La riserva naturale di Diaccia Botrona - Padule di Castiglione della Pescaia
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parco, area naturale protetta
La Diaccia Botrona è una bellissima riserva naturale in Maremma. Situata tra Castiglione della Pescaia e Grosseto, questa area protetta della Toscana si estende per oltre 1000 mille ettari ed è tra le più importanti zone umide d'Italia per la particolarità del suo ecosistema.
La riserva naturale è nata dal prosciugamento dell'antico Lago Prile o Preglio, che prima occupava quasi interamente questa zona di pianura. Il lago fu quasi interamente prosciugato durante le grandi opere di bonifica volute dai Lorena nel Settecento per combattere la malaria.
Quello che rimane oggi è un'importante esempio di zona umida, ossia una terra palustre che ha caratteristiche uniche di importanza internazionale. Infatti la riserva è abitata da piante e animali di ogni specie. Muniti infatti di cannocchiale e stivali è possibile avventurarsi liberamente nell'area protetta e ammirare le diverse specie di uccelli, tra cui falchi, aironi, oche e anatre, ma anche mammiferi quali volpi, tassi, ricci, istrici, oppure rettili come testuggini, raganelle e bisce. Inoltre Diaccia Botrona è tra le poche zona in Italia dove migrano i fenicotteri rosa.
Fonte:
www.discovertuscany.com/it/maremma/riserva-naturale-dia...
Il contesto in età antica: il lago Prile:
In età preistorica la pianura grossetana era occupata da un grande golfo in cui sfociavano il fiume Ombrone e il torrente Bruna.
In epoca etrusca l’insenatura marina andò gradualmente trasformandosi in un'ampia laguna (il cosiddetto Lago Prile), comunicante con il mare. Due erano le città etrusche che si affacciavano su questo specchio d’acqua: Roselle e Vetulonia.
In età romana il paesaggio acquistò una conformazione diversa: l’occlusione o il restringimento dello sbocco al mare, provocati dalla deiezione fluviale, trasformarono il Lago Prile in un bacino chiuso; il fiume Ombrone non sfociava più in questo specchio d’acqua, ma al di fuori di esso, più a sud. Nel I secolo a.C. questo doveva essere un luogo ameno, ambito da molti personaggi di rilievo, come è confermato da un’orazione di Cicerone (Pro Milone), in cui Clodio, tribuno della plebe e contestatore dell'oligarchia romana, viene denunciato per avere eretto una villa nell'isoletta, oggi chiamata Badiola al Fango, pur non essendo il proprietario del terreno.
La fine dell'impero romano determinò il degrado anche di questo territorio: vennero a mancare i sistemi di drenaggio e di regolazione delle acque e la via costiera, probabilmente, non fu più utilizzabile. Nel V secolo d.C., infatti, Rutilio Namaziano (autore del poemetto De Reditu Suo) nel suo viaggio verso la Gallia preferì aggirare questa zona degradata viaggiando per mare.
Fonte:
www.parcodeglietruschi.it/cda/pte/view/scheda.jsp?OTYPE...
La riserva naturale è nata dal prosciugamento dell'antico Lago Prile o Preglio, che prima occupava quasi interamente questa zona di pianura. Il lago fu quasi interamente prosciugato durante le grandi opere di bonifica volute dai Lorena nel Settecento per combattere la malaria.
Quello che rimane oggi è un'importante esempio di zona umida, ossia una terra palustre che ha caratteristiche uniche di importanza internazionale. Infatti la riserva è abitata da piante e animali di ogni specie. Muniti infatti di cannocchiale e stivali è possibile avventurarsi liberamente nell'area protetta e ammirare le diverse specie di uccelli, tra cui falchi, aironi, oche e anatre, ma anche mammiferi quali volpi, tassi, ricci, istrici, oppure rettili come testuggini, raganelle e bisce. Inoltre Diaccia Botrona è tra le poche zona in Italia dove migrano i fenicotteri rosa.
Fonte:
www.discovertuscany.com/it/maremma/riserva-naturale-dia...
Il contesto in età antica: il lago Prile:
In età preistorica la pianura grossetana era occupata da un grande golfo in cui sfociavano il fiume Ombrone e il torrente Bruna.
In epoca etrusca l’insenatura marina andò gradualmente trasformandosi in un'ampia laguna (il cosiddetto Lago Prile), comunicante con il mare. Due erano le città etrusche che si affacciavano su questo specchio d’acqua: Roselle e Vetulonia.
In età romana il paesaggio acquistò una conformazione diversa: l’occlusione o il restringimento dello sbocco al mare, provocati dalla deiezione fluviale, trasformarono il Lago Prile in un bacino chiuso; il fiume Ombrone non sfociava più in questo specchio d’acqua, ma al di fuori di esso, più a sud. Nel I secolo a.C. questo doveva essere un luogo ameno, ambito da molti personaggi di rilievo, come è confermato da un’orazione di Cicerone (Pro Milone), in cui Clodio, tribuno della plebe e contestatore dell'oligarchia romana, viene denunciato per avere eretto una villa nell'isoletta, oggi chiamata Badiola al Fango, pur non essendo il proprietario del terreno.
La fine dell'impero romano determinò il degrado anche di questo territorio: vennero a mancare i sistemi di drenaggio e di regolazione delle acque e la via costiera, probabilmente, non fu più utilizzabile. Nel V secolo d.C., infatti, Rutilio Namaziano (autore del poemetto De Reditu Suo) nel suo viaggio verso la Gallia preferì aggirare questa zona degradata viaggiando per mare.
Fonte:
www.parcodeglietruschi.it/cda/pte/view/scheda.jsp?OTYPE...
Articolo Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Riserva_naturale_Diaccia_Botrona
Nearby cities:
Coordinate: 42°46'21"N 10°55'21"E
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