Palagio e torre di Quarate
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torre, castello
Il complesso di Quarate si presenta come una struttura residenziale affiancata da una torre cimata sul lato nord-occidentale, da un’altra torre isolata a poche decine di metri, caratteristica per la presenza di un albero di ulivo cresciuto sulla sua sommità.
A poca distanza si trova poi una piccola cappella dedicata a San Michele Arcangelo che fu parrocchia fino al Quattrocento, periodo al quale è databile l’attuale edificio, sia per la tipologia del paramento murario che per la definizione delle porte architravate in arenaria.
Tutti questi elementi fanno, evidentemente, pensare a Quarate come ad un insediamento fortificato, anche se la documentazione, che ricorda questa località fin dal 1098, non vi si riferisce mai con il termine di castello (castrum).
Resta il fatto che oggi la presenza della torre separata dal corpo di fabbrica principale non è di facile interpretazione anche se doveva preesistere al palazzo. Le sue ridotte dimensioni, il paramento murario, costituito da pietre di arenaria molto regolari e parallele e infine la presenza di una porta la cui chiave di volta è purtroppo crollata, lascerebbero datare la costruzione tra il XII e il XIII secolo.
Le condizioni in cui si trova la torre sono preoccupanti e la fanno diminuire ogni anno di altezza, mentre una serie di crepe lungo tutte e quattro le facciate minaccia la stabilità dell’intero edificio, che necessiterebbe di immediati lavori di restauro.
Nel 1346, il complesso faceva ancora parte dei beni rimasti indivisi tra tutti i Quaratesi, famiglia originaria di questo luogo, dal quale trasse appunto il cognome e veniva descritto come un giardino ed una torre «comune con tuti i consorti [con] una casa a’ piede de la detta tore» cui era appoggiata una cortina di mura, almeno su un lato confinante con un fossato. Era senza dubbio quella dimora fortificata che, nel 1427, venne descritta come «uno palagio fatto a fortezza chon torre alta».
Il palazzo propriamente detto sembra essere stato una struttura residenziale di un certo prestigio nata intorno ad una corte, secondo un modello frequente nelle campagne fiorentine: luogo di origine e poi dimora “in villa” dei Quaratesi che ne furono proprietari fino al 1534.
Il paramento murario che caratterizza il complesso è costituito da pietre calcaree piuttosto regolari e parallele, alternate da conci in arenaria con la quale si definiscono soprattutto gli elementi architettonici come il portale di accesso a sesto ribassato tipicamente duecentesco e alcune aperture tamponate sul lato occidentale.
La porta di accesso alla corte, restaurata di recente, ha restituito una pergamena, con questo ricordo: «Questa porta fàcione fare madonna Oretta et madonna Camilla, figliole di Andrea Quaratesi, l’anno 1523 del mese di septembre, quando fuggirono la morìa di Quarata. Lavoròlla mastro Battista legnaiolo a Monte et è la porta d’olmo». Come accadeva da tempo, anche in quell’occasione, la ricca famiglia cittadina aveva cercato scampo da un’epidemia di peste, rinchiudendosi all’interno della propria residenza di campagna, poiché proprio nelle città si temeva la maggior diffusione del contagio. La torre cimata che fa parte del complesso e la parte inferiore delle mura della corte non presentano nel paramento nessuna cesura costruttiva, tanto da lasciar supporre che esse furono edificate contemporaneamente.
Sempre sul lato occidentale, la parte dell’edificio sovrastante il portale duecentesco presenta una muratura più caotica e un ampio impiego di laterizio che suggerisce una ristrutturazione di Età moderna.
Molte delle aperture presenti sulla torre e sul lato occidentale sono frutto di interventi tardo-medievali e anche i barbacani collocati agli angoli del palazzo rispondono ad esigenze militari di Età rinascimentale. Anche sul lato sud, si aprono alcune finestre sormontate da archi a sesto ribassato in laterizio decisamente più tarde del portale duecentesco.
Fonte:
Verdi Terre di Toscana
www.verditerre.org/verde/6/3ripoliquarate.html
A poca distanza si trova poi una piccola cappella dedicata a San Michele Arcangelo che fu parrocchia fino al Quattrocento, periodo al quale è databile l’attuale edificio, sia per la tipologia del paramento murario che per la definizione delle porte architravate in arenaria.
Tutti questi elementi fanno, evidentemente, pensare a Quarate come ad un insediamento fortificato, anche se la documentazione, che ricorda questa località fin dal 1098, non vi si riferisce mai con il termine di castello (castrum).
Resta il fatto che oggi la presenza della torre separata dal corpo di fabbrica principale non è di facile interpretazione anche se doveva preesistere al palazzo. Le sue ridotte dimensioni, il paramento murario, costituito da pietre di arenaria molto regolari e parallele e infine la presenza di una porta la cui chiave di volta è purtroppo crollata, lascerebbero datare la costruzione tra il XII e il XIII secolo.
Le condizioni in cui si trova la torre sono preoccupanti e la fanno diminuire ogni anno di altezza, mentre una serie di crepe lungo tutte e quattro le facciate minaccia la stabilità dell’intero edificio, che necessiterebbe di immediati lavori di restauro.
Nel 1346, il complesso faceva ancora parte dei beni rimasti indivisi tra tutti i Quaratesi, famiglia originaria di questo luogo, dal quale trasse appunto il cognome e veniva descritto come un giardino ed una torre «comune con tuti i consorti [con] una casa a’ piede de la detta tore» cui era appoggiata una cortina di mura, almeno su un lato confinante con un fossato. Era senza dubbio quella dimora fortificata che, nel 1427, venne descritta come «uno palagio fatto a fortezza chon torre alta».
Il palazzo propriamente detto sembra essere stato una struttura residenziale di un certo prestigio nata intorno ad una corte, secondo un modello frequente nelle campagne fiorentine: luogo di origine e poi dimora “in villa” dei Quaratesi che ne furono proprietari fino al 1534.
Il paramento murario che caratterizza il complesso è costituito da pietre calcaree piuttosto regolari e parallele, alternate da conci in arenaria con la quale si definiscono soprattutto gli elementi architettonici come il portale di accesso a sesto ribassato tipicamente duecentesco e alcune aperture tamponate sul lato occidentale.
La porta di accesso alla corte, restaurata di recente, ha restituito una pergamena, con questo ricordo: «Questa porta fàcione fare madonna Oretta et madonna Camilla, figliole di Andrea Quaratesi, l’anno 1523 del mese di septembre, quando fuggirono la morìa di Quarata. Lavoròlla mastro Battista legnaiolo a Monte et è la porta d’olmo». Come accadeva da tempo, anche in quell’occasione, la ricca famiglia cittadina aveva cercato scampo da un’epidemia di peste, rinchiudendosi all’interno della propria residenza di campagna, poiché proprio nelle città si temeva la maggior diffusione del contagio. La torre cimata che fa parte del complesso e la parte inferiore delle mura della corte non presentano nel paramento nessuna cesura costruttiva, tanto da lasciar supporre che esse furono edificate contemporaneamente.
Sempre sul lato occidentale, la parte dell’edificio sovrastante il portale duecentesco presenta una muratura più caotica e un ampio impiego di laterizio che suggerisce una ristrutturazione di Età moderna.
Molte delle aperture presenti sulla torre e sul lato occidentale sono frutto di interventi tardo-medievali e anche i barbacani collocati agli angoli del palazzo rispondono ad esigenze militari di Età rinascimentale. Anche sul lato sud, si aprono alcune finestre sormontate da archi a sesto ribassato in laterizio decisamente più tarde del portale duecentesco.
Fonte:
Verdi Terre di Toscana
www.verditerre.org/verde/6/3ripoliquarate.html
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