Pieve di San Leolino
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Chiesa
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Il ricordo più antico della chiesa risale all’anno 982 quando, nelle pergamene della badia di Passignano, si parla di una pieve di San Leolino a Flacciano.
Le sue origini sono però probabilmente ancora più antiche come lasciano intuire due lastre di pietra arenaria decorate con motivi ornamentali tipici dell’VIII-IX secolo, conservate in chiesa e collocate davanti all’altar maggiore e nel muro a fianco della porta di sacrestia lungo la navata destra.
Nel corso dell’XII secolo la chiesa fu ricostruita in forme romaniche ed assunse l’appellativo di San Leolino a Panzano, derivatole dal vicino castello che aveva assunto sempre più importanza.
Più tardi, nel 1508, papa Giulio II, assecondando le richieste dello spedalingo dell’ospedale fiorentino di Santa Maria Nuova, Leonardo Buonafede, unì i beni delle chiese di San Leolino e San Pietro in Pesa a quelli che l’ospedale aveva in quel territorio e così la pieve divenne anche una grande e operosa fattoria fino al 1787.
Durante questo periodo la chiesa fu ammodernata in base a criteri rinascimentali, con la facciata caratterizzata dall’elegante e agile portale in pietra serena, l’elegante e armonioso porticato, la scarsella che sostituisce l’abside circolare romanica; nei secoli XVII e XVIII fu aggiunto il campanile a vela e all’interno due altari lungo le navate minori e decorazioni di vario tipo.
Se le forme rinascimentali con le quali la chiesa ci appare dall’esterno sono il frutto della plurisecolare dipendenza dall’ospedale fiorentino, il cui stemma, una semplice stampella, campeggia in molte parti della chiesa, all’interno essa conserva gli originali caratteri romanici, grazie anche ad un restauro degli anni Quaranta.
L’interno, a tre navate separate tra loro da sei arcate poggianti su pilastri a sezione rettangolare, si impone per la sua assoluta semplicità e per la regolarità della pietra alberese disposta a filaretto. Partendo dalla navata destra incontriamo il fonte battesimale in pietra serena, scolpito a forma di coppa, risalente al XVI secolo così come l’affresco che lo sovrasta rappresentante il Battesimo di Cristo e riconducibile a Raffaellino del Garbo. Proseguendo lungo la navata troviamo un interessante Trittico attribuito al Maestro di Panzano.
Al termine della navata destra, sopra l’altare nell’absidiola, è conservata una piccola tavola con la Madonna col Bambino in trono fra due angeli, probabilmente originaria della chiesa. Questa tavola è stata recentemente avvicinata alla personalità dello Pseudo Ambrogio di Baldese e datata intorno al terzo decennio del XV secolo.
Ai lati dell’altar maggiore sono invece due bellissimi tabernacoli in terracotta invetriata: attribuiti a Giovanni della Robbia e datati intorno al 1515, entrambi recano in basso lo stemma dell’ospedale di Santa Maria Nuova.
Sull’altare maggiore, contornato da un bel coro ligneo del XVII secolo, disposto all’interno della scarsella, è un bel Trittico di Mariotto di Nardo.
Procedendo ora dal presbiterio verso l’ingresso, lungo la navatella di sinistra, troviamo un affresco, collocato in precedenza sulla lunetta esterna del portale, che rappresenta la Madonna col Bambino ed è riferibile a Raffaellino del Garbo. Segue un busto settecentesco in terracotta policroma raffigurante Sant’Eufrosino in abiti vescovili, proveniente anch’esso dall’omonimo oratorio.
A metà della navata, da dove si accede alla stanza della compagnia del Santissimo Sacramento, troviamo l’opera forse più preziosa della chiesa, la Madonna col Bambino e santi di Meliore di Jacopo.
Fonte:
Verdi Terre di Toscana
www.verditerre.org/verde/6/2grevepanzanopieve.html
Le sue origini sono però probabilmente ancora più antiche come lasciano intuire due lastre di pietra arenaria decorate con motivi ornamentali tipici dell’VIII-IX secolo, conservate in chiesa e collocate davanti all’altar maggiore e nel muro a fianco della porta di sacrestia lungo la navata destra.
Nel corso dell’XII secolo la chiesa fu ricostruita in forme romaniche ed assunse l’appellativo di San Leolino a Panzano, derivatole dal vicino castello che aveva assunto sempre più importanza.
Più tardi, nel 1508, papa Giulio II, assecondando le richieste dello spedalingo dell’ospedale fiorentino di Santa Maria Nuova, Leonardo Buonafede, unì i beni delle chiese di San Leolino e San Pietro in Pesa a quelli che l’ospedale aveva in quel territorio e così la pieve divenne anche una grande e operosa fattoria fino al 1787.
Durante questo periodo la chiesa fu ammodernata in base a criteri rinascimentali, con la facciata caratterizzata dall’elegante e agile portale in pietra serena, l’elegante e armonioso porticato, la scarsella che sostituisce l’abside circolare romanica; nei secoli XVII e XVIII fu aggiunto il campanile a vela e all’interno due altari lungo le navate minori e decorazioni di vario tipo.
Se le forme rinascimentali con le quali la chiesa ci appare dall’esterno sono il frutto della plurisecolare dipendenza dall’ospedale fiorentino, il cui stemma, una semplice stampella, campeggia in molte parti della chiesa, all’interno essa conserva gli originali caratteri romanici, grazie anche ad un restauro degli anni Quaranta.
L’interno, a tre navate separate tra loro da sei arcate poggianti su pilastri a sezione rettangolare, si impone per la sua assoluta semplicità e per la regolarità della pietra alberese disposta a filaretto. Partendo dalla navata destra incontriamo il fonte battesimale in pietra serena, scolpito a forma di coppa, risalente al XVI secolo così come l’affresco che lo sovrasta rappresentante il Battesimo di Cristo e riconducibile a Raffaellino del Garbo. Proseguendo lungo la navata troviamo un interessante Trittico attribuito al Maestro di Panzano.
Al termine della navata destra, sopra l’altare nell’absidiola, è conservata una piccola tavola con la Madonna col Bambino in trono fra due angeli, probabilmente originaria della chiesa. Questa tavola è stata recentemente avvicinata alla personalità dello Pseudo Ambrogio di Baldese e datata intorno al terzo decennio del XV secolo.
Ai lati dell’altar maggiore sono invece due bellissimi tabernacoli in terracotta invetriata: attribuiti a Giovanni della Robbia e datati intorno al 1515, entrambi recano in basso lo stemma dell’ospedale di Santa Maria Nuova.
Sull’altare maggiore, contornato da un bel coro ligneo del XVII secolo, disposto all’interno della scarsella, è un bel Trittico di Mariotto di Nardo.
Procedendo ora dal presbiterio verso l’ingresso, lungo la navatella di sinistra, troviamo un affresco, collocato in precedenza sulla lunetta esterna del portale, che rappresenta la Madonna col Bambino ed è riferibile a Raffaellino del Garbo. Segue un busto settecentesco in terracotta policroma raffigurante Sant’Eufrosino in abiti vescovili, proveniente anch’esso dall’omonimo oratorio.
A metà della navata, da dove si accede alla stanza della compagnia del Santissimo Sacramento, troviamo l’opera forse più preziosa della chiesa, la Madonna col Bambino e santi di Meliore di Jacopo.
Fonte:
Verdi Terre di Toscana
www.verditerre.org/verde/6/2grevepanzanopieve.html
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