Sito del teatro romano (Comune di Firenze)
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teatro, strato storico
Firenze è per tutti la città del Rinascimento, ma esiste una Firenze scomparsa, dimenticata, invisibile, celata sotto le strade e le case della città attuale, che cercheremo di evocare in questa “passeggiata” a ritroso nel tempo, come in questo caso sotto Palazzo Vecchio, testimone-contenitore della stupenda storia fiorentina.
Il Teatro romano di Firenze, edificato al limite sud-orientale dell’antica cerchia muraria, fu trasformato in fortilizio durante il periodo della dominazione bizantina e, sotto la dominazione Longobarda, fu utilizzato persino come torre di guardia. Ma già prima di questi interventi, nel corso del VI-VII secolo, ripetute inondazioni dell’Arno ricoprirono di fango le parti superstiti del teatro almeno fino al livello della prima precinzione. Infatti, negli scavi del 1875, sotto la cavea fu localizzato un terreno omogeneo, compatto argilloso deposto dalle acque. Dobbiamo la conferma storica dell'esistenza di questo Monumento a Coluccio Salutati, il quale, essendo stato eletto nel 1375 segretario della Repubblica Fiorentina, riuscì attraverso indagini nei sotterranei di Palazzo Vecchio a capire che lì si trovava un tempo il Teatro Romano di Florentia.
Ma la rivelazione del Salutati fu meramente accademica, perché soltanto nel 1875 (come si è detto sopra), in occasione degli sterri condotti dall’Ing. Desiderio Fraschetti per l’apertura del fognone sottostante l’attuale Via dei Gondi, si scoprirono fra la generale meraviglia dieci muri radiali con relative volte componenti le sottostrutture ed una sezione delle “burelle” (1).
Questi elementi permisero di tracciare una situazione planimetrica globale abbastanza fedele del “Perilasium minor” (2) Il tipo del teatro fiorentino corrispondeva a quello classico dell’età imperiale, i cui canoni costruttivi ci sono stati tramandati da Vitruvio (3).
Le parti principali del teatro erano la cavea, l’orchestra (4) e la scena; la cavea era verticalmente divisa in cunei da scalette, ed orizzontalmente in settori da corridoi; al centro dell’orchestra si trovava l’altare di Dionisio. La scena di fondo era di diverso tipo ma per lo più consisteva in un edificio rettangolare con due vani quadrati sporgenti e diverse aperture e suddivisioni interne, di solito con un piano superiore.
Il luogo dove gli attori recitavano, presentavano l’azione, era il proscenium e la scena.
Il diametro del teatro fiorentino era di circa 100 metri, quello dell’orchestra di 35 e così anche la fronte della scena, ciò gli permetteva una capienza di 2500 spettatori. L’orientamento dell’edificio elaborato dall’ultimo muro radiale più vicino a Piazza S.Firenze, risulta esattamente a levante; il semicerchio dell’orchestra si trovava sotto Palazzo Vecchio mentre la scena in Via dei Leoni.
E’ opportuno notare che mentre il teatro di Fiesole (più antico perché dell’età repubblicana) ha la cavea quasi tutta ricavata direttamente nel terreno, mediante il taglio della roccia, quello di Firenze presentava l’intera cavea costruita in muratura sul suolo originario e per questo la sua altezza dal piano dell’orchestra, è stata calcolata di quasi 20 metri.
L’esame schematico della tecnica costruttiva ci orienta verso l’età imperiale, infatti, sia per i reperti archeologici ritrovati che per il desiderio di offrire al popolo spettacoli scenici, dobbiamo all’imperatore Claudio il restauro completo del teatro di Fiesole, nonché la costruzione “ex novo” di quello di Firenze. Anche l’erudito fiorentino Mario Lopes Pegna ci conferma questa datazione:
“Ci è infine d’ausilio un frammento statuario, rappresentato da una bella testa di adolescente rinvenuta sotto via dei Leoni e sicuramente appartenente ad una statua marmorea…. E’ quindi verosimile che l’ingresso principale del teatro fosse decorato coi simulacri marmorei di tutti i componenti della gens Claudia, appunto in deferente segno di grato omaggio al capo della famiglia e dello Stato, l’imperatore Claudio, al quale i fiorentini dovevano altresì la costruzione dell’acquedotto.” (5) Infatti, la testa suddetta è l’immagine del principe Britannico, figlio di Claudio, morto nell’anno 55 d.C. (6) Proviene dal teatro fiorentino anche una testa in bronzo che doveva appartenere ad una statua dell’Imperatore Filippo l’Arabo, posta in memoria della solenne celebrazione del millenario di Roma. (7) Ma cosa succedeva nel teatro romano?
Nel teatro romano venivano rappresentati i Giochi Drammatici (ludi scenici). I primi attori erano etruschi e si chiamavano Histriones, nome che mantennero anche presso i romani.
C’erano tre sorte di giochi drammatici, cioè: la Commedia, che era una rappresentazione della vita comune (quotidianae vitae spectaculum) dove i vizi e le pazzie venivano messe in derisione e l’azione aveva quasi sempre un lieto fine; la Tragedia: era questa una rappresentazione eroica di azioni gravi e terribili con fine infelice; gli attori per conseguire una figura da eroe portavano le scarpe con la suola alta ossia i coturni.
Le Pantomime invece avevano una azione scenica muta, caratterizzata da una successione di gesti e di atteggiamenti, e anche di una danza più o meno sfrenata a carattere farsesco.
Gli attori erano retribuiti e ricevevano talvolta oltre alla paga una corona d’oro (corollarium) a titolo di particolare ricompensa. Siccome nei teatri gli attori sulla scena potevano essere troppo distanti dall’occhio degli spettatori sulle gradinate più alte, non potendo rivelare i tratti del loro viso, vennero in uso le grandi maschere facciali di terracotta, le quali rappresentavano i tratti caratteristici dei vari personaggi. Le maschere erano concepite internamente a forma di tromba parlante all’altezza della bocca, per rinforzare il suono.
Il teatro romano di Firenze è rimasto in uso fino a tutto il V secolo d.C. poi, nel secolo successivo cominciò l’abbandono con le guerre goto-bizantine. L’area divenne oggetto di continui saccheggi e asportazioni dei materiali decorativi e pietrame per essere utilizzati in nuove costruzioni. Poi, dopo il periodo longobardo tutta l’area diventò una discarica di materiali più vari mantenendo così la pendenza del terreno, come si vede ancora oggi dalla leggera discesa delle due strade ai lati di Palazzo Vecchio. Intorno al mille vi furono edificate sopra le prime case torri di famiglie fiorentine.
Gli scavi archeologici in corso sotto Palazzo Vecchio ci stanno rivelando un trascorso storico di Firenze veramente interessante. Sono venute alla luce i resti delle case dell’inizio del duecento delle famiglie Foraboschi e dei Manieri, con la Via Bellanda che tagliava trasversalmente il terreno occupato adesso dal palazzo del Comune: La Via Bellanda verso la metà del XIII secolo venne chiusa come strada pubblica diventando un vicolo cieco o una corte; questo è confermato dal livello stradale e le soglie delle case che vengono rialzate e dalla presenza di canalizzazioni e di un pozzo nero: di solito i maleodoranti smaltitoi stavano nei cortili in proprio e non in una via pubblica.
In un settore degli scavi, a circa 5 metri di profondità dal piano di calpestio, è stato ritrovato un muro dell’orchestra: il livello più basso del teatro.
Negli scavi si vedono anche i resti dei muri radiali di sostegno delle gradinate con le sottostanti burelle - utilizzate in epoca lontana come carceri -, dove, in alcuni casi, hanno subito degli abbassamenti dell’estradosso delle volte che dava fastidio quando vi furono alzati sopra gli edifici medievali.
Enio Luigi Pecchioni
1) Dal latino BURIUS = buio: corridoio sotterraneo.2) Teatro piccolo; dal greco PERIELASIS, l’atto di spingere i carri intorno (cerchio) e da qui parlagio o parlascio, nome dato a molte località circolari nel centro delle città medievali.
2) VITRUVIUS POLLIO (Vitruvio Pollione), I secolo a.C., scrittore, ingegnere, architetto romano; scrisse “De Architettura”
3) Nel teatro romano lo spazio lastricato semicircolare (o circolare) – tra la cavea e la scena – in cui erano collocati i sedili dei personaggi ufficiali (senatori, dignitari, notabili in generale). Spesso (come nei teatri greci) al centro dell’orchestra si trovava l’ara o un altare di Dionisio, per il suo ciclo di vita, morte e rinascita e le componenti drammatiche (nel teatro come nella vita reale) dell’esistenza umana.
4) Lopes Pegna Mario, Firenze dalle Origini al Medioevo, Firenze 1974. pagg. 105-114
5) in latino TIBERIUS CLAUDIUS CAESAR AUGUSTUS GERMANICUS, imperatore dal 41 al 54 d.C.
6) dal teatro romano di Fiesole ci è pervenuta la testa marmorea di una statua dell’imperatore Claudio in veste sacerdotale.
7) Minto Antonio, Nuovo ritratto in bronzo di Filippo l’Arabo, in “Rivista d’Arte” 1954, pagg. 5-16; Marco Giulio Filippo nacque a Damasco nella provincia di Siria e fu imperatore dal 244 al 249 d.C.
Fonte:
www.mediaframe.it/txt_teatro-romano-firenze.htm
Il Teatro romano di Firenze, edificato al limite sud-orientale dell’antica cerchia muraria, fu trasformato in fortilizio durante il periodo della dominazione bizantina e, sotto la dominazione Longobarda, fu utilizzato persino come torre di guardia. Ma già prima di questi interventi, nel corso del VI-VII secolo, ripetute inondazioni dell’Arno ricoprirono di fango le parti superstiti del teatro almeno fino al livello della prima precinzione. Infatti, negli scavi del 1875, sotto la cavea fu localizzato un terreno omogeneo, compatto argilloso deposto dalle acque. Dobbiamo la conferma storica dell'esistenza di questo Monumento a Coluccio Salutati, il quale, essendo stato eletto nel 1375 segretario della Repubblica Fiorentina, riuscì attraverso indagini nei sotterranei di Palazzo Vecchio a capire che lì si trovava un tempo il Teatro Romano di Florentia.
Ma la rivelazione del Salutati fu meramente accademica, perché soltanto nel 1875 (come si è detto sopra), in occasione degli sterri condotti dall’Ing. Desiderio Fraschetti per l’apertura del fognone sottostante l’attuale Via dei Gondi, si scoprirono fra la generale meraviglia dieci muri radiali con relative volte componenti le sottostrutture ed una sezione delle “burelle” (1).
Questi elementi permisero di tracciare una situazione planimetrica globale abbastanza fedele del “Perilasium minor” (2) Il tipo del teatro fiorentino corrispondeva a quello classico dell’età imperiale, i cui canoni costruttivi ci sono stati tramandati da Vitruvio (3).
Le parti principali del teatro erano la cavea, l’orchestra (4) e la scena; la cavea era verticalmente divisa in cunei da scalette, ed orizzontalmente in settori da corridoi; al centro dell’orchestra si trovava l’altare di Dionisio. La scena di fondo era di diverso tipo ma per lo più consisteva in un edificio rettangolare con due vani quadrati sporgenti e diverse aperture e suddivisioni interne, di solito con un piano superiore.
Il luogo dove gli attori recitavano, presentavano l’azione, era il proscenium e la scena.
Il diametro del teatro fiorentino era di circa 100 metri, quello dell’orchestra di 35 e così anche la fronte della scena, ciò gli permetteva una capienza di 2500 spettatori. L’orientamento dell’edificio elaborato dall’ultimo muro radiale più vicino a Piazza S.Firenze, risulta esattamente a levante; il semicerchio dell’orchestra si trovava sotto Palazzo Vecchio mentre la scena in Via dei Leoni.
E’ opportuno notare che mentre il teatro di Fiesole (più antico perché dell’età repubblicana) ha la cavea quasi tutta ricavata direttamente nel terreno, mediante il taglio della roccia, quello di Firenze presentava l’intera cavea costruita in muratura sul suolo originario e per questo la sua altezza dal piano dell’orchestra, è stata calcolata di quasi 20 metri.
L’esame schematico della tecnica costruttiva ci orienta verso l’età imperiale, infatti, sia per i reperti archeologici ritrovati che per il desiderio di offrire al popolo spettacoli scenici, dobbiamo all’imperatore Claudio il restauro completo del teatro di Fiesole, nonché la costruzione “ex novo” di quello di Firenze. Anche l’erudito fiorentino Mario Lopes Pegna ci conferma questa datazione:
“Ci è infine d’ausilio un frammento statuario, rappresentato da una bella testa di adolescente rinvenuta sotto via dei Leoni e sicuramente appartenente ad una statua marmorea…. E’ quindi verosimile che l’ingresso principale del teatro fosse decorato coi simulacri marmorei di tutti i componenti della gens Claudia, appunto in deferente segno di grato omaggio al capo della famiglia e dello Stato, l’imperatore Claudio, al quale i fiorentini dovevano altresì la costruzione dell’acquedotto.” (5) Infatti, la testa suddetta è l’immagine del principe Britannico, figlio di Claudio, morto nell’anno 55 d.C. (6) Proviene dal teatro fiorentino anche una testa in bronzo che doveva appartenere ad una statua dell’Imperatore Filippo l’Arabo, posta in memoria della solenne celebrazione del millenario di Roma. (7) Ma cosa succedeva nel teatro romano?
Nel teatro romano venivano rappresentati i Giochi Drammatici (ludi scenici). I primi attori erano etruschi e si chiamavano Histriones, nome che mantennero anche presso i romani.
C’erano tre sorte di giochi drammatici, cioè: la Commedia, che era una rappresentazione della vita comune (quotidianae vitae spectaculum) dove i vizi e le pazzie venivano messe in derisione e l’azione aveva quasi sempre un lieto fine; la Tragedia: era questa una rappresentazione eroica di azioni gravi e terribili con fine infelice; gli attori per conseguire una figura da eroe portavano le scarpe con la suola alta ossia i coturni.
Le Pantomime invece avevano una azione scenica muta, caratterizzata da una successione di gesti e di atteggiamenti, e anche di una danza più o meno sfrenata a carattere farsesco.
Gli attori erano retribuiti e ricevevano talvolta oltre alla paga una corona d’oro (corollarium) a titolo di particolare ricompensa. Siccome nei teatri gli attori sulla scena potevano essere troppo distanti dall’occhio degli spettatori sulle gradinate più alte, non potendo rivelare i tratti del loro viso, vennero in uso le grandi maschere facciali di terracotta, le quali rappresentavano i tratti caratteristici dei vari personaggi. Le maschere erano concepite internamente a forma di tromba parlante all’altezza della bocca, per rinforzare il suono.
Il teatro romano di Firenze è rimasto in uso fino a tutto il V secolo d.C. poi, nel secolo successivo cominciò l’abbandono con le guerre goto-bizantine. L’area divenne oggetto di continui saccheggi e asportazioni dei materiali decorativi e pietrame per essere utilizzati in nuove costruzioni. Poi, dopo il periodo longobardo tutta l’area diventò una discarica di materiali più vari mantenendo così la pendenza del terreno, come si vede ancora oggi dalla leggera discesa delle due strade ai lati di Palazzo Vecchio. Intorno al mille vi furono edificate sopra le prime case torri di famiglie fiorentine.
Gli scavi archeologici in corso sotto Palazzo Vecchio ci stanno rivelando un trascorso storico di Firenze veramente interessante. Sono venute alla luce i resti delle case dell’inizio del duecento delle famiglie Foraboschi e dei Manieri, con la Via Bellanda che tagliava trasversalmente il terreno occupato adesso dal palazzo del Comune: La Via Bellanda verso la metà del XIII secolo venne chiusa come strada pubblica diventando un vicolo cieco o una corte; questo è confermato dal livello stradale e le soglie delle case che vengono rialzate e dalla presenza di canalizzazioni e di un pozzo nero: di solito i maleodoranti smaltitoi stavano nei cortili in proprio e non in una via pubblica.
In un settore degli scavi, a circa 5 metri di profondità dal piano di calpestio, è stato ritrovato un muro dell’orchestra: il livello più basso del teatro.
Negli scavi si vedono anche i resti dei muri radiali di sostegno delle gradinate con le sottostanti burelle - utilizzate in epoca lontana come carceri -, dove, in alcuni casi, hanno subito degli abbassamenti dell’estradosso delle volte che dava fastidio quando vi furono alzati sopra gli edifici medievali.
Enio Luigi Pecchioni
1) Dal latino BURIUS = buio: corridoio sotterraneo.2) Teatro piccolo; dal greco PERIELASIS, l’atto di spingere i carri intorno (cerchio) e da qui parlagio o parlascio, nome dato a molte località circolari nel centro delle città medievali.
2) VITRUVIUS POLLIO (Vitruvio Pollione), I secolo a.C., scrittore, ingegnere, architetto romano; scrisse “De Architettura”
3) Nel teatro romano lo spazio lastricato semicircolare (o circolare) – tra la cavea e la scena – in cui erano collocati i sedili dei personaggi ufficiali (senatori, dignitari, notabili in generale). Spesso (come nei teatri greci) al centro dell’orchestra si trovava l’ara o un altare di Dionisio, per il suo ciclo di vita, morte e rinascita e le componenti drammatiche (nel teatro come nella vita reale) dell’esistenza umana.
4) Lopes Pegna Mario, Firenze dalle Origini al Medioevo, Firenze 1974. pagg. 105-114
5) in latino TIBERIUS CLAUDIUS CAESAR AUGUSTUS GERMANICUS, imperatore dal 41 al 54 d.C.
6) dal teatro romano di Fiesole ci è pervenuta la testa marmorea di una statua dell’imperatore Claudio in veste sacerdotale.
7) Minto Antonio, Nuovo ritratto in bronzo di Filippo l’Arabo, in “Rivista d’Arte” 1954, pagg. 5-16; Marco Giulio Filippo nacque a Damasco nella provincia di Siria e fu imperatore dal 244 al 249 d.C.
Fonte:
www.mediaframe.it/txt_teatro-romano-firenze.htm
Articolo Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Teatro_romano_di_Firenze
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