Monte Marra
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Tempio, edificio, Chiesa, parco, porta, collina, rovine/vestigia, Cristianità, villaggio, storico, antropologia, sito archeologico, fortificazione, Santuario, grotta
Monforte San Giorgio (ME) - Monte Marra m.s.l.m. 377. Il colle si presenta come punto strategico di notevole importanza, ergendosi maestoso sulle basse colline di Trecca, Tirone e S. Giovanni, che circondano l’attuale centro urbano di Monforte; per le sue pareti a picco, nell’antichità si prestava facilmente alla difesa, rendendo vano ogni tentativo di scalata. Solo dal lato verso il Tirreno esso degrada formando ampie terrazze, offrendo conseguentemente minore difesa naturale; proprio per ovviare a questo inconveniente gli architetti militari del tempo studiarono un complicato sistema di fortificazioni, di cui oggi restano pochi elementi visibili. Monforte ha origine molto antica, risalente probabilmente all’età preistorica (media età del bronzo), come testimoniano alcune tombe a fornicello, o piccole grotte artificiali, o la necropoli preistorica alle pendici del colle Marra (Immacolata). Inoltre tracce di un insediamento monastico bizantino sullo stesso colle (presumibilmente dell’VIII-IX sec. d.C.) testimoniano la presenza di una comunità monastica proveniente probabilmente dall’Asia Minore, in seguito alla persecuzione iconoclasta. I bizantini, minacciati dai musulmani, fortificarono il colle costruendo muraglioni di cui ancora si intravedono i ruderi; proprio in tale periodo, forse, si formò un primo nucleo abitativo nello stesso luogo oggi indicato come "Vetera" (Vecchio). [Rosario Alioto su Monforte San Giorgio].
La configurazione protostorica delle aree poste attorno al colle Immacolata (che riconduce alla presenza di insediamenti sulla sommità del rilievo) fu soggetta a stratificazioni storico-archeologiche di epoche successive, di cui sono testimonianza alcune tombe ad arcosolio ed evidenti segni di scavo atti a trasformare le tombe a grotticella in strutture quadrangolari e poligonali di maggiore altezza (dotate anche di grandi nicchie e incavi regolari), che riconducono in parte alla presenza bizantina e a pratiche funerarie e cultuali di rito greco documentate nell’intero comprensorio.
Tra le numerose evidenze presenti nell’area del colle Immacolata si segnalano: un grande rilievo antropomorfo emergente dalla parete verticale di un costone (che sembra riprodurre le fattezze di un volto), i resti riutilizzati di colonne in pietra (diametro 69 cm.) posti su un terrazzamento sito nelle prossimità del torrente Bagheria (caratterizzato da depositi sottolivello di strutture regolari), alcune tombe a due camere di grandi dimensioni (soggette a riusi funerari), e un lastrone molto largo e spesso incastrato in un incavo rettangolare ricavato nella parete di un costone (da sottoporre a indagini archeologiche approfondite perché, per caratteristiche geometriche e di regolarità, sembra ricondurre a una realizzazione antropica). Sulla cima del colle Immacolata sorse una fortezza, di cui oggi resta assai poco, e ad essa è legata l’etimologia del luogo "Mons Fortis" o Munt Dafurt. [Filippo Imbesi - Ricerche nel Valdemone]
La configurazione protostorica delle aree poste attorno al colle Immacolata (che riconduce alla presenza di insediamenti sulla sommità del rilievo) fu soggetta a stratificazioni storico-archeologiche di epoche successive, di cui sono testimonianza alcune tombe ad arcosolio ed evidenti segni di scavo atti a trasformare le tombe a grotticella in strutture quadrangolari e poligonali di maggiore altezza (dotate anche di grandi nicchie e incavi regolari), che riconducono in parte alla presenza bizantina e a pratiche funerarie e cultuali di rito greco documentate nell’intero comprensorio.
Tra le numerose evidenze presenti nell’area del colle Immacolata si segnalano: un grande rilievo antropomorfo emergente dalla parete verticale di un costone (che sembra riprodurre le fattezze di un volto), i resti riutilizzati di colonne in pietra (diametro 69 cm.) posti su un terrazzamento sito nelle prossimità del torrente Bagheria (caratterizzato da depositi sottolivello di strutture regolari), alcune tombe a due camere di grandi dimensioni (soggette a riusi funerari), e un lastrone molto largo e spesso incastrato in un incavo rettangolare ricavato nella parete di un costone (da sottoporre a indagini archeologiche approfondite perché, per caratteristiche geometriche e di regolarità, sembra ricondurre a una realizzazione antropica). Sulla cima del colle Immacolata sorse una fortezza, di cui oggi resta assai poco, e ad essa è legata l’etimologia del luogo "Mons Fortis" o Munt Dafurt. [Filippo Imbesi - Ricerche nel Valdemone]
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Coordinate: 38°9'28"N 15°23'9"E
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