Monte Ruiu
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Monte Ruju
Monte Ruju (o Rubiu) è il più elevato del sistema di coni allineati in direzione NNO-SSE (Sos Pianos, Pubulena, Ruju, Sa Figu ’e Mannu). La cima maggiore (536 m), con un cratere ben conservato, si colloca sulla sommità di un edificio dove si aprono due bocche, di cui M. Ruju costituisce la maggiore e M. Sa Pescia, posto immediatamente a NE, è la minore (500 m). Le due cime corrispondono a centri di emissione di lava basaltica fuoriuscita da una frattura del substrato di arenarie mioceniche grigiastre. Deve il nome alle scorie rossastre che appaiono sulla sommità del versante meridionale. Alla base del versante settentrionale una cava abbandonata mette in evidenza le sottostanti arenarie tenere grigiastre. I basalti hanno struttura porfirica con fenocristalli di plagioclasi, olivine e clinopirosseni e frequenti xenocristalli di ortopirosseni. Sono inoltre presenti rari xenoliti a struttura granoblastica mentre sono frequenti i noduli gabbrici e peridotitici e i megacristalli di plagioclasi e clinopirosseni. La loro età è di 0,6 + - 0,1 M. a. (BECCALUVA et al., 1981). Alla base del cono si riconosce una colata lavica che scende in pianura in direzione S-E, per una lunghezza di 4-5 km, declinando via via da circa 400 m slm a circa 330. La ss “Carlo Felice” la taglia con una bassa trincea all’altez-za della Cantoniera Figu Ruja. Un’altra colata, lunga anch’essa circa 4-5 km, è scesa dal cratere di Monte Sa Pescia in direzione N-E, costituendo l’altopiano di Pianu Edras che si collega con i basalti fuoriusciti dal cono del Pubulena. L’intero complesso del cono e delle colate forma un marghine o emergenza continua che divide due brevi pianure, Campo Làzzari a N e Pauli (Bonifica di Sìligo) a S, entrambe poste sui 300-350 m slm. Esso forma anche un tratto dello spartiacque tra il Flumini Mannu di Sassari e il bacino del Coghinas. Il cono presenta una forma asimmetrica, simile al Monte Pubulena, con un pendio più dolce verso N e una brusca rottura subito sotto la cima a S. Due dicchi, emergenti nel versante meridionale, sono di basalto, rappresentato da una tristanite ipocristallina, leggermente alterata, con fenocristalli di clinopirosseno, orneblenda ed olivina parzialmente trasformata in iddinxite. La matrice è costituita da plagioclasio, clinopirosseno e minerali opachi. La differenza tra le composizioni petrografiche della colata sommitale e dei dicchi indica che l’edificio vulcanico si è formato in due distinte e successive fasi. La datazione radiometrica conferma che i dicchi hanno 1,85 M. a. (milioni di anni) e la colata 0,6 (BECCALUVA et al., 1981). Uno dei dicchi sporge a guisa di cresta che scende lungo la linea di massima pendenza, mediamente in direzione NS, simile ad un muro qua e là sbrecciato (chiamato muru ‘e ferru, per il suo colore rugginoso), dove si susseguono tor allineati e tratti di muro compatto. Di altezza variabile, la cresta emerge dalle rocce incassanti più tenere per effetto dell’erosione selettiva. L’erosione differenziale ha agito in maniera diversa sui depositi sabbioso - arenacei miocenici, con il risultato che il dicco risalta di oltre 7 m, con uno spessore di circa 1,2 m. Ai piedi del versante il muro si interrompe a causa della dislocazione verso S, con un rigetto di almeno 100 m. Il paesaggio agrario è caratterizzato da pascoli arborati da grandi sughere, ricchi di sorgenti e percorsi da mandrie e greggi. Il marghine forma un’area naturalmente ben difendibile, orlata di nuraghi, alcuni dei quali ben conservati. M. Ruju è raggiungibile da S, lasciando la “Carlo Felice” al km 193,5 e imboccando la strada, in costruzione, Sìligo- Ardara, la quale permette di osservare anche i coni di Sa Figu e Monte Mannu, posti a S. Il centro abitato più vicino è Sìligo, a 4,4 km.
Monte Ruju (o Rubiu) è il più elevato del sistema di coni allineati in direzione NNO-SSE (Sos Pianos, Pubulena, Ruju, Sa Figu ’e Mannu). La cima maggiore (536 m), con un cratere ben conservato, si colloca sulla sommità di un edificio dove si aprono due bocche, di cui M. Ruju costituisce la maggiore e M. Sa Pescia, posto immediatamente a NE, è la minore (500 m). Le due cime corrispondono a centri di emissione di lava basaltica fuoriuscita da una frattura del substrato di arenarie mioceniche grigiastre. Deve il nome alle scorie rossastre che appaiono sulla sommità del versante meridionale. Alla base del versante settentrionale una cava abbandonata mette in evidenza le sottostanti arenarie tenere grigiastre. I basalti hanno struttura porfirica con fenocristalli di plagioclasi, olivine e clinopirosseni e frequenti xenocristalli di ortopirosseni. Sono inoltre presenti rari xenoliti a struttura granoblastica mentre sono frequenti i noduli gabbrici e peridotitici e i megacristalli di plagioclasi e clinopirosseni. La loro età è di 0,6 + - 0,1 M. a. (BECCALUVA et al., 1981). Alla base del cono si riconosce una colata lavica che scende in pianura in direzione S-E, per una lunghezza di 4-5 km, declinando via via da circa 400 m slm a circa 330. La ss “Carlo Felice” la taglia con una bassa trincea all’altez-za della Cantoniera Figu Ruja. Un’altra colata, lunga anch’essa circa 4-5 km, è scesa dal cratere di Monte Sa Pescia in direzione N-E, costituendo l’altopiano di Pianu Edras che si collega con i basalti fuoriusciti dal cono del Pubulena. L’intero complesso del cono e delle colate forma un marghine o emergenza continua che divide due brevi pianure, Campo Làzzari a N e Pauli (Bonifica di Sìligo) a S, entrambe poste sui 300-350 m slm. Esso forma anche un tratto dello spartiacque tra il Flumini Mannu di Sassari e il bacino del Coghinas. Il cono presenta una forma asimmetrica, simile al Monte Pubulena, con un pendio più dolce verso N e una brusca rottura subito sotto la cima a S. Due dicchi, emergenti nel versante meridionale, sono di basalto, rappresentato da una tristanite ipocristallina, leggermente alterata, con fenocristalli di clinopirosseno, orneblenda ed olivina parzialmente trasformata in iddinxite. La matrice è costituita da plagioclasio, clinopirosseno e minerali opachi. La differenza tra le composizioni petrografiche della colata sommitale e dei dicchi indica che l’edificio vulcanico si è formato in due distinte e successive fasi. La datazione radiometrica conferma che i dicchi hanno 1,85 M. a. (milioni di anni) e la colata 0,6 (BECCALUVA et al., 1981). Uno dei dicchi sporge a guisa di cresta che scende lungo la linea di massima pendenza, mediamente in direzione NS, simile ad un muro qua e là sbrecciato (chiamato muru ‘e ferru, per il suo colore rugginoso), dove si susseguono tor allineati e tratti di muro compatto. Di altezza variabile, la cresta emerge dalle rocce incassanti più tenere per effetto dell’erosione selettiva. L’erosione differenziale ha agito in maniera diversa sui depositi sabbioso - arenacei miocenici, con il risultato che il dicco risalta di oltre 7 m, con uno spessore di circa 1,2 m. Ai piedi del versante il muro si interrompe a causa della dislocazione verso S, con un rigetto di almeno 100 m. Il paesaggio agrario è caratterizzato da pascoli arborati da grandi sughere, ricchi di sorgenti e percorsi da mandrie e greggi. Il marghine forma un’area naturalmente ben difendibile, orlata di nuraghi, alcuni dei quali ben conservati. M. Ruju è raggiungibile da S, lasciando la “Carlo Felice” al km 193,5 e imboccando la strada, in costruzione, Sìligo- Ardara, la quale permette di osservare anche i coni di Sa Figu e Monte Mannu, posti a S. Il centro abitato più vicino è Sìligo, a 4,4 km.
Nearby cities:
Coordinate: 40°36'41"N 8°44'25"E
- Area presso il presunto Vulcano sottomarino Quirino 210 km
- Massiccio del Monte Epomeo 434 km
- Campi Flegrei 448 km
- Somma - Vesuvio 476 km
- Vulcano sottomarino Marsili 502 km
- Monte sottomarino Palinuro 531 km
- Sito di Interesse Comunitario (SIC) Monte Vulture 579 km
- Isola di Vulcano 585 km
- Isola di Stromboli 587 km
- Parco dell'Etna 606 km
- Ex consorzio di bonifica di Pauli 1.4 km
- Ex consorzio di bonifica di Campu Lazzari 1.4 km
- Siligo 2.1 km
- Banari 6.7 km
- Ploaghe 7.1 km
- Codrongianos 7.2 km
- Florinas 7.4 km
- Ardara 8.3 km
- Mores 11 km
- SARDEGNA 64 km