Chiesa Del Gesu' (Comune di Genova)
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Chiesa, 16th century construction (en)
Chiesa del Gesù e dei Santi Ambrogio e Andrea
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Chiesa del Gesù e dei Santi Ambrogio e Andrea
Paese Italia
Regione Liguria
Località Genova
Religione Cattolica
Diocesi Arcidiocesi di Genova
La Chiesa del Gesù di Genova (o, più precisamente, Chiesa dei Santi Ambrogio e Andrea) è situata nel centro della città, in piazza Matteotti, adiacente a piazza De Ferrari.
È la medesima piazza su cui si affacciano il Palazzo Ducale e il palazzo della Curia Arcivescovile genovese.
Indice [nascondi]
1 Storia
2 Le opere d'arte
2.1 Volte, cupola e altare maggiore
2.2 Le navate e la cantoria
2.2.1 Navata destra
2.2.2 Navata sinistra
2.2.3 Cantoria
3 Servizi religiosi
4 Bibliografia
5 Voci correlate
6 Altri progetti
7 Collegamenti esterni
Storia [modifica]
Il nucleo della primitiva chiesa di Sant'Ambrogio risale alla fuga del clero milanese a seguito delle persecuzioni longobarde, il vescovo di Milano.
Il vescovo Onorato Castiglioni nel 569 si trasferì a Genova (diocesi sottomessa) stabilendosi nel quartiere dei pollaioli vicino alla cattedrale di San Lorenzo.
La cattività genovese durò fino alla metà del VII secolo quando Giovanni Bono riportò la sua cattedra nella città meneghina. La presenza dei milanesi in città necessitò di una chiesa che fu costruita nel loro quartiere e intitolata a sant'Ambrogio.
L'edificio passò poi nelle mani dei Gesuiti, giunti a Genova nel 1552, che la ristrutturarono fino alla forma attuale che risale al 1589 su probabile progetto di Giuseppe Valeriano e arricchendola di pregevoli capolavori.
La facciata venne completata rifatta nella seconda metà del XIX secolo, dopo la demolizione della cortina di Palazzo Ducale (dalla quale un archivolto metteva in comunicazione diretta il palazzo del doge con la chiesa del Gesù, passaggio che realizzato nel XVI secolo entrava direttamente nella facciata non finita), prendendo per essa a modello i disegni di Pieter Paul Rubens. Completata nel 1894, in essa vennero inserite le due statue di Michele Ramognino, di sant'Ambrogio e sant'Andrea.
Le opere d'arte [modifica]
Volte, cupola e altare maggiore [modifica]
Nella navata centrale e nella cupola sono presenti affreschi dei pittori Giovanni Carlone, autore nel 1624 di quelli sulle volte del presbiterio, del transetto e della navata, e Giovanni Battista Carlone; quest'ultimo è l'autore dell'affresco raffigurante gli Evangelisti nei peducci della cupola. Le quattro grandi statue sono invece opera dello scultore Francesco Biggi.
Sull'altare maggiore sono collocate diverse opere pittoriche quali la tela raffigurante la Circoncisione del pittore Pieter Paul Rubens databile al 1608, la Strage degli Innocenti di Giovanni Battista Merano e la Fuga in Egitto di Domenico Piola. I candelabri in bronzo sono di Annibale Busca e fra le colonne statue dei santi Pietro e Paolo di Giuseppe Carlone.
Le navate e la cantoria [modifica]
Navata destra [modifica]
Nella prima cappella della navata destra è presente un affresco - nella cupoletta - di Giuseppe Galeotti con decorazioni di Pietro Cavatorta e il dipinto raffigurante Sant'Ambrogio caccia l'Imperatore Teodosio I di Giovanni Andrea De Ferrari discepolo di Bernardo Strozzi; nelle nicchie statue di san Carlo Borromeo e di Sant'Ambrogio di Giovanni Domenico Casella detto Scorticone.
Nella seconda cappella nella cupoletta si trova un affresco di Lorenzo De Ferrari e la tela ritraente La Crocefissione, di Simone Vouet del 1622; nelle lunette dell'arco esterno, affreschi sempre del Carlone; nelle nicchie l'Ecce Homo e il cristo Redentore, statue della scuola del Carlone. Sotto l'altare è presente un presepio scolpito da Tommaso Orsolino.
Nel grande arco della terza cappella vi sono affreschi del pittore Lorenzo De Ferrari e la tela di Guido Reni raffigurante L'Assunzione; nelle nicchie David e Saul di Carlone 1677.
Navata sinistra [modifica]
Nella quarta cappella è presente il dipinto raffigurante il Martirio di sant'Andrea di Teramo Piaggio e Antonio Semino del 1532, mentre nella terza cappella vi è l'affresco di Giovanni Battista Carlone e l'opera Sant'Ignazio guarisce un'ossessa del pittore Pieter Paul Rubens.
Nella seconda cappella il Martirio di san Giovanni Battista, affresco di Bernardo Castello, il Battesimo di Cristo del pittore Domenico Passignano e le statue raffiguranti Elisabetta e Zaccaria di Taddeo Carlone. Nella prima cappella sono inoltre presenti affreschi di Lorenzo De Ferrari e san Francesco Borgia di P. Pozzi.
Nella Cappella Doria, alle pareti, affreschi del 1619 di Giovanni Carlone: Storie dei Santi Stefano e Lorenzo; Annunciazione, Sogno di San Giuseppe, Visitazione; nella Cappella dell'Immacolata, arcone, altri affreschi coevi con la Natività, Annunzio a San Gioacchino, Natività di Gesù. Nella Cappella Raggio, arcone, suoi affreschi del 1624: Ecce Homo, Deposizione nel sepolcro, Resurrezione.
Cantoria [modifica]
sculture dei fratelli Santacroce; organo di Jacopo Hermann
altre opere di:
Domenico Fiasella
Valerio Castello (affreschi nella cappella di testa a sinistra)
Recenti scoperte hanno individuato nel tamburo della cupola centrale la seguente scritta in latino:"Non nobis Domine, non nobis sed Nomini Tuo da gloriam". La traduzione è la seguente:"Non a noi Signore, non a noi ma al Tuo Nome dai la gloria". Sul tamburo la scritta è divisa in quattro targhe disposte equamente lungo lo stesso; ogni spazio contiene questa parte della frase:"Non nobis Domine"\"Non nobis"\"sed Nomini Tuo"\"Da gloriam". Ricordiamo che l'insieme va letto in senso orario. La vera importanza che questa scritta ricopre è però la seguente: essa è il motto dei Templari. Il fatto strano è che in una chiesa di stampo barocco come quella del Gesù compaia il motto di un'organizzazione sciolta nel XIV secolo. È vero anche che la chiesa, come si può leggere nella trattazione storica, ha le radici nel VI secolo ma, essendo stata ricostruita dai Gesuiti nel XVI, è certamente qualcosa di inaspettato. La scoperta è ancora più sorprendente se si considerano i tre seguenti fattori: in primis che l'edifcio è stato completamente ampliato e ridisegnato sotto volere dell'ordine clericale prima citato; in seconda battuta il fatto che la frase si trovi nell'esatto centro della chiesa, nella cupola maggiore e, infine, perché il tutto è stato inciso con lettere dorate che conferiscono maggior risalto alla frase ma, soprattutto, la permeano di stile barocco che, palesemente, con i Templari, ha poco a che vedere. Per concludere ricordiamo che la stranezza non risiede nel fatto che la scritta intersechi l'esistenza dei "Cavalieri del Tempio" poiché, la Commenda di Prè a Genova, ne era un'importante base. Il cavillo sta nell'inaspettata presenza della frase in un organo posteriore cronologicamente e artisticamente.[senza fonte]
Servizi religiosi [modifica]
Nella residenza annessa sono ospitati attualmente i membri anziani della congregazione gesuita, che offrono un servizio continuo per la celebrazione della Riconciliazione. Vi si officiano Sante Messe in tutte le ore della mattinata e nel tardo pomeriggio.
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Chiesa del Gesù e dei Santi Ambrogio e Andrea
Paese Italia
Regione Liguria
Località Genova
Religione Cattolica
Diocesi Arcidiocesi di Genova
La Chiesa del Gesù di Genova (o, più precisamente, Chiesa dei Santi Ambrogio e Andrea) è situata nel centro della città, in piazza Matteotti, adiacente a piazza De Ferrari.
È la medesima piazza su cui si affacciano il Palazzo Ducale e il palazzo della Curia Arcivescovile genovese.
Indice [nascondi]
1 Storia
2 Le opere d'arte
2.1 Volte, cupola e altare maggiore
2.2 Le navate e la cantoria
2.2.1 Navata destra
2.2.2 Navata sinistra
2.2.3 Cantoria
3 Servizi religiosi
4 Bibliografia
5 Voci correlate
6 Altri progetti
7 Collegamenti esterni
Storia [modifica]
Il nucleo della primitiva chiesa di Sant'Ambrogio risale alla fuga del clero milanese a seguito delle persecuzioni longobarde, il vescovo di Milano.
Il vescovo Onorato Castiglioni nel 569 si trasferì a Genova (diocesi sottomessa) stabilendosi nel quartiere dei pollaioli vicino alla cattedrale di San Lorenzo.
La cattività genovese durò fino alla metà del VII secolo quando Giovanni Bono riportò la sua cattedra nella città meneghina. La presenza dei milanesi in città necessitò di una chiesa che fu costruita nel loro quartiere e intitolata a sant'Ambrogio.
L'edificio passò poi nelle mani dei Gesuiti, giunti a Genova nel 1552, che la ristrutturarono fino alla forma attuale che risale al 1589 su probabile progetto di Giuseppe Valeriano e arricchendola di pregevoli capolavori.
La facciata venne completata rifatta nella seconda metà del XIX secolo, dopo la demolizione della cortina di Palazzo Ducale (dalla quale un archivolto metteva in comunicazione diretta il palazzo del doge con la chiesa del Gesù, passaggio che realizzato nel XVI secolo entrava direttamente nella facciata non finita), prendendo per essa a modello i disegni di Pieter Paul Rubens. Completata nel 1894, in essa vennero inserite le due statue di Michele Ramognino, di sant'Ambrogio e sant'Andrea.
Le opere d'arte [modifica]
Volte, cupola e altare maggiore [modifica]
Nella navata centrale e nella cupola sono presenti affreschi dei pittori Giovanni Carlone, autore nel 1624 di quelli sulle volte del presbiterio, del transetto e della navata, e Giovanni Battista Carlone; quest'ultimo è l'autore dell'affresco raffigurante gli Evangelisti nei peducci della cupola. Le quattro grandi statue sono invece opera dello scultore Francesco Biggi.
Sull'altare maggiore sono collocate diverse opere pittoriche quali la tela raffigurante la Circoncisione del pittore Pieter Paul Rubens databile al 1608, la Strage degli Innocenti di Giovanni Battista Merano e la Fuga in Egitto di Domenico Piola. I candelabri in bronzo sono di Annibale Busca e fra le colonne statue dei santi Pietro e Paolo di Giuseppe Carlone.
Le navate e la cantoria [modifica]
Navata destra [modifica]
Nella prima cappella della navata destra è presente un affresco - nella cupoletta - di Giuseppe Galeotti con decorazioni di Pietro Cavatorta e il dipinto raffigurante Sant'Ambrogio caccia l'Imperatore Teodosio I di Giovanni Andrea De Ferrari discepolo di Bernardo Strozzi; nelle nicchie statue di san Carlo Borromeo e di Sant'Ambrogio di Giovanni Domenico Casella detto Scorticone.
Nella seconda cappella nella cupoletta si trova un affresco di Lorenzo De Ferrari e la tela ritraente La Crocefissione, di Simone Vouet del 1622; nelle lunette dell'arco esterno, affreschi sempre del Carlone; nelle nicchie l'Ecce Homo e il cristo Redentore, statue della scuola del Carlone. Sotto l'altare è presente un presepio scolpito da Tommaso Orsolino.
Nel grande arco della terza cappella vi sono affreschi del pittore Lorenzo De Ferrari e la tela di Guido Reni raffigurante L'Assunzione; nelle nicchie David e Saul di Carlone 1677.
Navata sinistra [modifica]
Nella quarta cappella è presente il dipinto raffigurante il Martirio di sant'Andrea di Teramo Piaggio e Antonio Semino del 1532, mentre nella terza cappella vi è l'affresco di Giovanni Battista Carlone e l'opera Sant'Ignazio guarisce un'ossessa del pittore Pieter Paul Rubens.
Nella seconda cappella il Martirio di san Giovanni Battista, affresco di Bernardo Castello, il Battesimo di Cristo del pittore Domenico Passignano e le statue raffiguranti Elisabetta e Zaccaria di Taddeo Carlone. Nella prima cappella sono inoltre presenti affreschi di Lorenzo De Ferrari e san Francesco Borgia di P. Pozzi.
Nella Cappella Doria, alle pareti, affreschi del 1619 di Giovanni Carlone: Storie dei Santi Stefano e Lorenzo; Annunciazione, Sogno di San Giuseppe, Visitazione; nella Cappella dell'Immacolata, arcone, altri affreschi coevi con la Natività, Annunzio a San Gioacchino, Natività di Gesù. Nella Cappella Raggio, arcone, suoi affreschi del 1624: Ecce Homo, Deposizione nel sepolcro, Resurrezione.
Cantoria [modifica]
sculture dei fratelli Santacroce; organo di Jacopo Hermann
altre opere di:
Domenico Fiasella
Valerio Castello (affreschi nella cappella di testa a sinistra)
Recenti scoperte hanno individuato nel tamburo della cupola centrale la seguente scritta in latino:"Non nobis Domine, non nobis sed Nomini Tuo da gloriam". La traduzione è la seguente:"Non a noi Signore, non a noi ma al Tuo Nome dai la gloria". Sul tamburo la scritta è divisa in quattro targhe disposte equamente lungo lo stesso; ogni spazio contiene questa parte della frase:"Non nobis Domine"\"Non nobis"\"sed Nomini Tuo"\"Da gloriam". Ricordiamo che l'insieme va letto in senso orario. La vera importanza che questa scritta ricopre è però la seguente: essa è il motto dei Templari. Il fatto strano è che in una chiesa di stampo barocco come quella del Gesù compaia il motto di un'organizzazione sciolta nel XIV secolo. È vero anche che la chiesa, come si può leggere nella trattazione storica, ha le radici nel VI secolo ma, essendo stata ricostruita dai Gesuiti nel XVI, è certamente qualcosa di inaspettato. La scoperta è ancora più sorprendente se si considerano i tre seguenti fattori: in primis che l'edifcio è stato completamente ampliato e ridisegnato sotto volere dell'ordine clericale prima citato; in seconda battuta il fatto che la frase si trovi nell'esatto centro della chiesa, nella cupola maggiore e, infine, perché il tutto è stato inciso con lettere dorate che conferiscono maggior risalto alla frase ma, soprattutto, la permeano di stile barocco che, palesemente, con i Templari, ha poco a che vedere. Per concludere ricordiamo che la stranezza non risiede nel fatto che la scritta intersechi l'esistenza dei "Cavalieri del Tempio" poiché, la Commenda di Prè a Genova, ne era un'importante base. Il cavillo sta nell'inaspettata presenza della frase in un organo posteriore cronologicamente e artisticamente.[senza fonte]
Servizi religiosi [modifica]
Nella residenza annessa sono ospitati attualmente i membri anziani della congregazione gesuita, che offrono un servizio continuo per la celebrazione della Riconciliazione. Vi si officiano Sante Messe in tutte le ore della mattinata e nel tardo pomeriggio.
Articolo Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_del_Gesù_e_dei_Santi_Ambrogio_e_Andrea
Nearby cities:
Coordinate: 44°24'24"N 8°55'59"E
- Basilica S. Maria Assunta di Carignano 0.5 km
- Chiesa di N. S. della Consolazione 0.6 km
- Santuario S. Francesco da Paola 2.1 km
- Santuario della Madonna del Monte 2.5 km
- Abbazia di San Nicolà del Boschetto 4.9 km
- Chiesa di Santa Croce e Maria Ausiliatrice 5 km
- Santuario N. S. della Guardia di Genova 11 km
- Nostra Signora della Vittoria 15 km
- Santuario dei martiri del Turchino 19 km
- santuario del Bambino Gesù di Praga 20 km
- Centro Storico di Genova 0.5 km
- Marina Porto Antico 0.7 km
- Ente Bacini Molo Giano 0.8 km
- Municipio I - Centro Est 1.3 km
- Diga foranea 2.4 km
- Porto di Genova 4.7 km
- Comune di Genova 6.1 km
- Municipio IV - Media Val Bisagno 7.1 km
- Liguria 24 km
- Golfo di Genova 28 km