Villa di Mondeggi

Italy / Toscana / Bagno a Ripoli /
 Carica una foto

La villa di Mondeggi è stata parte di una fattoria che si estendeva per 196 ettari fra il Comune di Bagno a Ripoli, Greve e Figline Valdarno, comprendente principalmente la villa padronale, la cappella, il giardino circostante e la vecchia casa del giardiniere.
Il nome di Mondeggi dato alla villa si può far risalite al toponimo di Monteggi, che rimanda alla particolare conformazione topografica della zona caratterizzata dalla presenza di piccoli monti e colline circostanti.
I possedimenti di Mondeggi vengono citati già dai documenti dei monaci vallombrosani della Badia di San Casciano a Montescalari, che sin dal XI secolo avevano possedimenti nella zona di Antella e Lappeggi, mentre indicazioni documentarie risalenti al XIV secolo riferiscono di un «palazzo con tre case» annesso probabilmente ad un corpo di fabbrica, quale «casa da signore » di proprietà della famiglia fiorentina dei Bardi., che nel 1427 fu venduta ai Portinari. Il 16 ottobre 1488 Tommaso detto Folco Portinari, procuratore del nipote, donò la villa allo “spedale di Santa Maria Nuova” che, nel 1506, la rivendette a Guidetto Guidetti. Dal quale, la proprietà, passò a Simone Ugo della Gherardesca. Nel 1655 il conte Ippolito della Gherardesca vendette al cugino Guido della Gherardesca il palazzo di Mondeggi e sempre nello stesso anno il papa Alessandro VII concesse a Guido, Simone e Pietro della Gherardesca l’uso di un oratorio privato già presente nella villa nel 1610. Al 1704, risale l’oratorio pubblico dedicato a San Giovanni Evangelista e officiato per la prima volta nel 1711. Nel 1862 per volere del Conte Ugolino della Gherardesca si procedette ad un’ampia ristrutturazione di tutto l’edificio che fu ingrandito dagli architetti Angelo Foggi e Vincenzo Buffi e affrescato da Olimpio Bandinelli.
Dopo altri interventi di ristrutturazione condotti nel 1888 e 1923 i conti della Gherardesca la vendettero (1938) alla famiglia Ascoli, da cui la villa passò ai Riva che eseguirono altri lavori di modificazione interna; nel 1964 Mondeggi divenne proprietà dell’Amministrazione Provinciale di Firenze insieme all’annessa fattoria. Oggi è un’azienda agricola che si estende su una superficie di 265 ettari nel territorio del comune di Bagno a Ripoli. Vi sono 36 ettari di vigneti specializzati, 60 ettari di oliveti e 40 ettari a seminativo, mentre, in collaborazione con la facoltà di Scienze agrarie e forestali dell’Università di Firenze e il CNR, sono state avviate attività sperimentali in più campi. Numerosi giardini, alcuni dei quali pensili, circondano il fabbricato arricchendone l’intorno con vasche alimentate da fonti e zampilli di acqua perenne condotta dalla cisterna della villa Medicea di Lappeggi.
Ancora oggi si possono ammirare nel giardino le numerose fontane che lo arricchiscono; sono infatti presenti più elementi che rievocano la presenza dell’acqua e svariate tipologie di fonti. Si tratta per lo più di vasche circolari, di dimensioni contenute, spesso arricchite da un elemento scultoreo centrale dal quale si generalo zampillo.
Il materiale maggiormente impiegato, sia per gli elementi decorativi delle fontane,che per le statue del giardino,risulta essere la pietra; si hanno anche alcune interposizioni di elementi in terracotta, ma presumibilmente sono dovute ad interventi postumi, più propriamente risalenti al XIX secolo. La prima vasca che si incontra, è ubicata nel viale laterale sinistro della villa, in posizione antistante all’oratorio, edificato nel XVIII secolo; questa fontana a pianta circolare presenta un elemento centrale verticale che rappresenta il basamento di sostegno per due elementi che simulano le fattezze di due piatti, ma che risultano notevolmente rimaneggiati e rielaborati per il particolare rivestimento impiegato, il quale risulta di notevole interesse per l’impiego di materiale lapideo, lavorato e posizionato a simulazione della scabrosità della roccia vera e propria. Tale paramento si ritrova anche in altri esempi di fontane coeve, come quella settecentesca presente nella villa Le Sorgenti, in cui, nonostante l’avanzato degrado, si nota ancora un particolare composizione di un intonaco molto grezzo, che simula le spugne e gli elementi organici impiegati comunemente per i rivestimenti di grotte e ninfei. La fontana presenta inoltre, oltre allo zampillo centrale, anche ulteriori augelli posizionati perimetralmente, lungo la vasca circolare, tanto da creare, durante il suo funzionamento, una circonferenza d’acqua che avvolgeva l’intero manufatto esplodendo in numerosi getti e zampilli.
Sul retro della villa si trova invece una vasca circolare circondata da una esedra realizzata con basse siepi ed arricchita da statue e sedute lapidee. La fontana non presenta elementi decorativi centrali, solo un augello determina la presenza di un getto d’acqua ascensionale, che alimenta lo specchio d’acqua. La vasca risulta perfettamente inserita nella composizione formale del giardino anche per la presenza del verde che la definisce e la struttura, e che risulta nettamente prevalente rispetto agli elementi lapidei, quasi a definirla come un elemento naturale e non di pietra: la leggera balaustra metallica è infatti interrotta da elementi basamentali lapidei di sostegno, quali uniche parti “costruite”, e l’intero perimetro dell’invaso circolare è invece contornato da una balaustra verde, definita dalle stesse basse siepi che disegnano anche l’intorno. La vasca è inoltre fronteggiata da un’altra quinta verde, anch’essa sviluppata in larghezza e poco in altezza, quindi non certo invasiva per la visione prospettica dell’intero complesso, che si pone quale elemento di raccordo longitudinale tra l’esedra, che ospita centralmente la vasca, e la scalinata a due rampe, che consente l’accesso alla terrazza sovrastante.
La scalinata ospita in asse una nicchia che rievoca la tipica composizione architettonica sei-settecentesca delle due rampe ad andamento curvilineo, con la presenza centrale di una grotta o ninfeo, quale spazio ipogeo ricavato sotto al terrazzamento prospiciente l’edificio; in questa realizzazione non si ha la presenza di un vero e proprio ninfeo, ma la piccola nicchia richiama lievemente la prassi di dilatare questo volume architettonico con l’apertura di un vano sottostante, in cui l’acqua e gli elementi naturali dovevano simulare il mito della grotta e dell’oscuro, quanto magico, luogo di delizia. Si ha in questo caso la presenza dell’acqua nella nicchia attraverso la collocazione di una mascherone in terracotta dal quale probabilmente fuoriusciva un getto che veniva raccolto dalla vasca ad un piatto, anch’essa in terracotta. Sulla terrazza è inoltre presente un’altra vasca circolare, posta in asse rispetto a quella sottostante ed alla piccola fontana collocata nella nicchia della scalinata, che si presenta molto più classicheggiante nelle sue fattezze. Risulta costituita e caratterizzata da un elemento centrale lapideo, un basamento che sorregge un piatto, anch’esso in pietra, posto a prima raccolta del getto d’acqua, ubicato in posizione elevata rispetto agli esempi precedentemente citati, attraverso il quale si genera un effetto molto più dolce ed armonico della caduta d’acqua. Il getto infatti non segue un rapido e puntiforme movimento ascensionale, dal basso verso l’alto, cadendo a spruzzo nello specchio di raccolta, ma in questo caso viene prima accolto dal piatto lapideo e, da questo, morbidamente fatto fuoriuscire come un velo leggero verso la vasca sottostante. Attualmente la fontana è arricchita da vasi di terracotta, probabilmente aggiunti successivamente.
Il versante nord della villa è occupato da un contenuto giardino formale, costituito da basse siepi, analoghe a quelle descritte per lo spazio ad esedra ubicato invece nel lato ovest, che disegnano partizioni geometriche in cui sono singolarmente piantumate anche piante esotiche, quali palme. Il disegno geometrico del giardino genera uno spazio circolare centrale in cui è ospitata una vasca anch’essa circolare, costituita da una balaustra perimetrale definita da grossi conci di pietra, rozzamente sbozzati, ed in posizione centrale da una composizione scultorea in terracotta, raffigurante due puttini, singolarmente abbigliati quasi “alla contadina”, uno dei quali sorregge l’augello metallico per la fuoriuscita del getto d’acqua. L’eclettica composizione è ipoteticamente riferibile, anche per l’impiego di piante esotiche, ad una risistemazione risalente al XIX secolo.
Nel versante nord della villa si sviluppa anche un boschetto artificiale, detto “il Bobolino”, all’inizio del quale erano presenti, secondo testimonianze risalenti agli inizi del XIX secolo, numerose statue antiche provenienti dal viale del Poggio Imperiale, che furono qui inserite in seguito al suo allargamento ed alla piantumazione dei cipressi. In questo spazio è presente un’ampia vasca a pianta ellittica, visibile anche dal giardino formale sopra descritto, impiegata probabilmente come vivaio, od elemento di raccolta dell’acqua.

Fonte:
Verdi Terre di Toscana
www.verditerre.org/verde/6/9ripolimondeggi.html
Nearby cities:
Coordinate:   43°42'13"N   11°19'7"E
This article was last modified 13 anni fa