Il Mulino di Montebonello (detto anche della Rufina) (Montebonello)
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Sulla sponda destra della Sieve, in prossimità dell'abitato di Montebonello sorge la cosiddetta "cartiera Alessandri". Si tratta di un impianto ancora oggi in funzione, in cui sopravvivono tecniche vecchie (macinazione e produzione della pasta di cellulosa) e nuove (produzione del foglio continuo), ma che è ormai ai margini del mercato e vicino alla chiusura definitiva.
La cartiera venne impiantata intorno al 1920 su un preesistente mulino, di cui si hanno le prime notizie nella metà del XVII sec.: nel 1653 infatti venne estinta (forse a causa di un'inondazione) la decima relativa ad un mulino (con gora e casa da pigionali) che i Mormorai possedevano in questa località.
Il mulino era alimentato da un canale che prendeva origine dal fiume in prossimità di una pescaia posta qualche centinaia di metri più a monte, prima dell'ansa che il fiume compie in questo tratto del suo corso. I toponimi "Mulinaccio" e "Mulino" sono attestati già nel '600, ed indicavano tale località (nei cui pressi esisteva anche la cosiddetta osteria di Montebonello), situata proprio di fronte all’attracco della "nave" che collegava le due sponde del fiume.
Intorno al 1820-1821 un’inondazione danneggiò la pescaia, costringendo il mulino all'inattività. Dopo circa un trentennio la famiglia Liccioli vendette il mulino non funzionante agli Alessandri. I nuovi proprietari ampliarono il mulino ed allungarono la gora, per poter utilizzare i resti di un vecchio ponte nel costruire la nuova pescaia (dei tre pignoni dell’antico ponte, uno è ancora visibile sulla sponda sinistra, quello centrale è murato nella pescaia, il terzo venne disfatto per costruire l’ingresso della gora); provvisoriamente venne costruito uno sbarramento con palafitte.
Il mulino (detto anche "della Rufina") nel 1871, sotto la conduzione di Raffaello Alessandri, risulta essere dotato di quattro palmenti destinati alla macinatura di grano e biade; un quinto palmento venne impiantato poco più tardi per macinare lo zolfo siciliano, necessario ai trattamenti dei vigneti.
Nel 1902 venne impiantata una turbina Francis che, utilizzando una caduta di m 5.50, permetteva la produzione di energia elettrica al servizio del paese di Rufina, alimentando di giorno le segherie, e di notte le case dei privati.
Dell'immediato primo dopoguerra è come si è detto la trasformazione del mulino in cartiera, successivamente ampliata (1960).
Fonte:
www.tuscany.name/CORNUCOPIA/mulini/ubonello.htm
La cartiera venne impiantata intorno al 1920 su un preesistente mulino, di cui si hanno le prime notizie nella metà del XVII sec.: nel 1653 infatti venne estinta (forse a causa di un'inondazione) la decima relativa ad un mulino (con gora e casa da pigionali) che i Mormorai possedevano in questa località.
Il mulino era alimentato da un canale che prendeva origine dal fiume in prossimità di una pescaia posta qualche centinaia di metri più a monte, prima dell'ansa che il fiume compie in questo tratto del suo corso. I toponimi "Mulinaccio" e "Mulino" sono attestati già nel '600, ed indicavano tale località (nei cui pressi esisteva anche la cosiddetta osteria di Montebonello), situata proprio di fronte all’attracco della "nave" che collegava le due sponde del fiume.
Intorno al 1820-1821 un’inondazione danneggiò la pescaia, costringendo il mulino all'inattività. Dopo circa un trentennio la famiglia Liccioli vendette il mulino non funzionante agli Alessandri. I nuovi proprietari ampliarono il mulino ed allungarono la gora, per poter utilizzare i resti di un vecchio ponte nel costruire la nuova pescaia (dei tre pignoni dell’antico ponte, uno è ancora visibile sulla sponda sinistra, quello centrale è murato nella pescaia, il terzo venne disfatto per costruire l’ingresso della gora); provvisoriamente venne costruito uno sbarramento con palafitte.
Il mulino (detto anche "della Rufina") nel 1871, sotto la conduzione di Raffaello Alessandri, risulta essere dotato di quattro palmenti destinati alla macinatura di grano e biade; un quinto palmento venne impiantato poco più tardi per macinare lo zolfo siciliano, necessario ai trattamenti dei vigneti.
Nel 1902 venne impiantata una turbina Francis che, utilizzando una caduta di m 5.50, permetteva la produzione di energia elettrica al servizio del paese di Rufina, alimentando di giorno le segherie, e di notte le case dei privati.
Dell'immediato primo dopoguerra è come si è detto la trasformazione del mulino in cartiera, successivamente ampliata (1960).
Fonte:
www.tuscany.name/CORNUCOPIA/mulini/ubonello.htm
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