Capo Marrargiu

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 capo, promontorio, Luogo interessante, Invisibile

Interessante promontorio, con ambienti naturali suggestivi (si avvista anche il grifone), ubicato a circa 10 km a nord-ovest dalla città di Bosa (OR), lungo la splendida costa compresa fra le città di Alghero e di Bosa. Il capo era noto in tempi antichi col nome greco di Hermaion akron (Hermaeum promontorium, in latino), cioè colle di Mercurio. Claudio Tolomeo, nel II sec. d.C. ne indica la posizione, a settentrione delle Temou potamou ekbolai (le bocche delle foci del Temo) e a occidente di Bosa (considerata una città interna e non costiera), indicando la latitudine in 30° e la longitudine in 38° e 15’ e lo ritiene, insieme all'Isola di Eracle (l'Asinara), il punto più occidentale della Sardegna e il più vicino, dunque, all'Iberia. Nella mitologia greca, la ninfa esperide Erizia nata da Gerione e madre di Norace, il mitico fondatore di Nora, è ricordata indirettamente con lo sposo Ermes proprio sull’Hermaion Akron (fliphtml5.com/gxjjw/equf/basic/51-100). Norace rappresenterebbe, in questo contesto, i Fenici che rifluivano verso la Sardegna e il Nord Africa dalla Spagna e alla sua vicenda si potrebbe forse collegare anche la Nure (meglio Nura) della Nurra, il popolo dei Nurritani della Barbaria (Barbagia) e alla parola paleosarda "nuraghe". Il nome Hermaion akron, dal canto suo, chiaramente richiama il dio Ermes-Mercurio che, sulla opposta costa orientale, dava il suo nome anche ad un’isola, Tavolara, Hermaea insula : le due località, il capo più occidentale (Marrargiu) e l’isola più orientale (Tavolara) collegano Ermes alle rotte dalla Iberia, passando per le Baleari (in particolare per Nure). (Vedi A. MASTINO, Le Ninfe della Sardegna, Isola d'Occidente, nell'immaginario mitico dei Greci).
Alla fine del XVI secolo, lo storico Giovanni Francesco Fara, a conoscenza del documento di Tolomeo, rileva, nella sua opera In Sardiniae Chorographiam, che si passò in periodo medievale o anche prima al nome di Marrargiu (si noti che - in sardo - è attestato il termine "marrarju" per l'italiano "scogliera": vedi ditzionariu.sardegnacultura.it/it/faeddu/marrarju).
Il toponimo indica due diverse aree: Marrargiu de Fuera, la punta esposta al mare e comprendente il capo, e Marrargiu de addentro, che corrisponde all'area interna.
Il Fara, parlando della costa a Nord di Bosa osservava che Capo Marrargiu, noto nell’antichità come Capo Ermeo e collocato a sei miglia a Nord di Torre Argentina, è il primo promontorio della Sardegna ad essere avvistato da chi giunge per mare dalla Spagna toccando le Baleari, perché si innalza fino alla Punta Sa Pittada per quasi 800 metri (VI millia passuum ad prontorium Hermaeo a Ptlomemaeo Marrargium vulgo dictum, quod adnavigantibus ex Hispania primum omnium apparet).

Le cale marine nelle sue circostanze sono presumibilmente state usate da molti popoli antichi come approdi per naviglio di ridotte dimensioni anche grazie alle numerose grotte, formatesi dall'erosione operata dal moto ondoso del mare, nelle pareti rocciose a strapiombo sul mare. Nelle numerose rupi del litorale erano presenti, come riporta Vittorio Angius nell'Ottocento, numerose scogliere. Il Capo di Marrargiu, infine, avrebbe ospitato, una torre di avvistamento (S. SPANU (a cura di), Il castello di Bosa, Spanu & C., 1981 Torino, pag. 35)..

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Coordinate:   40°20'31"N   8°23'17"E
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