Castello di Corveglia - Agriturismo Daij Gépolin

 torre, ristorante, storico

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Nel 1001, l’imperatore Ottone III donò alle monache di S. Felice di Pavia un vasto tenimento, detto Curtis Vetula, Corte Antica, corrispondente pressappoco all’attuale territorio di Villanova d’Asti. Alla metà del XII secolo, un tal Ruffino, signore di Ferrere, vi fondò una canonica con ospedale, intitolata a San Giacomo e retta da canonici agostiniani, dotandola di un ingente patrimonio. L’ospedale non era, al tempo, luogo di cura, bensì una sorta di ostello per quanti, in virtù di apposito salvacondotto, si qualificavano come pellegrini. Nei due secoli successivi, San Giacomo di Corveglia crebbe tanto da porsi in capo ad un sistema di ospedali dipendenti tra i maggiori del Piemonte. Vuole tradizione che, a metà del XIV secolo, le cattive condizioni economiche dell’Ospedale di Corveglia avessero convinto il prevosto Clemente di Ferrere, forse discendente del fondatore Ruffino, a lasciare la veste e impadronirsi del borgo. Questi, spalleggiato da un gruppo di canonici, avrebbe scacciato quanti in disaccordo con lui, dandosi al brigantaggio. Nel corso di tali iniquità, gli ex canonoci avrebbero sequestrato ed ucciso Bernardino dei Ricci, signori di San Paolo e Solbrito. I figli di quest’ultimo, allora, avrebbero mosso guerra ai canonici, facendone strage ed impadronendosi di terre ed edifici. La realtà dei fatti fu probabilmente diversa. Profittando di un contenzioso tra il Vescovo di Asti e i canonici, che contestavano la cessione del feudo alla famiglia De Ponte, i Ricci tentarono di occupare Corveglia. E’ ragionevole pensare che, nel frangente, sia Bernardino Ricci, sia Clemente di Ferrere e molti canonici, abbiano perso la vita. I discendenti del Ricci, un secolo dopo, modificarono a loro beneficio la storia, onde ottenere l’infeudazione di un bene che detenevano abusivamente.