Talamone
| cittàdina, frazione (en)
Italy /
Toscana /
Orbetello /
World
/ Italy
/ Toscana
/ Orbetello
Mondo / Italia / / Grosseto
cittàdina, frazione (en)
Talamone è una frazione del comune italiano di Orbetello, nella provincia di Grosseto, in Toscana.
Questo interessante complesso castellano e urbanistico insieme, è, fra tutti i monumenti militari dello Stato dei Presidi, quello che presenta un’evoluzione storica di tutto riguardo. Se non è il più antico dei monumenti documentari, è senz’altro quello che, per le sue specifiche mansioni militari, ha avuto una esistenza più lunga. Godette di particolari e sempre sollecite premure durante il governo di Siena.
La Rocca è senz’altro di edificazione senese, forse addirittura con un nucleo più antico, feudale, quadrilatero, cui sono state aggiunte le quattro torri angolari. In tutti i casi, ancora oggi risultano inalterate le sue caratteristiche d’imponenza, con il suo slancio verticale, di inaccessibilità dal mare. E’ validamente inserita in tutto il complesso militare, sì da costituirne ancora il nucleo principale.
La pianta rettangolare è completamente inserita in una griglia a maglia quadrata che costituisce una vera e propria griglia metrologicia non solo per i muri principali e le torri d’angolo, ma anche per lo spessore dei muri e le dimensioni del cortile. I lati del quadrato che costituisce il modulo fondamentale corrispondono in sostanza alla misura del braccio, ma nella realtà il progetto è regolata interamente da un modulo doppio, corrispondente ad un quadrato di 120 x 120 cm (passetto). Questa chiarezza di impostazione del tutto eccezionale per la grande dimensione del modulo, è solo in parte contraddetta dalla torre più grande, a sua volta perfettamente rispondente al modulo, ma disossato, nelle due direzioni, rispetto al resto della costruzione, di mezzo modulo. Ciò si può spiegare con l’esigenza di contenerne la sporgenza verso l’interno, di bilanciarne simmetricamente i lati inseriti nella mura della cortina, e di consentirne una maggiore sporgenza verso l’esterno. Tutto ciò è ovviamente conseguenza delle sue maggiori dimensioni rispetto alle altre torri cui corrisponde un maggiore spessore del muro e certamente da una proporzionata maggiore altezza.
La parte più recente o meno antica del complesso urbano è da considerarsi la cinta muraria, per la maggior parte della sua estensione, va essa pure ritenuta di origine e di costruzione senese. Ciò si deduce dal suo andamento, tra i più lineari, solo caratterizzato da un numero fin troppo elevato di cortine, tutte in linea, intervallate da torri sporgenti, a planimetria quadrilatera, adatte per una difesa fiancheggiante con armi bianche, a corta gittata. Infatti la elementarità della configurazione difensiva del borgo, sta appunto nel fatto che non obbedisce ad alcuna di quelle esigenze derivanti
dall’impiego delle artiglierie.
La flessione costante ed inarrestabile dell’attività commerciale di Telamone nel corso del ‘400 non viene più compensata da nuovi interventi di ripopolamento né da nuovi trattati. La riluttanza senese ad investimenti che si erano dimostrati poco produttivi porta ad un mutamento significativo: dalla fine del secolo il Cassero, ormai superato dalle nuove tecniche fortificatorie, non appare più difendibile con successo, e comincia ad essere trascurato con vantaggio di restauri e ammodernamenti della cinta murata esterna. Questo radicale mutamento di funzioni equipara sempre più Telamone che trovava proprio nel Cassero il suo punto di forza distintivo – ad altre piazzeforti militari della costa maremmana, provocandone l’inevitabile omologazione ad un disegno di difesa territoriale assai più vasto.
Risulta accentuata la definitiva scomparsa politica ed economica di Telamone all’interno di uno Stato dei Presidi (1557 – 1801) dominato da diverse potenze europee, ma comunque sempre governato da Orbetello e disseminato di fortezze e torri costiere ben più moderne ed efficaci.
Il più antico documento cartografico dopo la pianta di fondazione è una
planimetria dell’ 8 Novembre del 1595 limitata ad opere difensive, dove compare ancora il camminamento che collega il Cassero alla fortificazione a mare, ormai divenuto, a causa delle frane, parte del recinto esterno.
Successivamente, i francesi, pensavano di consolidare ulteriormente il borgo, secondo più moderni criteri difensivi, ma i loro progetti non vennero realizzati; così rimarrebbe da sapere quanti e quali siano stati i provvedimenti adottati e realizzati dalle autorità spagnole (e poi da quelle austriache e infine da quelle borboniche) per far sì che Talamone continuasse la sua efficace esistenza di forte militare, al punto da essere ancora in servizio all’epoca della “spedizione
dei Mille”.
Abbandono, malaria, povertà appaiono dominare la scena fino alla metà dell’ottocento, nei racconti dei viaggiatori. Poi, la realizzazione della nuova Via Aurelia (1820-31), il catasto (1824) e infine la ferrovia (inaugurata il 15 giugno del 1861, la stazione di telamone è situata a Fonteblanda) segnano le tappe di una possibile intrapresa di lavori di bonifica radicali mentre iniziano le ricerche archeologiche. La bonifica del Padule di Talamone fu realizzata, da Jader Vivarelli(1836-1904), vero e proprio genius loci; completata soltanto negli anni ’30, la bonifica fa parte del complesso di trasformazioni che hanno profondamente mutato le condizioni abitative e agricole della Maremma. Infine, le distruzioni sistematiche del 1944 hanno lasciato in piedi solo parte della cinta muraria e il Cassero.
Fonte:
Evoluzione storica degli insediamenti con monitoraggio degli edifici catteristici vincolati ai sensi della L. 1089/39 del Comune di Orbetello.
www.talamone.it/ilportaledellatuavacanza.html
Questo interessante complesso castellano e urbanistico insieme, è, fra tutti i monumenti militari dello Stato dei Presidi, quello che presenta un’evoluzione storica di tutto riguardo. Se non è il più antico dei monumenti documentari, è senz’altro quello che, per le sue specifiche mansioni militari, ha avuto una esistenza più lunga. Godette di particolari e sempre sollecite premure durante il governo di Siena.
La Rocca è senz’altro di edificazione senese, forse addirittura con un nucleo più antico, feudale, quadrilatero, cui sono state aggiunte le quattro torri angolari. In tutti i casi, ancora oggi risultano inalterate le sue caratteristiche d’imponenza, con il suo slancio verticale, di inaccessibilità dal mare. E’ validamente inserita in tutto il complesso militare, sì da costituirne ancora il nucleo principale.
La pianta rettangolare è completamente inserita in una griglia a maglia quadrata che costituisce una vera e propria griglia metrologicia non solo per i muri principali e le torri d’angolo, ma anche per lo spessore dei muri e le dimensioni del cortile. I lati del quadrato che costituisce il modulo fondamentale corrispondono in sostanza alla misura del braccio, ma nella realtà il progetto è regolata interamente da un modulo doppio, corrispondente ad un quadrato di 120 x 120 cm (passetto). Questa chiarezza di impostazione del tutto eccezionale per la grande dimensione del modulo, è solo in parte contraddetta dalla torre più grande, a sua volta perfettamente rispondente al modulo, ma disossato, nelle due direzioni, rispetto al resto della costruzione, di mezzo modulo. Ciò si può spiegare con l’esigenza di contenerne la sporgenza verso l’interno, di bilanciarne simmetricamente i lati inseriti nella mura della cortina, e di consentirne una maggiore sporgenza verso l’esterno. Tutto ciò è ovviamente conseguenza delle sue maggiori dimensioni rispetto alle altre torri cui corrisponde un maggiore spessore del muro e certamente da una proporzionata maggiore altezza.
La parte più recente o meno antica del complesso urbano è da considerarsi la cinta muraria, per la maggior parte della sua estensione, va essa pure ritenuta di origine e di costruzione senese. Ciò si deduce dal suo andamento, tra i più lineari, solo caratterizzato da un numero fin troppo elevato di cortine, tutte in linea, intervallate da torri sporgenti, a planimetria quadrilatera, adatte per una difesa fiancheggiante con armi bianche, a corta gittata. Infatti la elementarità della configurazione difensiva del borgo, sta appunto nel fatto che non obbedisce ad alcuna di quelle esigenze derivanti
dall’impiego delle artiglierie.
La flessione costante ed inarrestabile dell’attività commerciale di Telamone nel corso del ‘400 non viene più compensata da nuovi interventi di ripopolamento né da nuovi trattati. La riluttanza senese ad investimenti che si erano dimostrati poco produttivi porta ad un mutamento significativo: dalla fine del secolo il Cassero, ormai superato dalle nuove tecniche fortificatorie, non appare più difendibile con successo, e comincia ad essere trascurato con vantaggio di restauri e ammodernamenti della cinta murata esterna. Questo radicale mutamento di funzioni equipara sempre più Telamone che trovava proprio nel Cassero il suo punto di forza distintivo – ad altre piazzeforti militari della costa maremmana, provocandone l’inevitabile omologazione ad un disegno di difesa territoriale assai più vasto.
Risulta accentuata la definitiva scomparsa politica ed economica di Telamone all’interno di uno Stato dei Presidi (1557 – 1801) dominato da diverse potenze europee, ma comunque sempre governato da Orbetello e disseminato di fortezze e torri costiere ben più moderne ed efficaci.
Il più antico documento cartografico dopo la pianta di fondazione è una
planimetria dell’ 8 Novembre del 1595 limitata ad opere difensive, dove compare ancora il camminamento che collega il Cassero alla fortificazione a mare, ormai divenuto, a causa delle frane, parte del recinto esterno.
Successivamente, i francesi, pensavano di consolidare ulteriormente il borgo, secondo più moderni criteri difensivi, ma i loro progetti non vennero realizzati; così rimarrebbe da sapere quanti e quali siano stati i provvedimenti adottati e realizzati dalle autorità spagnole (e poi da quelle austriache e infine da quelle borboniche) per far sì che Talamone continuasse la sua efficace esistenza di forte militare, al punto da essere ancora in servizio all’epoca della “spedizione
dei Mille”.
Abbandono, malaria, povertà appaiono dominare la scena fino alla metà dell’ottocento, nei racconti dei viaggiatori. Poi, la realizzazione della nuova Via Aurelia (1820-31), il catasto (1824) e infine la ferrovia (inaugurata il 15 giugno del 1861, la stazione di telamone è situata a Fonteblanda) segnano le tappe di una possibile intrapresa di lavori di bonifica radicali mentre iniziano le ricerche archeologiche. La bonifica del Padule di Talamone fu realizzata, da Jader Vivarelli(1836-1904), vero e proprio genius loci; completata soltanto negli anni ’30, la bonifica fa parte del complesso di trasformazioni che hanno profondamente mutato le condizioni abitative e agricole della Maremma. Infine, le distruzioni sistematiche del 1944 hanno lasciato in piedi solo parte della cinta muraria e il Cassero.
Fonte:
Evoluzione storica degli insediamenti con monitoraggio degli edifici catteristici vincolati ai sensi della L. 1089/39 del Comune di Orbetello.
www.talamone.it/ilportaledellatuavacanza.html
Articolo Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Talamone
Nearby cities:
Coordinate: 42°33'22"N 11°7'50"E
- Follonica 55 km
- Empoli 132 km
- Viareggio 166 km
- Santo Stefano di Magra 205 km
- Bordighera 315 km
- Voghera 322 km
- Antibes 351 km
- Pinerolo 404 km
- Rivoli 406 km
- Giaveno 413 km
- Talamone Camping Village 1.3 km
- Talamone Windsurf Spot 1.9 km
- Stadio 3.1 km
- Tenuta Agricola dell'Uccellina 6.3 km
- Cala di Forno 7.6 km
- San Donato Centro 8.9 km
- Alberese Scalo 9 km
- Fattoria Granducale di Alberese 12 km
- Marina di Alberese 12 km
- Lago di Poggio Perotto 12 km