Parco Archeologico di Baratti e Populonia - Monastero di San Quirico
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sito archeologico, monastero
Nei documenti le prime citazioni del monastero, osservante la regola benedettina, risalgono al 1048, come si deduce dal Cartulario del monastero. Nel corso del XII secolo all'ente appartenevano terre, molini e saline. In seguito dopo un lungo periodo di crisi attraversato nel corso del XIII secolo, il monastero fu prima concesso agli eremiti di S.Maria di Rupecava e poi, nel 1259 ai Gugliemiti di Malavalle.
Il cenobio fu soppresso alla fine del XIV secolo sebbene una continua frequentazione della chiesa è registrabile, anche grazie alle evidenze materiali, sino all'età moderna.
Lo scavo ha sinora riportato in luce i muri perimetrali della chiesa, l'edificio più antico del''intero complesso risalente alla seconda metà dell'XI secolo. Alla chiesa, ad aula unica terminante con tre absidi, si affianca un ampio chiostro, provvisto al centro di un pozzo, a cui erano collegati una serie di ambienti di servizio solo parzialmente riportati in luce nel corso della prima campagna di scavo.
Inoltre sono state identificate una serie di fasi cimiteriali caratterizzate sia dalla presenza di tombe in fossa terragna sia rivestite con lastre di pietra.
Fonte:
www.archeogr.unisi.it/CCGBA/laboratori/laaum/index.php?...
Il complesso monastico dedicato a San Quirico si trova ubicato sulle pendici del Poggio Tondo, nei pressi del torrente che oggi prende il suo nome, a breve distanza dai resti della città antica di Populonia.
Il sito è raggiungibile attraverso la sentieristica progettata a seguito dell’ampliamento del Parco di Baratti-Populonia. Le ricerche archeologiche svolte nel quadriennio 2002-2006 hanno consentito di comprendere lo sviluppo planimetrico e cronologico dell’impianto monastico, definendone le tappe di costruzione. La prima menzione di un edificio di culto in questa zona risale al 1035 e già dalla seconda metà dell’ XI secolo il monastero di S. Quirico comprendeva la chiesa e il chiostro. Al 1075 risale la prima attestazione del monastero in quanto tale; nel corso del XIII secolo subì una serie di passaggi di ordini monastici nella sua gestione, sino al graduale abbandono delle strutture componenti il complesso claustrale. Solo alla fine del XVI secolo il monastero fu interessato da una consistente opera di ristrutturazione all’interno di un progetto legato alle fasi di ripopolamento del promontorio, progetto che però non ebbe successo, come ha ben dimostrato la ricerca archeologica, dal momento che il monastero dalla fine del XVII secolo fu frequentato solo da pastori. In occasione dei lavori di ripristino del complesso, alla fine del Cinquecento, fu parzialmente smontato quello che restava dell’originario apparato scultoreo e architettonico del chiostro, in parte riusato ed in parte mai più utilizzato sino al suo rinvenimento durante le ricerche archeologiche. È questo uno dei ritrovamenti più significativi dal momento che, in depositi secondari, sono stati trovati più di mille pezzi scultorei ed architettonici di XII e XIII secolo che oggi attendono una adeguata valorizzazione e costituiscono uno dei ritrovamenti più significativi nel panorama nazionale.
Dell’antico monastero benedettino è oggi possibile ammirare l’originale chiesa abbaziale, sottoposta a recenti interventi di restauro conservativo, di cui rimangono in piedi i muri perimetrali della navata e di parte delle tre absidi ed i resti delle strutture murarie che delimitavano il corridoio del chiostro ed il cortile a questo interno, provvisto di un pozzo di cui, nei recenti interventi, è stata ricostruita la ghiera nelle sue originarie forme. Sempre nelle passate opere di tutela e conservazione sono state ripristinate le originarie quote di calpestio della chiesa e del chiostro con le copertura delle diverse aree di scavo al fine di rendere più agevole la visita al sito e facilitare il deflusso delle acque meteoriche. Da questo primo lotto di interventi di recupero e conservazione sono stati escluse, per ragioni di disponibilità di fondi e di priorità di intervento, tutte le strutture murarie pertinenti gli ambienti che circondavano il chiostro e la possente torre in pietra, realizzata, nel corso
del XII secolo, all’estremità nord-est del complesso, oggi parzialmente crollata, di cui però sono ancora visibili parte dei muri perimetrali conservati per diversi metri in altezza.
Il loro recupero consentirà pertanto il completamento dell’intervento, la comprensione e la valorizzazione dell’impianto monastico nel suo complesso e permetterà di inserire lo sviluppo di questo nell’ambito dei più ampi tematismi storici che caratterizzarono le vicende del promontorio di Populonia in età medievale.
Fonte:
Progetto Parchi.pdf
Comune di Piombino - www.comune.piombino.li.it/pagina1098_documenti.html
Il cenobio fu soppresso alla fine del XIV secolo sebbene una continua frequentazione della chiesa è registrabile, anche grazie alle evidenze materiali, sino all'età moderna.
Lo scavo ha sinora riportato in luce i muri perimetrali della chiesa, l'edificio più antico del''intero complesso risalente alla seconda metà dell'XI secolo. Alla chiesa, ad aula unica terminante con tre absidi, si affianca un ampio chiostro, provvisto al centro di un pozzo, a cui erano collegati una serie di ambienti di servizio solo parzialmente riportati in luce nel corso della prima campagna di scavo.
Inoltre sono state identificate una serie di fasi cimiteriali caratterizzate sia dalla presenza di tombe in fossa terragna sia rivestite con lastre di pietra.
Fonte:
www.archeogr.unisi.it/CCGBA/laboratori/laaum/index.php?...
Il complesso monastico dedicato a San Quirico si trova ubicato sulle pendici del Poggio Tondo, nei pressi del torrente che oggi prende il suo nome, a breve distanza dai resti della città antica di Populonia.
Il sito è raggiungibile attraverso la sentieristica progettata a seguito dell’ampliamento del Parco di Baratti-Populonia. Le ricerche archeologiche svolte nel quadriennio 2002-2006 hanno consentito di comprendere lo sviluppo planimetrico e cronologico dell’impianto monastico, definendone le tappe di costruzione. La prima menzione di un edificio di culto in questa zona risale al 1035 e già dalla seconda metà dell’ XI secolo il monastero di S. Quirico comprendeva la chiesa e il chiostro. Al 1075 risale la prima attestazione del monastero in quanto tale; nel corso del XIII secolo subì una serie di passaggi di ordini monastici nella sua gestione, sino al graduale abbandono delle strutture componenti il complesso claustrale. Solo alla fine del XVI secolo il monastero fu interessato da una consistente opera di ristrutturazione all’interno di un progetto legato alle fasi di ripopolamento del promontorio, progetto che però non ebbe successo, come ha ben dimostrato la ricerca archeologica, dal momento che il monastero dalla fine del XVII secolo fu frequentato solo da pastori. In occasione dei lavori di ripristino del complesso, alla fine del Cinquecento, fu parzialmente smontato quello che restava dell’originario apparato scultoreo e architettonico del chiostro, in parte riusato ed in parte mai più utilizzato sino al suo rinvenimento durante le ricerche archeologiche. È questo uno dei ritrovamenti più significativi dal momento che, in depositi secondari, sono stati trovati più di mille pezzi scultorei ed architettonici di XII e XIII secolo che oggi attendono una adeguata valorizzazione e costituiscono uno dei ritrovamenti più significativi nel panorama nazionale.
Dell’antico monastero benedettino è oggi possibile ammirare l’originale chiesa abbaziale, sottoposta a recenti interventi di restauro conservativo, di cui rimangono in piedi i muri perimetrali della navata e di parte delle tre absidi ed i resti delle strutture murarie che delimitavano il corridoio del chiostro ed il cortile a questo interno, provvisto di un pozzo di cui, nei recenti interventi, è stata ricostruita la ghiera nelle sue originarie forme. Sempre nelle passate opere di tutela e conservazione sono state ripristinate le originarie quote di calpestio della chiesa e del chiostro con le copertura delle diverse aree di scavo al fine di rendere più agevole la visita al sito e facilitare il deflusso delle acque meteoriche. Da questo primo lotto di interventi di recupero e conservazione sono stati escluse, per ragioni di disponibilità di fondi e di priorità di intervento, tutte le strutture murarie pertinenti gli ambienti che circondavano il chiostro e la possente torre in pietra, realizzata, nel corso
del XII secolo, all’estremità nord-est del complesso, oggi parzialmente crollata, di cui però sono ancora visibili parte dei muri perimetrali conservati per diversi metri in altezza.
Il loro recupero consentirà pertanto il completamento dell’intervento, la comprensione e la valorizzazione dell’impianto monastico nel suo complesso e permetterà di inserire lo sviluppo di questo nell’ambito dei più ampi tematismi storici che caratterizzarono le vicende del promontorio di Populonia in età medievale.
Fonte:
Progetto Parchi.pdf
Comune di Piombino - www.comune.piombino.li.it/pagina1098_documenti.html
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Coordinate: 42°58'25"N 10°29'53"E
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