Pontoglio
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World / Italy / Lombardia / Brescia
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Nelle campagne Pontogliesi numerosi sono stati i ritrovamenti di antichi insediamenti, tra questi spiccano le tombe barbariche, forse longobarde, risalenti al VI-VII.
Nel periodo Medioevale il fiume assunse sempre più importanza, e per il suo controllo scaturirono numerosi scontri armati tra bresciani e bergamaschi. Nella piana tra Pontoglio e Palosco si sarebbe svolta nel 1156 la battaglia di Palosco (detta anche delle Grumore), terminata con la sconfitta dell’esercito bergamasco e la distruzione del Castello di Palosco[4] . Nel corso di questa battaglia, che vide più di duemila caduti orobici, il gonfalone di S. Alessandro fu strappato alle truppe sconfitte e portato come trofeo a Brescia nella Chiesa dei Santi Faustino e Giovita, dove tuttora si trova.
Tra il 6 e il 7 luglio 1191 si svolse invece la battaglia della Malamorte, sul campo di battaglia situato nella località Cicalino, in cui intervenne persino l’Imperatore Arrigo VI. Lo scontro tra bresciani e bergamaschi vide anche questa volta la disfatta bergamasca per mano di Obizio da Niardo (Sant’Obizio); intervenuto con un manipolo di cavalieri spinse le truppe bergamasche in ritirata su un ponte di legno, che cedendo fece centinaia di vittime.
Federico II nel 1238 occupò Pontoglio durante la campagna contro la lega composta da Milano, Piacenza, Bologna e Brescia. Nel 1258 il borgo subì invece un saccheggio per mano dei Ghibellini che incendiarono e depredarono Pontoglio. D’interesse ingegneristico oltre che storico, il paese di Pontoglio tra il XIII e il XIV secolo ha visto un’amplia opera di bonifica per la realizzazione di un sistema idrico di rogge che negli anni ha portato alla realizzazione di sei seriole. (Vetra, Castrina, Galbena, Baiona, Rudiana e Castellana).
La storia di Pontoglio è strettamente legata alle dispute tra Milano e Venezia e solo nel 1454 (Pace di Lodi) il paese entrò ufficialmente a far parte del dominio Veneto e rimase sotto il governo della Serenissima sino al 1509 quando, grazie alla cessione di alcuni territori al generale Jacques de La Palice, il Paese fu occupato dai francesi assieme a Chiari e Castrezzato. Nel 1512 in seguito alla sconfitta subita a Ravenna, il generale francese passò proprio da Pontoglio in ritirata verso i territori transalpini.
Tra il 1575 e il 1576, Pontoglio fu devastato dalla peste e dalla siccità, per poi piombare nuovamente nell’incubo della morte nera nel 1630 ed è in quest’occasione che furono eretti due lazzaretti; il contagio terminò un anno dopo e tutt’oggi nella vecchia parrocchiale esiste una cripta, dove sono visibili (attraverso degli oblò nel pavimento) gli scheletri dei morti appestati.
Il ‘700 fu un secolo di duro lavoro e molta povertà in cui a fasi alterne truppe Spagnole e Francesi saccheggiarono diverse volte il borgo Pontogliese; la successiva caduta della Serenissima ed il passaggio alla Repubblica bresciana prima e Cisalpina poi, portarono solo nuove tasse e nessun progresso economico. Sotto il dominio Napoleonico, le cose non mutarono certamente in meglio, almeno fino al 1882. In quell’anno un imprenditore milanese – Giulio Sacconaghi – aprì il primo stabilimento industriale per la produzione di velluti. L’avvento dell’industriale milanese risollevò le attività economiche ed il paese intero.
Gli inizi del Novecento passarono senza troppi avvenimenti fino allo scoppio della Prima guerra mondiale cui il paese versò un alto contributo di vite. Col termine della guerra nel 1918 è da citare la costruzione dell’Oratorio per la Gioventù. Con lo scoppio del secondo conflitto mondiale, numerosi giovani persero la vita su entrambi i fronti, tra questi alcuni partigiani nella strage di Coccaglio.
Il secondo dopoguerra è storia recente, Pontoglio fu trainato come l’intero Paese dal boom economico e sociale post bellico, portando allo sviluppo di una fiorente vita economica e sociale.
[modifica] Origine del nome
Il nome del paese trae le sue origini già nel X secolo ed era conosciuto come Ponte Oleo o Pontolio. Questa etimologia deriva dalla presenza di un ponte sul fiume Oglio su cui sorge una parte del paese; detta anche "Pontoglio basso"[senza fonte].
Il nome della località deriverebbe dalla presenza del ponte sul fiume, il cui corso ha sempre rappresentato un punto di confine, tra Galli Cenomani e Insubri, Milanesi e Veneziani, fino a essere oggi il confine tra le province di Bergamo e Brescia[senza fonte].
[modifica] Monumenti e luoghi di interesse
antica Chiesa Parrocchiale di Santa Maria, sec. VIII-IX
nuova chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, 1748
Sant'Antonio al Ponte, sec. XIV
Ponte sul fiume Oglio (1622): secondo Sandro Albini, quello di Pontoglio potrebbe essere, assieme a quello di Calepio, il ponte rappresentato nella Gioconda di Leonardo da Vinci[5]. Ponte che tuttavia gli studiosi indicano in quello di Buriano sull'Arno.
Nel periodo Medioevale il fiume assunse sempre più importanza, e per il suo controllo scaturirono numerosi scontri armati tra bresciani e bergamaschi. Nella piana tra Pontoglio e Palosco si sarebbe svolta nel 1156 la battaglia di Palosco (detta anche delle Grumore), terminata con la sconfitta dell’esercito bergamasco e la distruzione del Castello di Palosco[4] . Nel corso di questa battaglia, che vide più di duemila caduti orobici, il gonfalone di S. Alessandro fu strappato alle truppe sconfitte e portato come trofeo a Brescia nella Chiesa dei Santi Faustino e Giovita, dove tuttora si trova.
Tra il 6 e il 7 luglio 1191 si svolse invece la battaglia della Malamorte, sul campo di battaglia situato nella località Cicalino, in cui intervenne persino l’Imperatore Arrigo VI. Lo scontro tra bresciani e bergamaschi vide anche questa volta la disfatta bergamasca per mano di Obizio da Niardo (Sant’Obizio); intervenuto con un manipolo di cavalieri spinse le truppe bergamasche in ritirata su un ponte di legno, che cedendo fece centinaia di vittime.
Federico II nel 1238 occupò Pontoglio durante la campagna contro la lega composta da Milano, Piacenza, Bologna e Brescia. Nel 1258 il borgo subì invece un saccheggio per mano dei Ghibellini che incendiarono e depredarono Pontoglio. D’interesse ingegneristico oltre che storico, il paese di Pontoglio tra il XIII e il XIV secolo ha visto un’amplia opera di bonifica per la realizzazione di un sistema idrico di rogge che negli anni ha portato alla realizzazione di sei seriole. (Vetra, Castrina, Galbena, Baiona, Rudiana e Castellana).
La storia di Pontoglio è strettamente legata alle dispute tra Milano e Venezia e solo nel 1454 (Pace di Lodi) il paese entrò ufficialmente a far parte del dominio Veneto e rimase sotto il governo della Serenissima sino al 1509 quando, grazie alla cessione di alcuni territori al generale Jacques de La Palice, il Paese fu occupato dai francesi assieme a Chiari e Castrezzato. Nel 1512 in seguito alla sconfitta subita a Ravenna, il generale francese passò proprio da Pontoglio in ritirata verso i territori transalpini.
Tra il 1575 e il 1576, Pontoglio fu devastato dalla peste e dalla siccità, per poi piombare nuovamente nell’incubo della morte nera nel 1630 ed è in quest’occasione che furono eretti due lazzaretti; il contagio terminò un anno dopo e tutt’oggi nella vecchia parrocchiale esiste una cripta, dove sono visibili (attraverso degli oblò nel pavimento) gli scheletri dei morti appestati.
Il ‘700 fu un secolo di duro lavoro e molta povertà in cui a fasi alterne truppe Spagnole e Francesi saccheggiarono diverse volte il borgo Pontogliese; la successiva caduta della Serenissima ed il passaggio alla Repubblica bresciana prima e Cisalpina poi, portarono solo nuove tasse e nessun progresso economico. Sotto il dominio Napoleonico, le cose non mutarono certamente in meglio, almeno fino al 1882. In quell’anno un imprenditore milanese – Giulio Sacconaghi – aprì il primo stabilimento industriale per la produzione di velluti. L’avvento dell’industriale milanese risollevò le attività economiche ed il paese intero.
Gli inizi del Novecento passarono senza troppi avvenimenti fino allo scoppio della Prima guerra mondiale cui il paese versò un alto contributo di vite. Col termine della guerra nel 1918 è da citare la costruzione dell’Oratorio per la Gioventù. Con lo scoppio del secondo conflitto mondiale, numerosi giovani persero la vita su entrambi i fronti, tra questi alcuni partigiani nella strage di Coccaglio.
Il secondo dopoguerra è storia recente, Pontoglio fu trainato come l’intero Paese dal boom economico e sociale post bellico, portando allo sviluppo di una fiorente vita economica e sociale.
[modifica] Origine del nome
Il nome del paese trae le sue origini già nel X secolo ed era conosciuto come Ponte Oleo o Pontolio. Questa etimologia deriva dalla presenza di un ponte sul fiume Oglio su cui sorge una parte del paese; detta anche "Pontoglio basso"[senza fonte].
Il nome della località deriverebbe dalla presenza del ponte sul fiume, il cui corso ha sempre rappresentato un punto di confine, tra Galli Cenomani e Insubri, Milanesi e Veneziani, fino a essere oggi il confine tra le province di Bergamo e Brescia[senza fonte].
[modifica] Monumenti e luoghi di interesse
antica Chiesa Parrocchiale di Santa Maria, sec. VIII-IX
nuova chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, 1748
Sant'Antonio al Ponte, sec. XIV
Ponte sul fiume Oglio (1622): secondo Sandro Albini, quello di Pontoglio potrebbe essere, assieme a quello di Calepio, il ponte rappresentato nella Gioconda di Leonardo da Vinci[5]. Ponte che tuttavia gli studiosi indicano in quello di Buriano sull'Arno.
Wikipedia article: http://it.wikipedia.org/wiki/Pontoglio
Nearby cities:
Coordinates: 45°34'13"N 9°51'16"E
- Rudiano 8.5 km
- Coccaglio 8.7 km
- Castelcovati 9 km
- Castrezzato 10 km
- Trenzano 15 km
- Ospitaletto 16 km
- Castegnato 20 km
- Municipality of Roncadelle 23 km
- Capriano del Colle 24 km
- Municipality of Flero 26 km
- Electrical substation 4.7 km
- Electrical substation 6.5 km
- Historic Center 6.9 km
- Railway traction substation 10 km
- Rudiano 10 km
- CITYPER ROVATO 11 km
- Castrezzato Cemetery 11 km
- Centro Commerciale Le Porte Franche 11 km
- Rovato Railway Station 12 km
- La girandola 13 km