Nuraghe e villaggio nuragico di Santa Caterina
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sito archeologico, nuraghe, civiltà nuragica, villaggio nuragico
Il nuraghe, del tipo complesso, comprende una torre centrale, il mastio, alla quale sono state aggiunte sulla fronte altre due torri secondarie raccordate da cortine murarie rettilinee che delimitano un piccolo cortile interno.
Attorno al nuraghe si estendeva il villaggio, con pozzo, del quale sono state riportate alla luce alcune capanne.
Al centro del paese, nell’area archeologica, vi è il villaggio nuragico, oggi conosciuto col nome di Santa Cadrina (145.60 m s.l.m.): esso è un nuraghe di tipo complesso, il quale comprende una torre centrale, il così detto mastio, alla quale sono state aggiunte altre due torri laterali secondarie, raccordate da muri rettilinei, che delimitano un piccolo cortile interno.
Esso è un’interessante testimonianza della continuità di insediamento della villa di Uri, i cui resti, situati proprio al centro del paese, sono attualmente oggetto di scavi che hanno già permesso di evidenziare resti di murature nuragiche, romane e medievali, di due pozzi, una macina, e di reperti litici e ceramici che abbracciano tutte le epoche, a partire dalle età prenuragiche, suggerendo un’affascinante ipotesi di presenza ininterrotta delle abitazioni umane. Insieme a quello di Santa Cadrina, nel territorio di Uri vi sono più di quaranta nuraghi.
Il villaggio nuragico è contornato da numerosi nuraghi minori, con un’associazione del tipo tribale. All’interno di quel territorio, il villaggio veniva custodito e difeso da nuraghi più piccoli, come tanti satelliti che gravitavano intorno al nuraghe centrale, e che avevano il compito di sorvegliarlo, facendo da sentinella verso il nuraghe maggiore.
L’ingresso orientato a sud est immette nel retro, dove vi è un andito, il quale oggi è chiuso ed inaccessibile, a causa di una scala realizzata in epoca successiva.
Lo stato della torre non consente di scoprire ciò che è rimasto all’interno. Il bastione, realizzato con blocchi di calcare e trachite, ha dimensioni inferiori rispetto al mastio, collegato da un breve andito rettilineo.
Il cortile interno è formato a pianta subtrapezoidale, dove vi è ubicato un pozzo. La camera della torre è collegata al cortile da un corridoio; lungo il perimetro interno della camera, sono individuate quattro piccole nicchie sopraelevate. La torre di sinistra presenta una camera circolare che si conserva per un'altezza su due filari.
Nella parte nord ovest della torre centrale vi era un grande forno, probabilmente utilizzato per riscaldare la parte interna del mastio e come fucina, per forgiare i metalli, lavorare i monili e gli utensili di terracotta. Attorno al nuraghe, con un altro pozzo, si estendeva il villaggio del quale sono state riportate alla luce alcune capanne.
Il nuraghe trovandosi al centro del paese, con la cessazione del suo impiego e con la carenza delle sue funzioni, negli anni fu pian piano abbandonato e distrutto dagli abitanti di Uri, che in epoca successiva hanno costruito le abitazioni prossime, con le pietre provenienti da esso.
Un signore di Uri intorno agli anni ‘80, ritrovò in un cortile adiacente il villaggio nuragico, una moneta in bronzo, coniata in rozza fattura, con Teste bifronte (definita Asse): essa mostra da un lato dei segni (all’inizio pensavamo fossero la stiva di una nave romana, come la moneta che Roma coniò per la vittoria di Anzio nel 261 a.C sui cartaginesi), per il momento indecifrabili, in apparenza dei solchi, e nell’altro lato, le due teste bifronte (Giano?). Nella testa di destra nella raffigurazione a formare la bocca, il naso e l’occhio appare un’incisione con su scritto Core; nell’altra testa, quella di sinistra si intravede un Nre.
Adiacente al Nuraghe, a poche decine di metri da ciò che resta del villaggio nuragico, in località Su Cunzatolu, vi scorga una sorgente d’acqua.
Attorno al nuraghe si estendeva il villaggio, con pozzo, del quale sono state riportate alla luce alcune capanne.
Al centro del paese, nell’area archeologica, vi è il villaggio nuragico, oggi conosciuto col nome di Santa Cadrina (145.60 m s.l.m.): esso è un nuraghe di tipo complesso, il quale comprende una torre centrale, il così detto mastio, alla quale sono state aggiunte altre due torri laterali secondarie, raccordate da muri rettilinei, che delimitano un piccolo cortile interno.
Esso è un’interessante testimonianza della continuità di insediamento della villa di Uri, i cui resti, situati proprio al centro del paese, sono attualmente oggetto di scavi che hanno già permesso di evidenziare resti di murature nuragiche, romane e medievali, di due pozzi, una macina, e di reperti litici e ceramici che abbracciano tutte le epoche, a partire dalle età prenuragiche, suggerendo un’affascinante ipotesi di presenza ininterrotta delle abitazioni umane. Insieme a quello di Santa Cadrina, nel territorio di Uri vi sono più di quaranta nuraghi.
Il villaggio nuragico è contornato da numerosi nuraghi minori, con un’associazione del tipo tribale. All’interno di quel territorio, il villaggio veniva custodito e difeso da nuraghi più piccoli, come tanti satelliti che gravitavano intorno al nuraghe centrale, e che avevano il compito di sorvegliarlo, facendo da sentinella verso il nuraghe maggiore.
L’ingresso orientato a sud est immette nel retro, dove vi è un andito, il quale oggi è chiuso ed inaccessibile, a causa di una scala realizzata in epoca successiva.
Lo stato della torre non consente di scoprire ciò che è rimasto all’interno. Il bastione, realizzato con blocchi di calcare e trachite, ha dimensioni inferiori rispetto al mastio, collegato da un breve andito rettilineo.
Il cortile interno è formato a pianta subtrapezoidale, dove vi è ubicato un pozzo. La camera della torre è collegata al cortile da un corridoio; lungo il perimetro interno della camera, sono individuate quattro piccole nicchie sopraelevate. La torre di sinistra presenta una camera circolare che si conserva per un'altezza su due filari.
Nella parte nord ovest della torre centrale vi era un grande forno, probabilmente utilizzato per riscaldare la parte interna del mastio e come fucina, per forgiare i metalli, lavorare i monili e gli utensili di terracotta. Attorno al nuraghe, con un altro pozzo, si estendeva il villaggio del quale sono state riportate alla luce alcune capanne.
Il nuraghe trovandosi al centro del paese, con la cessazione del suo impiego e con la carenza delle sue funzioni, negli anni fu pian piano abbandonato e distrutto dagli abitanti di Uri, che in epoca successiva hanno costruito le abitazioni prossime, con le pietre provenienti da esso.
Un signore di Uri intorno agli anni ‘80, ritrovò in un cortile adiacente il villaggio nuragico, una moneta in bronzo, coniata in rozza fattura, con Teste bifronte (definita Asse): essa mostra da un lato dei segni (all’inizio pensavamo fossero la stiva di una nave romana, come la moneta che Roma coniò per la vittoria di Anzio nel 261 a.C sui cartaginesi), per il momento indecifrabili, in apparenza dei solchi, e nell’altro lato, le due teste bifronte (Giano?). Nella testa di destra nella raffigurazione a formare la bocca, il naso e l’occhio appare un’incisione con su scritto Core; nell’altra testa, quella di sinistra si intravede un Nre.
Adiacente al Nuraghe, a poche decine di metri da ciò che resta del villaggio nuragico, in località Su Cunzatolu, vi scorga una sorgente d’acqua.
Articolo Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Nuraghe https://it.wikipedia.org/wiki/Complesso_nuragico_di_Santa_Caterina
Nearby cities:
Coordinate: 40°38'12"N 8°29'20"E
- Nuraghe Chessedu 3.3 km
- Nuraghe Asturedu 3.5 km
- Nuraghe Frailarzu 6.6 km
- Nuraghe Irventi 6.7 km
- Nuraghe Sa Punta 'e sa Nansa 6.9 km
- Nuraghe Sos Muros 9 km
- Nuraghe Sa Frissa 13 km
- Nuraghe Torru 14 km
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- Area Archeologica Nuraghe Santu Antine di Torralba 29 km
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- Uri 1.6 km
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