Battaglia di Micale 479 aC.

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La battaglia di Micale fu una delle due principali battaglie che posero fine all'invasione persiana della Grecia, durante le guerre persiane. La battaglia ebbe luogo all'incirca il 27 agosto 479 a.C. sui pendii del monte Micale, nel territorio della Ionia, di fronte all'isola di Samo. Questa battaglia portò alla distruzione della maggior parte delle forze persiane nella Ionia, così come della loro flotta nel Mediterraneo.

Secondo la versione dello storico greco, i Persiani da Samo decisero di ritirarsi a Micale, nel continente, in modo da poter affrontare i Greci sulla terraferma (dove si ritenevano più forti) e poter utilizzare la fanteria che lì era di stanza. I Persiani potevano contare su un esercito di circa 60.000 uomini, comandato da Tigrane. Giunti sulla terraferma, formarono un muro con le loro navi, trascinando le rimanenti sulla spiaggia. Quando la flotta greca arrivò e trovò Samo vuota, iniziò a inseguire i Persiani, credendo che questi stessero fuggendo. I Greci raggiunsero velocemente i Persiani, i quali erano disposti sulla spiaggia, già pronti per la battaglia.

Leotichida, allora, si avvicinò il più possibile alla spiaggia e chiamato un araldo annunciò agli ioni nel campo persiano:

« Uomini della Ionia, quanti di voi sono a portata di voce, sentite quello che vi dico, tanto i Persiani non capiranno nulla dei moniti che vi rivolgo. Quando avrà luogo la battaglia, ci si ricordi prima di tutto della libertà, e poi della parola d'ordine: Ebe. E questo chi ha ascoltato lo riferisca a chi non l'ha udito. »
(Erodoto, 9.98)
Dopo di che i Greci iniziarono a sbarcare. I Persiani decisero quindi di disarmare i Sami, temendo potessero rivoltarsi, e mandarono quelli di Mileto a presidiare le strade che portavano alla vetta del Micale, allontanandoli dal campo di battaglia, sempre temendo un tradimento.

Intanto i Greci mentre camminavano sulla spiaggia, trovarono un bastone da araldo e credettero che quello dovesse essere un segnale divino, che ben presto il re spartano interpretandolo come segno di vittoria dei compatrioti nel continente greco, fece divulgare a suoi uomini. Rinvigoriti nel morale, diedero quindi inizio all'attacco:

« Gli Ateniesi e le truppe ad essi affiancate fino a metà dello schieramento procedevano lungo la spiaggia e su terreno pianeggiante, gli Spartani e le milizie che stavano loro accanto lungo un canalone e su terreno accidentato. Mentre questi ultimi ancora completavano l'aggiramento, sull'altro lato già si iniziava a combattere. »
(Erodoto, 9.102)
Gli Ateniesi dopo una breve battaglia, costrinsero i Persiani, guidati da Artaunte, a ritirarsi in una fortezza che avevano costruito poco più a valle. Gli Ateniesi (assieme a sicioni, trezeni e corinzi) li inseguirono e in breve conquistarono pure questo avamposto, dove persero la vita molti generali persiani, tra cui lo stesso Artaunte e Tigrane e lo stratego Perilao di Sicione fra i greci. I Persiani, ormai allo sbando, si diedero quindi alla fuga, ma poco più avanti dovettero affrontare anche i Milesi che avevano prima allontanato. I pochi soldati persiani sopravvissuti giunsero infine alla città di Sardi.
Quando arrivarono anche gli Spartani, il campo persiano fu saccheggiato e le navi persiane arenate furono incendiate.

Schieramenti
Polis greche Persia
Comandanti
Leotichida Artaunte
Effettivi
50.000 uomini,
250 navi 60.000 uomini,
200 navi
Perdite
sconosciuto 40.000
Nearby cities:
Coordinate:   37°36'15"N   27°11'59"E
  •  36 km
  •  61 km
  •  287 km
  •  313 km
  •  334 km
  •  378 km
  •  379 km
  •  445 km
  •  507 km
  •  510 km
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