Piazza De Ferrari (Comune di Genova)

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 piazza, piazza storica

Piazza De Ferrari
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Cuore di Genova

De Ferrari è uno dei luoghi simbolici della città. Da essa si ramificano alcune delle maggiori vie del centro, fra cui via XX Settembre (a sinistra) e via Dante (sulla destra). La piazza porta questo nome dal 1887, quando fu intitolata all'uomo politico e benefattore Raffaele De Ferrari, marchese e duca di Galliera. La foto raffigura la piazza come si presenta dopo le riqualificazioni del 2001.

Piazza De Ferrari è la principale piazza di Genova. Con la sua monumentale fontana è la vera e propria agorà cittadina. Fino agli anni settanta ha costituito il maggiore punto di aggregazione dei più giovani, prima che la movida genovese si trasferisse nella vicina piazza delle Erbe.
Indice [nascondi]
1 Il recupero
2 Zona rossa e altre rivolte
3 Storia
3.1 Piazza San Domenico
3.2 Il XIX secolo prima metà
3.3 Il XIX secolo seconda metà
3.4 Il Novecento
3.5 Il dopoguerra
3.6 Riqualificazioni moderne
4 Palazzi storici
5 Il ruolo della piazza nell'urbanistica cittadina
6 Voci correlate
7 Bibliografia
8 Altri progetti
9 Collegamenti esterni
Il recupero [modifica]

Ha riacquistato l'antico splendore dopo una massiccia opera di restyling architettonico compiuta particolarmente sulla pavimentazione stradale, sulla stessa fontana e sul Palazzo Ducale.
Tale opera di restauro è avvenuta negli anni novanta-duemila in occasione delle celebrazioni colombiane per il cinquecentenario della scoperta dell'America, prima, e della riunione del gruppo dei G8, poi.
In realtà, la fontana era stata precedentemente e più volte ristrutturata, sempre però rispettando l'originale progetto del 1936. Opera dell'architetto Giuseppe Crosa di Vergagni, fu realizzata grazie ad un cospicuo finanziamento della facoltosa famiglia Piaggio, diventando ben presto, assieme alla Lanterna, uno dei principali simboli cittadini.
La piazza è posta all'incrocio fra diverse importanti vie (fra cui via XX Settembre, già via Giulia) ed è situata in leggera altura rispetto al livello del mare e al sottostante centro storico che, si perde nella fitta rete di caruggi fino al porto antico.
Verso ponente, a fianco del teatro Carlo Felice, si aprono altre due importanti arterie viarie: leggermente in salita, in direzione di piazza Corvetto, l'elegante via Roma - vero e proprio salotto cittadino, ricca di negozi e boutique e affiancata dalla galleria Mazzini - e, in leggero declivio, con sbocco in piazza delle Fontane Marose, la via XXV Aprile.


Piazza De Ferrari si apre su via Dante, l'arteria al termine della quale sorge il grattacielo Piacentini
Benché non sia la piazza più grossa del centro cittadino, viene utilizzata non solo dai giovani, come vero punto di ritrovo per manifestazioni e per feste organizzate. È qui infatti che i tifosi di una delle due squadre cittadine (Genoa e Sampdoria) si riuniscono per festeggiare risultati calcistici importanti. È sempre nella piazza che è stata organizzata una manifestazione autonoma da parte dei tifosi di calcio dopo la vittoria ai Mondiali di Calcio del 2006.
Zona rossa e altre rivolte [modifica]

Punto focale dell'inaccessibile zona rossa durante la riunione del G8 (che portò ai tragici fatti del luglio 2001 ), Piazza De Ferrari ha visto lo svolgersi di rivolte di piazza, manifestazioni popolari, sindacali e studentesche, concerti rock, spettacoli di danza e di teatro.
Nel giugno 1960 la città - medaglia d'oro della Resistenza - si oppose allo svolgimento del congresso del Movimento Sociale Italiano autorizzato dal governo presieduto dal democristiano Fernando Tambroni, anche in conseguenza del fatto che nell'occasione sarebbe intervenuto Carlo Emanuele Basile, già capo della provincia di Genova sotto la Repubblica Sociale, che come collaboratore dei Tedeschi era stato responsabile di rastrellamenti ed esecuzioni, ed aveva poi beneficiato dell'amnistia.
Scoppiarono i disordini e De Ferrari (come viene familiarmente chiamata dai genovesi) fu scossa - assieme alle sue strade laterali - dal fumo dei lacrimogeni e dall'incrociare dei mezzi del reparto celere inviati a sedare uno dei moti popolari spontanei più drammatici accaduti nel XX secolo nel capoluogo ligure (ma con analoghi luttuosi episodi in altre città italiane), e storicamente secondo solo alle battaglie di strada della guerra partigiana.
Protagonisti dei violenti scontri di piazza con la polizia furono i ragazzi dalle magliette a righe (un particolare modello di camicie polo a strisce orizzontali allora molto in voga) affiancati dai lavoratori portuali, i camalli, scesi in piazza armati di bigo (lo speciale gancio allora ancora adoperato per lo scarico/carico delle merci dai vapori ancorati al porto).
In anni più recenti, e in occasioni non drammatiche ma connotate da gioia sportiva, De Ferrari ha salutato con festosi caroselli - e con l'ormai rituale bagno nella fontana, completamente rinnovata in occasione delle celebrazioni colombiane del 1992 - i successi calcistici delle locali squadre di Genoa e Sampdoria e della nazionale azzurra.
Piazza De Ferrari è ancor oggi il cuore sociale, commerciale, finanziario ed economico della città. Ogni evento che si registra nel capoluogo della Liguria non può escludere un suo coinvolgimento.
È qui che i genovesi e le comitive turistiche si danno appuntamento prima di intraprendere una qualsiasi passeggiata attraverso il centro storico.

Giochi d'acqua sulla fontana



Piazza De Ferrari con la fontana, agorà e cuore pulsante cittadino



Il palazzo della Nuova Borsa

Storia [modifica]

Piazza San Domenico [modifica]
Dove oggi sorge la piazza, anticamente era poco più di uno slargo di forma all'incirca triangolare racchiuso tra la facciata della chiesa di San Domenico, dalla quale traeva il nome, il palazzo che sorge a nord di Palazzo Ducale, antica sede del quotidiano Il Secolo XIX ed alcuni palazzi che proseguivano le facciate dei palazzi meridionali di via Giulia(poi via XX Settembre).
A piazza San Domenico accedevano la già citata via Giulia ad orienta, via dei Sellai (attuale via Cardinal Boetto) che da sud costeggiava Palazzo Ducale, sul fronte opposto via di San Sebastiano, all'incirca dove ora sbuca via Roma e salita del fondaco sul lato occidentale.
Al centro della piazza era un barchile del 1536.
Il XIX secolo prima metà [modifica]
Dopo l'annessione dei territori della Repubblica di Genova al Regno di Sardegna del 1815, nel 1818 le nuove autorità decisero di aprire un varco nel cuore del centro cittadino, che facesse da fulcro per la viabilità cittadina; si decise così di abbattere il complesso della chiesa di San Domenico, ottenendo in tal modo di distruggere anche uno dei più forti simboli della città, la chiesa più grande, più ricca e, soprattutto, la tomba dei dogi dell'antica Rivale.
I lavori di sistemazione dell'area circostante vennero affidati all'architetto genovese Carlo Barabino. Nel 1821, abbattuto anche il convento annesso alla chiesa venne progettata la costruzione di una caserma sul lato orientale ed una loggia su quello settentrionale dell'area lasciata libera ma venne appaltata solo la caserma.
Nel 1825, invece, realizzato nel frattempo il porticato di levante, venne progettato un teatro nella zona a Nord. I lavori, iniziati nel 1826, terminarono il 7 aprile 1828, mentre dove doveva sorgere la caserma di tre piani (sopra i portici) venne costruito un edificio di due piani che, inaugurato il 28 aprile 1832 fu destinato ad ospitare l'Accademia Ligustica di Belle Arti consegnando così alla piazza il suo nuovo volto, sul lato nord-orientale; la restante zona anticamente occupata dagli edifici religiosi, invece, rimase libera ad ingrandire la piazza. Frattanto nel 1825 venne decisa e resa operativa l'apertura di una strada che congiungesse il nuovo centro monumentale a "piazza delle Fontane Amorose" (piazza Fontane Marose), via Carlo Felice (attuale via XXV Aprile), inaugurata il 30 marzo 1828.
Il XIX secolo seconda metà [modifica]
Nella seconda frazione di secolo, dopo i molti lavori che vennero realizzati ed in questo periodo terminati: apertura di via San Lorenzo, di via Assarotti, della carrettiera Carlo Alberto (oggi via Gramsci), ed in relazione ad essi, la piazza assunse sempre più la sua nuova funzione di fulcro della viabilità cittadina.
Nel 1865 due progetti prevedevano il collegamento di via Assarotti a piazza Carlo Felice (oggi largo Sandro Pertini, davanti al teatro Carlo Felice). Nel 1868 si scelse un tracciato retto, progettato dall'ingegnere civico che prolungando la via raggiungesse la zona a ponente del teatro: via Roma, e la realizzazione di una strada parallela coperta: Galleria Mazzini. Nel 1879 venne inaugurato il monumento a Giuseppe Garibaldi, davanti al colonnato del teatro Carlo Felice.
Nel 1887 si decise di intitolare la piazza a Raffaele De Ferrari, Duca di Galliera, Principe di Lucedio, Cavalliere della Santissima Annunziata, munifico benefattore della città di Genova, diplomatico e banchiere. Nello stesso anno l'ingegner Cesare Gamba presentò un progetto (poi approvato) per la realizzazione di un asse viario tra piazza San Domenico e porta Pila che prenderà nel 1896 il nome di via XX Settembre, alla quale verrà aggiunto un porticato fra la piazza e porta dell'Arco (facente parte delle mura del XIV secolo), dove sorge l'attuale Ponte Monumentale.
Il Novecento [modifica]
Nel XX secolo, come in una sorta di vortice che partendo dal lato nord ha interessato tutta la piazza, l'attenzione si spostò sul lato sud-orientale, dove sopravvivevano il colle di Sant'Andrea ed i palazzi ed esso sottostante. Nel 1907 vennero progettate due strade a sud di via XX settembre, una che creando con la stessa un angolo di 45 gradi si dirigeva verso levante ed una che andando verso il mare congiungeva piazza De Ferrari a corso Oddone che correva lungo il litorale.
Nel 1910 venne approvata così la realizzazione di via Dante e nel 1912 venne inaugurato il Palazzo della Nuova Borsa all'angolo fra questa e via XX settembre, la cui tipica forma a semicerchio della facciata venne aggiunta in corso d'opera. La strada a mare non venne mai realizzata se non per un piccolo tratto.
Crocevia nella storia

Sopra: silhouette della statua equestre dedicata a Giuseppe Garibaldi; inaugurata nel 1879, fu realizzata dallo scultore Augusto Rivalta (1837 - 1925); sullo sfondo il prospetto laterale dell'Accademia Ligustica di Belle Arti
Sotto: Piazza De Ferrari in una antica cartolina
a sinistra il capolinea dei tramway; in alto a sinistra il Palazzo della Nuova Borsa; al centro la fontana



Nel 1914 vi era ancora un lato della piazza da rinnovare ed era quello prospiciente la chiesa di S. Ambrogio (o del Gesù). Di proprietà dell'ing. Gamba, il lotto si rivelò molto problematico proprio per la vicinanza della chiesa ma la questione si risolse nel 1920 con la costruzione del palazzo della Navigazione Italia, oggi sede della Regione Liguria.
Il 23 aprile 1934 venne posta in mezzo alla piazza la grande vasca di bronzo opera dell'architetto Giuseppe Crosa di Vergagni, donata dall'ingegner Carlo Piaggio per celebrare l'entrata in guerra dell'Italia contro l'Abissinia. Nella seconda guerra mondiale, durante un bombardamento, il teatro Carlo felice venne distrutto, rimase in piedi la facciata neoclassica verso la piazza ma dell'interno poco o nulla si salvò.
Tra il 23 ed il 25 aprile 1945 la piazza fu testimone di drammatici momenti dalla discesa dei partigiani dalle montagne alla parata nella quale essi conducevano le truppe del generale Gunter Meinhold resesi incondizionatamente, passando proprio sotto la fontana di piazza De Ferrari.
Il dopoguerra [modifica]
Terminata la quinta scenica delle architetture, nel secondo dopoguerra la piazza dovette definire il proprio ruolo nel tessuto sociale, oltre che urbanistico, della città.
Tre anni più tardi, nel 1948 (cento anni dopo la rivolta dei moti di Genova) l'attentato a Palmiro Togliatti causò una rivolta della popolazione che venne però sedata dalla vittoria di Gino Bartali al Tour de France, fu De Ferrari la piazza designata a centro delle proteste. Nel 1951 venne presentato da Paolo Antonio Chiesa un progetto per la ricostruzione del teatro, ma questo venne accantonato 12 anni più tardi.
Così nel 1960 la decisione di tenere a Genova il congresso del Movimento Sociale sotto il governo di Fernando Tambroni fece esplodere un altro sollevamento del popolo genovese, profondamente antifascista ed ancora, in gran parte, composto da ex partigiani, durante gli scontri alcuni mezzi della polizia vennero gettati nella fontana della piazza.
Da allora De Ferrari divenne il luogo nel quale si sarebbero sfogate le passioni della città, meta degli scioperi, delle riunioni di piazza e dei festeggiamenti come i vari capodanni e le vittorie delle squadre cittadine: il Genoa e la Sampdoria.
Nel 1977 fu il progetto di Carlo Scarpa a voler ridare nuova vita al teatro ma, dopo la morte del suo fautore si dovette aspettare il progetto di Aldo Rossi; nel 1987 venne dato il via ai lavori ed il teatro venne consegnato alla città nel 1991.
Riqualificazioni moderne [modifica]
In occasione delle riqualificazioni cittadine per la riunione dei G8 nel 2001, la piazza ha subito una nuova profonda trasformazione. La riqualificazione, per opera dell'architetto Bernard Winkler, è constata in più punti:
Ripavimentazione dell'intera area con blocchi di diferse dimensioni e colore e la sua iniziale chiusura completa al traffico (dopo poche settimane riaperta a quello pubblico da un solo lato, a causa degli ingorghi nelle vie circostanti).
Installazione di tre fontane laterali a quella centrale, composte da 14 getti da terra ciascuna, disposte a formare un quadrato su tre lati.
Aggiunta di un forte getto centrale, 60 getti laterali e una seconda vasca più bassa nella fontanta originale donata dal Piaggio.
Sistemazione, con reaffrescatura e/o illuminazione, dei principali palazzi circostanti.
Il 2005 ha visto l'apertura della stazione della metropolitana cittadina, di fronte all'ingresso del teatro Carlo Felice.
Nel 2007, in occasione di un congresso dei Verdi a Palazzo Ducale, gli spazi riservati alle tre fontane laterali sono stati riempiti con altrettanti prati, creando così un effetto scenico di impatto e discusso tra favorevoli e contrari. Successivamente i prati sono stati rimossi tornando alla precedente disposizione di getti d'acqua.
Palazzi storici [modifica]

Su di essa si affacciano alcuni fra i principali palazzi genovesi.
Primo fra tutti il Palazzo Ducale, il cui ingresso principale è tuttavia posizionato nella laterale piazza Matteotti.
Il Palazzo della Regione Liguria (già Palazzo Italia di Navigazione).
Il palazzo dell'Accademia Ligustica di Belle Arti, istituzione (fondata nel 1741 e qui trasferita dopo che nel 1825 venne costruito tale palazzo su progetto di Carlo Barabino. Il palazzo rimase sede fino a pochi decenni fa della Biblioteca Civica Berio). I suoi austeri portici si collegano a quelli del vicino teatro Carlo Felice.
Il teatro Carlo Felice, con il suo pronao neoclassico ideato dall'architetto Carlo Barabino e nello spazio antistante la statua equestre dedicata all'Eroe dei Due mondi, Giuseppe Garibaldi, opera dello scultore Augusto Rivalta.
Il Palazzo della Nuova Borsa (edificato nel 1912, sui progetto di Alfredo Coppedè, fratello del più noto Gino Coppedè. Il palazzo aveva allora sostituito la vecchia Loggia di Banchi; venuto meno oggi il suo ruolo, con l'avvento della Borsa telematica, è adibito a sede di mostre tematiche allestite nella magnifica sala in stile liberty).
Il palazzo già dimora del Duca di Galliera, Raffaele De Ferrari, che ha dato il nome alla piazza.
Numerosi sono inoltre gli edifici delle grandi banche locali (Banca Carige) e nazionali (Unicredit, Banca Intesa, ecc.).
Il ruolo della piazza nell'urbanistica cittadina [modifica]

Piazza De Ferrari è, in un certo senso, la summa della storia della città di Genova, per le architetture che ne definiscono la struttura urbanistica, e per la serie di riferimenti storici che reca con sé.
Intitolata al marchese Raffaele De Ferrari, munifico filantropo cui la città doveva la realizzazione di numerose opere pubbliche riguardanti particolarmente l'area portuale (per la quale aveva donato nel 1874 la cospicua somma di venti milioni di lire), la piazza ebbe il suo disegno definitivo nel 1885 per opera dell'ingegnere Cesare Gamba. All'insigne urbanista era stato affidato il compito di risolvere il problema dello sbocco, in direzione est-ovest, della via Giulia (oggi, appunto, via XX Settembre) che prima di allora era estremamente contenuto.
La strada - destinata a diventare la principale arteria viaria cittadina - era stata già stata ripetutamente allargata ma, in una città che si andava sempre più ampliando, non era più sufficiente a svolgere un adeguato ruolo di cerniera tra i quartieri della valle del Bisagno e delle colline di Albaro e Sturla con il ponente cittadino e le alture della circonvallazione a monte.
I lavori di ampliamento della piazza proseguirono poi anche nei primi decenni del Novecento con l'apertura verso levante, e parallelamente alla via XX Settembre, della via Dante, strada che conduce, attraverso quella che si ritiene fosse la casa di Cristoforo Colombo, alla Porta Soprana ai Piani di Sant'Andrea. Altre vie di collegamento furono create per congiungere quello che da allora diventerà il centro di Genova ai rioni di Sarzano e Ravecca. In occasione delle riqualificazioni cittadine per il G8 del 2001, i marciapiedi di metà Via XX Settembre lato Piazza de Ferrari sono stati ampliati di alcuni metri.
Nearby cities:
Coordinate:   44°24'25"N   8°56'2"E
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