunse le caratteristiche sia di palazzo cittadino, sia di villa suburbana, in una nuova tipologia edilizia allora di gran moda chiamata dei Casini. Un casino era di fatto una villa in città: non disponeva di un piano nobile come i palazzi, ma la vita familiare si svolgeva prevalentemente al pian terreno, in stretto contatto con il giardino, che divenne un elemento essenziale di queste abitazioni.
Il Silvani caratterizzò in particolar modo il lato sud dell'edificio, che presenta una sequenza prospettica di volumi, con una terrazza in rientranza assolutamente singolare e il prolungamento di un piano del corpo centrale, quasi a formare una torretta, e l'insieme crea un gioco scenografico di sipari (la soluzione si riproduce in minor scala anche sul lato nord verso il giardino). Sul lato ovest del parco esiste ancora una grande loggia realizzata in quegli anni, che "filtrava" il passaggio dall'edificio al giardino. L'area verde era però molto più vasta che oggi, e venne ridimensionata più volte nell'Ottocento per l'apertura di nuove strade e la costruzione di altri edifici.
La famiglia Guadagni rimase in possesso del palazzo sino al 1777 quando lo vendette a Carlo Edoardo Stuart, Conte d'Albany e alla sua consorte Luisa von Stolberg, cantata e amata da Vittorio Alfieri. Poiché lo Stuart si considerava l'erede al trono d'Inghilterra, il palazzo acquistò il nome del Pretendente. Lo Stuart, dopo essere stato sconfitto nella battaglia di Culloden (1746), si recò in Francia e poi in Italia, dove si fermò a Roma prima di approdare a Firenze. Qui ebbe come avversario il console inglese Horace Mann, che teneva una ritrovo intellettuale nel palazzo affittato in via Santo Spirito.
In seguito l'edificio passò a Simone Velluti Zati, duca di San Clemente, che gli diede il nome attualmente più usato per il complesso. Il Velluti-Zati non vi risiedeva, ma era solito dare in affitto il palazzo per personalità di spicco: vi risiedette Lord Normandby, Ministro Britannico presso il Granducato di Toscana e, nel 1882, il principe russo Nicola Demidoff.
Attualmente l'edificio è una delle sedi della Facoltà di Architettura di Firenze. La carenza di manutenzione non rende giustizia alla ricchezza, alla storia e all'unicità di questo palazzo fiorentino.
Sede della Presidenza di Facoltà e della Biblioteca Centrale di Facoltà.
Sito Web:www.sba.unifi.it/biblio/scienzetecnologiche/index.php
è sede dei Dipartimenti di:
•Restauro e Conservazione dei Beni Architettonici
•Urbanistica e Pianificazione del Territorio.
Il possedimento passò nel 1634 alla famiglia Guadagni che incaricò l'architetto Gherardo Silvani nel 1644 di riprogettare l'edificio ed il giardino, che assunse le caratteristiche sia di palazzo cittadino, sia di villa suburbana, in una nuova tipologia edilizia allora di gran moda chiamata dei Casini. Un casino era di fatto una villa in città: non disponeva di un piano nobile come i palazzi, ma la vita familiare si svolgeva prevalentemente al pian terreno, in stretto contatto con il giardino, che divenne un elemento essenziale di queste abitazioni.
Il Silvani caratterizzò in particolar modo il lato sud dell'edificio, che presenta una sequenza prospettica di volumi, con una terrazza in rientranza assolutamente singolare e il prolungamento di un piano del corpo centrale, quasi a formare una torretta, e l'insieme crea un gioco scenografico di sipari (la soluzione si riproduce in minor scala anche sul lato nord verso il giardino). Sul lato ovest del parco esiste ancora una grande loggia realizzata in quegli anni, che "filtrava" il passaggio dall'edificio al giardino. L'area verde era però molto più vasta che oggi, e venne ridimensionata più volte nell'Ottocento per l'apertura di nuove strade e la costruzione di altri edifici.
La famiglia Guadagni rimase in possesso del palazzo sino al 1777 quando lo vendette a Carlo Edoardo Stuart, Conte d'Albany e alla sua consorte Luisa von Stolberg, cantata e amata da Vittorio Alfieri. Poiché lo Stuart si considerava l'erede al trono d'Inghilterra, il palazzo acquistò il nome del Pretendente. Lo Stuart, dopo essere stato sconfitto nella battaglia di Culloden (1746), si recò in Francia e poi in Italia, dove si fermò a Roma prima di approdare a Firenze. Qui ebbe come avversario il console inglese Horace Mann, che teneva una ritrovo intellettuale nel palazzo affittato in via Santo Spirito.
In seguito l'edificio passò a Simone Velluti Zati, duca di San Clemente, che gli diede il nome attualmente più usato per il complesso. Il Velluti-Zati non vi risiedeva, ma era solito dare in affitto il palazzo per personalità di spicco: vi risiedette Lord Normandby, Ministro Britannico presso il Granducato di Toscana e, nel 1882, il principe russo Nicola Demidoff.
Attualmente l'edificio è una delle sedi della Facoltà di Architettura di Firenze. La carenza di manutenzione non rende giustizia alla ricchezza, alla storia e all'unicità di questo palazzo fiorentino.
Sede della Presidenza di Facoltà e della Biblioteca Centrale di Facoltà.
Sito Web:www.sba.unifi.it/biblio/scienzetecnologiche/index.php
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•Restauro e Conservazione dei Beni Architettonici
•Urbanistica e Pianificazione del Territorio.
Articolo Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Palazzo_di_San_Clemente
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