Ponte sulla Roggia Mora (Fara Novarese)

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L'attuale ponte sostituisce una serie di altri ponti precedenti che si trovavano in questo punto.
nel 1704 una precedente versione del ponte fu demolita nel corso della guerra fra francesi e spagnoli. Dopo il conflitto fu ricostruto con doppia arcata, e rimase così fino al 1806, quanto un'ondata di piena lo fece crollare.
Fara rimase per tre anni senza ponte, che fu ricostruito solo nel 1809 nelle forme attuali. In quel frangente vennero praticati lavori di sbancamento delle rive. Durante i lavori uscirono fuori numerose tombe romane, contenti monete d'argento databili da Vespasiano (69 d.C.) a Plautilla (211 d.C.). Tra i rinvenimenti ci furono alcuni anelli d'argento ed un anello d'oro con il doppio ritratto di Faustina e Marc'Aurelio. I Rinvenimenti furono donati al Museo Civico di Novara. Qualcosa di questo rinvenimento però rimase a Fara.
Nel cortile di vicino Palazzo Contini-Dessilani, infatti, è conservato uno dei sarcofagi di epoca romana in granito, utilizzato come abbeveratoio. Non presenta fregi particolari. Sulla fronte un cartiglio ansato contiene un'iscrizione. Dopo la dedica agli Dei Mani, si riconosce il proprietario del sarcofago, Lucio Luperco Escesso, seviro augustale nella circoscrizione territoriale della Civitas Helvetiorum, commerciante in stoffe al di qua ed al di là delle Alpi, residente nel municipio di Novaria. L'epigrafe riporta la dichiarazione che il denaro del donativo di Luperco è andato ai colleghi commercianti consociati nel municipio novarese. La datazione è II sec. d.C.
A Fara risulta recuperato dalla stessa necropoli un altro sarcofago, anepigrafe e pressoché inedito.
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Coordinate:   45°33'7"N   8°27'31"E
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