Palazzo Michelozzi, o Bartolozzi (Comune di Firenze)

Italy / Toscana / Florence / Comune di Firenze / Via Maggio, 11

Il palazzo venne eretto nella seconda metà del Cinquecento su preesistenti case dei Corbinelli (presumibilmente già unificate nel corso del Quattrocento e inglobate nella nuova costruzione), quasi sicuramente su commissione del senatore Giovanni Battista Michelozzi, noto peraltro come committente del prestigioso ciborio marmoreo della vicina chiesa di Santo Spirito, opera di Giovanni Battista Caccini. Vista la consuetudine del committente con quest’ultimo, segnalatosi anche come valente architetto, la letteratura tende a ricondurre anche l’attuale palazzo ad un suo disegno, o comunque a immaginarlo coinvolto nelle vicende progettuali, per quanto nel tempo siano stati avanzati anche i nomi di di Santi di Tito, di Baccio d’Agnolo (così Walther Limburger, segnatamente per il cortile) e di suo figlio Domenico (Bucci). Attorno alla metà del Settecento la proprietà passò a un ramo collaterale del casato, quello dei Michelozzo Boni Giacomini, fino a che, con l’estinzione della famiglia nell’Ottocento, passò ai Ticci, ai Donati e quindi ai Bartolozzi, che ancora oggi la detengono. Il fronte, organizzato su tre piani per sei assi, presenta il piano terreno segnato da un portone ad arco, ai fianchi del quale si allineano, due a sinistra, tre a destra, imponenti finestre inginocchiate. Queste ultime sono da considerare frutto di un intervento del tardo Cinquecento se non proprio del Seicento (ma su questo non concorda Mario Bucci che le considera coeve al fronte e le segnala come “uno degli esempi più arcaici di questo tipo di sistemazione del piano terra”), mentre i piani superiori registrano ancora un gusto quattro cinquecentesco, con le finestre ad arco allineate sul ricorso di pietra, incorniciate da bugne e ben stagliate sulla parete intonacata. Sul portone è lo stemma della famiglia Michelozzi, nell’androne una targa con una testa scolpita in memoria del pittore Pedro Americo, artista ufficiale del governo brasiliano che qui morì nel 1905. L’androne, voltato a botte, è inoltre impreziosito da un elegante ed elaborato cancello moderno, segnato dalla B dei Bartolozzi. Oltre a questo spazio si accede al cortile, con i lati d’ingresso e di testa coperti da un loggiato, i laterali segnati da arcate cieche. Particolarmente elegante il prospetto sul cortile del corpo di fabbrica che guarda alla strada, con due finestre ad arco al primo piano e, in alto, una altana, arretrata rispetto al filo della facciata principale e sorretta da colonne e trabeazione in pietra serena. Nel cortile sono due statue e due urne scolpite nel marmo. Da qui parte anche lo scalone in pietra per i piani superiori, piuttosto ripido e di reminiscenza medioevale. Ginori Lisci segnala come “a sinistra dell’androne una vasta sala terrena a volta con lunette laterali mostri degli elaborati peducci di pregevole fattura e di carattere quattrocentesco: spesso sono ornati da motivi araldici dei Corbinelli e ciò dimostra che l’ambiente appartiene a una costruzione preesistente e risale ai tempi di quella storica casata d’Oltrarno”. Così Walther Limburger: “Si dice che fu fondato nel 1406 dai Michelozzi ma sia il cortile sia la facciata rivelano un’epoca posteriore”. Aggiunge Mazzino Fossi che nel 1903 il palazzo fu rialzato di un piano su via Sguazza, che nel 1925 furono riaperte le finestre del secondo piano su via Maggio ripristinando gli antichi archi esistenti sotto l’intonaco, e che nel 1929 fu ingrandita la porta sempre su via Sguazza. L’edificio (con la denominazione di palazzo Amerighi, presumibilmente da leggere come Americo) appare nell’elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale.

Fonte:
Repertorio delle Architetture Civili di Firenze
a cura di Claudio Paolini
sito web:
www.palazzospinelli.org/architetture/
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Coordinate:   43°46'1"N   11°14'57"E
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