Il Sito Archeologico di Tirinto

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 rovine/vestigia, citadel (en), sito archeologico, eredità, Luogo del patrimonio mondiale UNESCO

Tirinto fu abitata fino dal periodo neolitico (dal VII al IV millennio a.C.), come testimoniano i ritrovamenti di ceramica minuta trovati negli strati sottostanti del sito archeologico, e lo rimase ininterrottamente fino alla costruzione della città micenea con l’imponente cittadella fortificata.

I primi e significativi ritrovamenti architettonici risalgono alla prima età del Bronzo (III millennio a.C.). Grandi blocchi di edifici adattati alla pendenza del terreno erano disposti attorno ad un enorme struttura circolare (diametro di 27-28 m) nella parte superiore del fronte sud della Cittadella. Nonostante le opinioni divergenti circa l’utilizzo del palazzo, (fortificato o costruito come una monumentale tomba o un tempio) la struttura circolare, può essere interpretata, nel contesto dell'organizzazione del primo sistema urbano, come lo spazio funzionale per un centro amministrativo, morfologicamente adattato alle peculiari specifiche degli orizzonti geologici .

Durante il Bronzo Medio, (1900-1600 a.C.) fu spianato il terreno sull’Acropoli, al fine di creare una superficie piana per la costruzione di edifici. Notevoli si sono rivelate le difficoltà di indagare i resti di questa fase archeologica a causa delle successive costruzioni che vi si sono successivamente accumulate.

Il periodo d’oro di Tirinto, tuttavia, va associato con l’età micenea (1600-1050 a.C.) . Vengono completate le fortificazioni e la costruzione dell’Acropoli. Questo periodo viene diviso in tre ulteriori fasi dette di Alta, Media e Bassa Acropoli, formatosi durante il periodo (1300 e 1250 a.C.). Tra l’inizio e la fine del 1200 a.C. e la metà del 1000 a.C. vengono completate le opere con una graduale estensione della fortificazione da sud a nord e nella parte inferiore della collina.
L’ingresso principale consisteva in una rampa di grandi dimensioni, 47 m di lunghezza posta sul lato orientale dell’Acropoli. Un grande portale in pietra simile alla Porta dei Leoni di Micene è il punto di ingresso del percorso verso il Palazzo. Passando per corridoi intervallati da cortili e vari ingressi, grandi e piccoli, si giungeva alla corte centrale. Il peristilio era circondato da tre lati da un portico mentre sul lato sud si sviluppava la gran parte del megaron. A nord si trovava l’ingresso alla sala del trono preceduta da un altro piccolo peristilio. Queste sono le zone del Palazzo in cui culminava la personificazione della grandezza ideologica del potere miceneo. Qui l'autorità suprema, l’Anax, il principe - secondo i ritrovamenti di tavolette scritte in Lineare B - intratteneva autorità e cittadini stranieri e teneva i raduni religiosi con i superbi cerimoniali del tempo. Nell’ala occidentale del megaron sorgevano gli appartamenti della famiglia reale. Nell’ala orientale dovevano invece trovarsi i quartieri destinati alle donne che si articolavano intorno ad un altro piccolo megaron privo del porticato sulla facciata.
Elaborati dipinti decoravano i pavimenti e le pareti non solo del grande Megaròn ma anche degli altri edifici del complesso palazzo. Nelle imponenti fortificazioni erano inserite le cosiddette gallerie. Costruite, con una volta ogivale aggettante simile a quello delle thòloi, nella parte orientale e meridionale del muro dell’Acropoli superiore, erano costituite da un lungo corridoio con una serie di camere tangenziali che probabilmente servivano da magazzini per la conservazione delle merci, o come aree artigianali di produzione.

Le parti settentrionali delle fortificazioni costruite agli inizi del 1300 a.C. sono coeve alla cittadella inferiore. All’interno delle mura sono state ritrovate 28 camere a tholos e due gallerie con l’accesso alle sorgenti sotterranee, per il rifornimento idrico in caso di assedio. Lungo l’asse della strada principale verso il nord del sito, è stato ritrovato un edificio d’uso residenziale, con laboratori e altri magazzini per le merci. Una monumentale porta sul lato occidentale era il principale accesso alla cittadella inferiore.

Alla fine del 1200 a.C. uno spaventoso terremoto causò gravi danni alle mura e gli edifici dell’ Acropoli, furono completamente distrutti dall’incendio che probabilmente ne seguì. Il disastro fu il catalizzatore della dissoluzione del sistema palazziale miceneo. Sembra che allora crebbe un insediamento urbano di grandi dimensioni nella pianura sottostante. All’interno dell’Acropoli rimase solamente un piccolo edificio usato come santuario forse identificabile come Tempio di Hera. Entro l’inizio di tempi storici la cittadella fortificata deve essere stata quasi completamente abbandonata. La popolazione superstite viveva in piccoli agglomerati agrari sparsi nella pianura circostante.

Autore
Dr. Alkistis Papadimitriou – (Libera traduzione con note aggiunte dall’autore dal sito ODISSEUS del Ministero Ellenico della Cultura)
Nearby cities:
Coordinate:   37°35'57"N   22°48'0"E

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