Castello di Rocca Priora

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 castello, Villa
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Costruita probabilmente al termine del 1100 (forse in onore della nascita di Federico II, avvenuta nella città di Jesi) per secoli la Rocca rappresentò un importante presidio militare sulla costa adriatica.
Il marchese Trionfi nel 1756 la restaurò completamente rendendola villa signorile.
Nel 1927 tenuta e castello (ormai diroccato) furono acquistati da Alfredo Baldoni, capostipite della “dinastia” degli attuali proprietari.
Secondo una tradizione introdotta nel dopoguerra, Rocca Priora, almeno nelle sue parti esterne, è sempre aperta al pubblico. I giardini del castello sono liberamente visitabili, il portale e la corte fanno da fondale alle foto di molti matrimoni e tante sono le manifestazioni artistiche e culturali che si svolgono nella corte della Rocca.
Fonte: www.tenutadiroccapriora.com/Az_RP/Benvenuto.html
Storia della Rocca in pdf: www.tenutadiroccapriora.com/Az_RP/Chi_siamo_files/Stori...
Grazie all'impiego costante della famiglia Baldoni, che la possiede fin dal primo dopoguerra, la Rocca è oggi in ottime condizioni di manutenzione.
L'andamento planimetrico della Rocca è analogo a quello del castello di Falconara: rettilineo nella parte posteriore, verso il mare, e curvilineo nella parte anteriore.
Nella costruzione originaria le mura raccordavano quattro torri, la più massiccia delle quali, il mastio, si ergeva al centro del lato posteriore, alle cui estremità stavano due torri di dimensioni inferiori poste a nord-ovest (verso Senigallia) e a sud.
Al centro della parte curvilinea vi era un quarto torrione che difendeva il ponte levatoio e l'unica via di accesso alla corte.
La trasformazione dell'antica struttura medioevale in residenza signorile è avvenuta a partire dalla seconda metà del Settecento ad opera di Francesco Trionfi.
I lavori consistettero nell'innalzare, tra la torre centrale e quella a nord-ovest, quattro piani ad uso di abitazioni.
Nel mastio furono ricavate quattro ampie sale a volta sovrapposte mentre la torre di nord-ovest fu elevata fino a raggiungere l'altezza del mastio: avanzi della merlatura originaria ne rilevano oggi la primitiva altezza.
La torre a sud, rimasta inalterata salvo la soppressione dei merli, fu trasformata in una sorta di sperone di rinforzo.
La parte anteriore dell'edificio venne munita di un portale in pietra che ricorda nel disegno e nella struttura quello del Lazzaretto di Ancona, opera del Vanvitelli.
Sulla sommità della torre d'ingresso, privata dei merli, fu costruita un'edicola in cui venne collocata una campana per il sottostante orologio, mentre ai lati del portale d'ingresso vennero innalzate due garitte, anch'esse reminiscenze del Lazzaretto.
La cortina muraria a sinistra del portale venne conservata e mantiene oggi intatta la sua smerlatura alla ghibellina, mentre essa si interrompe nella parte destra cui furono addossati edifici rustici.
In posizione più avanzata rispetto alla cortina muraria ma di altezza inferiore doveva esserci un recinto fortificato, allo scopo di costituire un primo baluardo di difesa: privato di merlatura, conserva oggi solo i beccatelli ed è visibile ai lati del portale.
Il ponte levatoio è stato conservato, anche se dopo la realizzazione del portale non può essere issato completamente, a ricordare che tutto l'impianto era provvisto di fossato, di cui oggi rimane un tratto nel fronte sud-occidentale.
Sulla corte si affaccia una cappella, anch'essa di origini settecentesche, dedicata alla Natività di Maria Vergine.
L'interno, armonioso e ben proporzionato, è ornato da statue di due membri della famiglia Trionfi, il Beato Agostino e S. Bonizio, poste entro grandi nicchie al centro delle pareti laterali.
La tela che sovrasta l'altare, raffigurante la Madonna col Bambino è opera del pittore architetto pesarese Gian Andrea Lazzarini (1710-1801).
La cappella è stata attribuita a Luigi Vanvitelli ma più realisticamente essa può essere definita di scuola vanvitelliana.
Non è ancora noto il nome dell'architetto che progettò i restauri dell'intero complesso ma, secondo Fabio Mariano, autore di Ancona 1895-1945, esso va ricercato nel gruppo dei seguaci-imitatori dello stile imposto dal Vanvitelli nelle Marche: a Giovambattista Urbini dovrebbe essere riferita la facciata della cappella, mentre il portale potrebbe essere opera di Francesco M. Ciaffoni.
Fonte: www.comune.falconara-marittima.an.it/falconara/html/inf...
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Coordinate:   43°38'28"N   13°21'59"E
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