Palazzo Vecchio (Comune di Firenze)

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 palazzo, Gothic revival (architecture) (en), Municipio, Governo locale

Palazzo Vecchio si trova in piazza della Signoria ed è la sede del comune della città:
Direzione del Consiglio comunale, Ufficio del Sindaco, Avvocatura, Segreteria generale e affari istituzionali, Direttore generale, Segretario Generale Servizi Demografici
Palazzo vecchio, Piazza della Signoria 1


Museo di Palazzo Vecchio - Quartieri Monumentali:

Il museo ha sede nel Palazzo della Signoria o Palazzo Vecchio, l'edificio storico che da oltre sette secoli è il simbolo del potere civile della città di Firenze. Costruito tra la fine del XIII e l'inizio del XIV secolo per ospitare i Priori delle Arti e il Gonfaloniere di Giustizia, il supremo organo di governo della città, nel corso del tempo il monumentale edificio è stato oggetto di numerosi interventi di ampliamento e trasformazione. Il suo aspetto attuale si deve in massima parte alle grandi opere di ristrutturazione e decorazione degli interni che il duca Cosimo I de' Medici vi fece eseguire nei decenni centrali del XVI secolo per adattarlo alla nuova funzione di reggia cui lo aveva destinato. A questa fase risalgono i fastosi cicli pittorici di Agnolo Bronzino, Francesco Salviati e Giorgio Vasari che decorano i vari ambienti dei Quartieri Monumentali, alcune delle sculture del Salone dei Cinquecento, l'arredo della celebre Sala delle Carte Geografiche e il trasferimento nel Palazzo di capolavori come il Putto con delfino di Andrea del Verrocchio e il Genio della Vittoria di Michelangelo. Alla morte di Cosimo I, nel 1574, la corte si era già trasferita nella nuova reggia di Palazzo Pitti. Nei secoli successivi Palazzo Vecchio svolse prevalentemente la funzione di sede di uffici e le opere d'arte mobili che lo arredavano vennero progressivamente trasferite nella Galleria degli Uffizi e nelle residenze granducali. Nel XIX secolo, dopo la caduta del Granducato Asburgo-Lorena, ospitò prima il Governo Provvisorio della Toscana e poi, negli anni di Firenze capitale del Regno d'Italia (1865-1871), alcuni organi dell'amministrazione statale. Nel 1871 passò in proprietà al Comune di Firenze che vi trasferì i propri uffici. Tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo l'amministrazione comunale diede inizio al recupero dell'assetto cinquecentesco degli ambienti monumentali del Palazzo, allo scopo di musealizzarli e quindi renderli accessibili al pubblico. Nel frattempo molte delle opere d'arte mobili di pertinenza dell'edificio erano entrate a fare parte delle collezioni dei musei statali della città e solo alcune di esse avrebbero potuto fare ritorno alle collocazioni originarie, secondo la formula del deposito. Il primo nucleo del museo fu inaugurato nel 1909, ma l'allestimento delle sale, improntato alla ricostruzione d'ambiente, si protrasse per diversi anni. Gli apparati originali vennero integrati con arredi di epoca e stile analoghi, provenienti dal mercato antiquario, da altre raccolte del Comune e di diversi enti, da lasciti e da donazioni. Tra le opere di questo genere si distingue la pregevole raccolta di pitture, sculture e mobili d'epoca donata dal collezionista americano Charles Loeser e dal 1933 esposta nel Quartiere del Mezzanino. Il percorso di visita include tutti gli ambienti di interesse storico e artistico del Palazzo, ad eccezione della Sala dell'Arme, adibita a sede di esposizioni temporanee, e di alcuni locali tradizionalmente riservati alle attività istituzionali dell'amministrazione comunale (la Sala dei Duecento e le relative pertinenze, parte del Quartiere di Leone X e il Quartiere dei Signorini). Lo Studiolo di Francesco I, il Tesoretto di Cosimo, il Camerino della Duchessa, le Capriate del Salone dei Cinquecento e la Scala del Duca d'Atene si possono visitare partecipando, su prenotazione, a una delle attività educative del museo.

Fonte: centroservizi.lineacomune.it/portal/page/portal/MULTIPO...

Cappelle del Palazzo della Signoria:
All'interno di Palazzo Vecchio si trovano la cappella dei Priori e la cappella di Eleonora di Toledo. La prima, detta anche cappella della Signoria, fu sistemata su progetto di Baccio d'Agnolo e ornata con dipinti di Ridolfo del Ghirlandaio (1511-1514). Era dedicata a San Bernardo, effigiato nell' "Apparizione della Vergine a San Bernardo" nella lunetta sopra l'altare. Fra il 1540 e il 1545 fu realizzata l'altra cappella, detta di Eleonora, moglie di Cosimo I de' Medici, che si era appena insediato nel Palazzo. E' ornata dagli affreschi del Bronzino, con la "Deposizione", l' "Annunciazione", le "Storie di Mosè" alle pareti, le "Virtù" sui pennacchi, "Trinità e Santi" sul soffitto.

Fonte: I Luoghi della Fede - Regione Toscana
Sito Web: web.rete.toscana.it/Fede/ricerca.jsp?lingua=italiano

L’importanza della fabbrica per la storia di Firenze (della quale il palazzo è stato ed è il simbolo della vita civile) è tale che, in questa sede, altro non si potrà che riportare una succinta memoria e la descrizione dei prospetti, in quanto più strettamente legati allo spazio urbano, rimandando per gli opportuni approfondimenti alla bibliografia segnalata in nota (ugualmente limitata ai testi più importanti). Il Palazzo fu eretto come nuova sede dei Priori delle Arti su progetto di Arnolfo di Cambio, con un cantiere aperto nel 1299 e chiuso, per quanto concerne la prima fase costruttiva, nel 1315, per quanto fin dal 26 marzo 1302 (a inizio dell’anno secondo il calendario fiorentino) vi avesse preso sede il governo della città. Divenuto nel Quattrocento della Signoria, quindi nel 1540 residenza ducale, fu denominato ‘Vecchio’ quando, nel 1565, il granduca Cosimo I elesse a reggia il palazzo Pitti. Nel periodo di Firenze Capitale (1865-1871), previ lavori diretti dall’ingegnere Carlo Falconieri, furono qui collocati la Camera dei Deputati e il Ministero degli Esteri. Oggi (pur essendo la maggior parte degli ambienti adibiti a museo) è sede del Municipio di Firenze, e ospita gli uffici del sindaco e del Consiglio comunale. Nel corso dei secoli l’originaria fabbrica ha ovviamente conosciuto ampliamenti e trasformazioni, per quanto la sua immagine sulla piazza della Signoria sia ancora sostanzialmente da leggere quale sintesi dell’architettura civile fiorentina trecentesca. Il nucleo originario si identifica con il grande parallelepipedo a bugne rustiche che prospetta la piazza e che ha una profondità corrispondente al cortile (ridisegnato da Michelozzo di Bartolomeo nel 1453), con il fronte diviso in tre piani da sottili cornici, sui quali, dentro arcate a tutto sesto, è una doppia fila di bifore goticheggianti in marmo (poste in opera alla fine del Settecento in sostituzione delle primitive). A coronamento della struttura gira un camminamento coperto e uno scoperto, protetto da merli guelfi e sorretto da beccatelli collegati da archi a tutto sesto. Sotto gli archetti sono grandi scudi con le insegne della Repubblica fiorentina (più volte ridipinte nel corso del tempo), ripetute tre volte: da sinistra, del Capitano del Popolo, della Parte Guelfa, di Firenze e Fiesole, del Papa, della Signoria, di Carlo e Roberto d’Angiò, di Ludovico d’Angiò re d’Ungheria. Spostata sulla destra si slancia la torre (nota come torre di Arnolfo), alta circa 94 metri ed eretta nel 1310 con il reimpiego della più antica torre dei Foraboschi (detta della Vacca) che qui insisteva. Presenta una rocca simile a quella del ballatoio del palazzo ed è coronata da merlature a coda di rondine; l’edicola della cella campanaria soprastante è ad archi a tutto sesto impostati su colonne in muratura dai capitelli fogliati, ed è a sua volta coronata da archetti e merli. Sul frontone sovrastante la porta principale fu posto verso il 1528 il monogramma raggiato di Cristo Re, accompagnato da una iscrizione che poneva la città sotto il suo regno, sostituita dall’attuale nel 1551. Sulla sinistra è una targa in bronzo che ricorda il plebiscito del 15 marzo 1860 che unì la Toscana all’Italia. Prossima all’angolata vicina alla fonte di Nettuno è una iscrizione degli Otto di Guardia e Balìa che vieta l’uso improprio dell’acqua pubblica. Sul lato nord del Palazzo (a guardare il monumento equestre di Cosimo I) prosegue nel primo tratto la porzione risalente alla prima fase costruttiva, con la camera dell’Arme (1312), destinata al movimento delle armi e degli armati ed oggi impiegata per l’allestimento di mostre temporanee. Il portone nei pressi dell’imbocco di via de’ Gondi reca, oltre ai consueti emblemi di Firenze e del Popolo, l’immagine di una porticina merlata intarsiata in marmi policromi, a identificarlo come l’accesso alla Dogana. Oltre questa porzione sono chiaramente leggibile sull’esteso e irregolare prospetto gli ampliamenti successivi della fabbrica originaria, già avviati nel 1343, compresa la zona corrispondente al Salone dei Cinquecento, definito nella sua prima configurazione nel 1494 e quindi interessato dal cantiere vasariano del 1558-1571. Il fronte su via de’ Gondi fu condotto solo fino all’altezza del primo piano per tre assi, quindi completato in stile nell’Ottocento. Durante il granducato di Ferdinando I si completò la parte del palazzo su via dei Leoni sulla base di un progetto già delineato da Giorgio Vasari e per l’occasione rivisto da Bartolomeo Ammannati che diresse i lavori dal 1588 fino alla morte nel 1592, coadiuvato da Bernardo Buontalenti che gli successe alla guida del cantiere fino al 1596. Per quanto concerne il lato di via della Ninna, tutto a bozzato rustico, si noti la piccola porta, risalente all’epoca del Duca di Atene, che la fece aprire al termine di una scalinata segreta che partiva dai suoi appartamenti. Per quanto riguarda i molti interventi di manutenzione, restauro e ripristino che nel tempo hanno interessato la torre e le facciate, si ricordano quelli condotti attorno al 1809 da Giuseppe Del Rosso, il cantiere del 1838-1865 diretto da Giuseppe Martelli, quello aperto nel 1925 su progetti di Alfredo Lensi e Ezio Zalaffi, fino a quelli del 1969-1970 (architetto Umberto Fabbrini), 1979 (relativo alla torre) e 1988-1989 (al paramento delle facciate del nucleo arnolfiano) per i quali si rimanda al contributo in “OPD Restauro” dello stesso 1989.

Fonte:
Repertorio delle Architetture Civili di Firenze
a cura di Claudio Paolini
sito web:
www.palazzospinelli.org/architetture/
Nearby cities:
Coordinate:   43°46'8"N   11°15'24"E

Commenti

  • Questa foto si riferisce al palazzo del Bargello e non a Palazzo Vecchio!