Chiesa di San Lorenzo (rovine)
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Località Monte Sa Jana
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Mondo / Italia / / Sassari
Chiesa, rovine/vestigia, Luogo interessante
Si trova nel territorio comunale di Florinas (SS). I ruderi della chiesa sono praticamente invisibili in quanto completamente avvolti da una fitta vegetazione. Un'altra foto su s390.photobucket.com/user/chiesecampestri/media/chieses... La chiesa, ora sconsacrata, si trova nell'omonima valle. È una chiesa tipicamente campestre, in quanto, allo stato attuale, non si scorgono tracce di insediamenti umani medievali o postmedievali, che potrebbero essere letteralmente scomparsi, o magari, con scarsissima possibilità, ancora sepolti. Le fonti relative all'edificio son alquanto scarse. Attualmente la chiesa è completamente invasa da rovi e piante di fico, mentre l'edera contribuisce a deteriorare le murature, inserendosi fra le fenditure e provocandone il dissesto. L'edificio è di pianta rettangolare, ed è orientato sull'asse SSE-NNO. Si conserva parte della fronte con l'ingresso anche se in cattivo stato, e parte delle murature laterali fatiscenti. La chiesa è divisa in due settori: un vano rettangolare (m9,50x3,25) destinato ai fedeli e un vano quadrangolare (m 3,90x3,90x4,00 sul riempimento). Al centro del pavimento si nota un vecchio scavo clandestino che ha rovinato parte del pavimento, le cui lastre litiche si trovano ora fuori posizione) destinato ai sacerdoti (presbiterio). Quest'ultimo è ancora voltato, e si accede tramite un arco trionfale a sesto acuto (m 3,90x3,25 sul riemp.). È un ambiente voltato a crociera e intonacato con uno strato di calce (residuano diversi colori, ma nulla che possa far pensare ad un affresco). Sulla parete di fondo una sorta di basamento lapideo, sul quale veniva probabilmente adagiata la statua del santo. In alto, sempre sulla parete di fondo, quattro fori parrebbero testimoniare l'esistenza di una targa (?) ora scomparsa. Nelle pareti ESE-OSO, si possono ancora osservare dei blocchi che sostenevano dei sedili in pietra, ora rovesciati a terra. Sulla parete OSO si osservano inoltre una finestra ogivale strombata (m0,90x50) ed una nicchia quadrangolare (0,60x40x43) sormontata da un architrave cigliato. Nel vano maggiore notiamo un probabile ingresso, in origine a sesto acuto, sulla parete ESE. Purtroppo non possediamo alcuna datazione, per cui l'origine della chiesa rimane avvolta nel mistero. Il Manconi scrive, in base ai registri parrocchiali che<<...le prime memorie della festa del santo risalgono al 1735. Ogni anno, il 10 agosto vi si celebrava la solennità del Santo e i florinesi vi accorrevano in massa>>. Ricorda inoltre, che la chiesetta era dotata di un altare in legno restaurato nel 1747, e oltre agli ordinari lavori di manutenzione si provvide alla costruzione di una nuova porta. Di un certo rilievo sono le testimonianze orali su ciò che avveniva all’interno e all’esterno dell’edificio di culto. Si racconta infatti, ormai nella sola memoria degli anziani del paese, che dal pavimento sotto l’altare, posto al centro del presbiterio, fuoriusciva dell’acqua, che invadeva l’ambiente sacro. Non solo l’acqua veniva fuori dal pavimento dell’altare, ma anche da sotto le fondamenta dell’edificio. Questo accadeva sino a quando l’acqua non venne definitivamente invasata nell’attuale deposito (negli anni 30 ca). Ad una prima analisi, la chiesa potrebbe datarsi non prima del XVI secolo. Interessante è anche la figura scolpita a bassorilievo, (m35x33) che sostituisce uno dei peducci su cui poggia l’arcata sinistra della volta del presbiterio. Si tratta di una figura umana di sesso maschile, che indossa una camicia a sbuffo, segnata lungo le maniche da incisioni parallele quasi a voler imitare un particolare dell’abbigliamento (un costume sardo?). Fra le mani tiene forse un oggetto. Tutto il rilievo appare come un manufatto collocato posteriormente rispetto alla costruzione dell’edificio; sfugge ora, non solo il motivo per cui venne collocato in un secondo tempo, ma anche il significato intrinseco della figura.
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Coordinate: 40°38'8"N 8°38'23"E
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