Istituto Ortopedico Toscano "Piero Palagi" (Comune di Firenze)

Italy / Toscana / Bagno a Ripoli / Comune di Firenze / Viale Michelangelo, 41
 Carica una foto

Agli esordi degli anni sessanta l'architetto Cardini viene incaricato dall'azienda ospedaliera di Firenze di procedere al restauro dell'ospedale ortopedico Palagi, e di alcuni edifici inseriti nell'area, e di progettare un nuovo edificio, attiguo e comunicante con il preesistente, contenente gli uffici e gli ambulatori, tre unità di reparto e una sala operatoria. Un primo progetto, riguardante il nuovo Iot e la ristrutturazione della ex casa colonica, viene elaborato già a partire dal 1962 e ripropone alcuni temi progettuali presenti nella tesi di laurea di Raspollini, pubblicata nel 1950. A partire dal 1965 si succederanno numerose varianti e aggiornamenti, necessari per adeguare le complesse esigenze della committenza con le proposte dei progettisti. Nuove piante e sezioni dei vari piani sono proposte il 10.6.1969, in parte superate dal progetto del nuovo nucleo, aggiornato nel settembre 1971. Ulteriori modifiche sono apportate con il progetto di ristrutturazione dell'ottobre 1978 e con la variante del gennaio 1980. I lavori, avviati poco dopo e eseguiti dalle imprese Cooperativa di produzione e lavoro di Bologna, Baldassini e Sogima di Firenze, sono conclusi nel 1985: il nuovo Iot è inaugurato nel 1986. I lunghi tempi del cantiere sono prevalentemente dovuti all'irregolare stanziamento di fondi da parte della committenza.
Il giudizio critico più rilevante sull'opera è quello di Koenig (1987) che non esita a definire lo IOT la "seconda opera fiorentina dopo la stazione". La qualità maggiore dell'edificio risiede, secondo il critico, nell'aver privilegiato le qualità spaziali e funzionali a quelle formali, scelta che determina una evidente modernità dell'opera, ancora oggi valida. Secondo Paola Puma molto più semplicemente è da rilevare l'attenzione posta dai progettisti al dimensionamento dell'intero organismo architettonico, con l'intento di sperimentare un nuovo modello ospedaliero.
Il complesso è situato in un'area pedecollinare di notevole valore paesaggistico, caratterizzata da complessi monumentali quali la basilica di San Miniato e il forte di Belvedere e dal sistema di ville extraurbane che punteggiano la cintura collinare a sud della città murata. L'edificio è posto all'estremità sud orientale di un vasto lotto verde - in parte terrazzato e coltivato ad ulivi - dal perimetro quadrangolare, delimitato a ovest dall'andamento sinuoso di viale Michelangelo, percorso panoramico che conduce all'omonimo piazzale: da qui si snoda la viabilità di servizio che, articolandosi per l'intero lotto, serve i diversi immobili e padiglioni. I lati settentrionale, orientale e meridionale sono delimitati da aree verdi (colture ad olivi o giardini di pertinenza delle residenze) mentre per un tratto il confine occidentale è costituito dai retri delle abitazioni su via Tacca. All'interno dell'area sono presenti, oltre al volume del nuovo ospedale, altri edifici, ristrutturati da Cardini e Raspollini congiuntamente alla nuova edificazione: il vecchio istituto ortopedico, ora magazzino farmaceutico e sede uffici amministrativi, la villa, sede delle direzione, e la ex casa colonica, attuale residenza del custode.
Il nuovo Iot presenta un impianto e una volumetria estremamente articolati e è caratterizzato dall'adattamento dei singoli volumi all'orografia del sito e dalla sperimentazione di una nuova tipologia ospedaliera, data dall'abbinamento di una spina dorsale destinata a collegamenti e sosta e di una serie di corpi, attestati su tale asse, destinati ai reparti e alle sale operatorie.
L'impianto è dunque costituito da un volume a sviluppo longitudinale, contenente le scale e gli ascensori e articolato perpendicolarmente alle curve di livello, che si aggancia verso occidente al preesistente edificio del vecchio ospedale e che genera, a sud est e ortogonalmente all'asse longitudinale, i 6 corpi dei reparti, disposti in modo tale da godere al meglio dei benefici dell'orientamento. Tale distribuzione, funzionale e organica al contempo, genera una sorta di griglia le cui linee trasversali sono costituite al centro dalle quattro stecche dei reparti e alle estremità, rispettivamente est e ovest, dai due corpi degli uffici, accettazione e ambulatori, e delle sale operatorie, caratterizzati da una maggiore ampiezza rispetto ai precedenti. Le linee longitudinali sono invece costituite alle estremità dai due collegamenti (rispettivamente a nord per il pubblico e a sud di servizio) e al centro da nuclei in cui sono situati i servizi che fungono da scansione degli spazi tra i singoli reparti, così da costituire su ciascun livello tre piccoli giardinetti sui quali affacciano le camere delle degenze. Tale articolazione è chiaramente leggibile in facciata. Il fronte a valle è tripartito, nella soluzione formale come nella destinazione: al centro è situata la "testa" dell'asse longitudinale dei collegamenti, costituita da un muro cieco in cemento faccia vista con un taglio centrale verticale sormontato da lucernario verticale; a sinistra il fronte degli uffici, su due piani fuori terra, è scandito orizzontalmente tramite un primo livello - arretrato rispetto al sovrastante, costituito da una cortina in cemento in cui si inseriscono modularmente delle porte - e un secondo, dato da una serie continua di finestre con brise-soleil sovrastata da una teoria di luci, arretrate e a filo con il piano terra; il corpo di destra (gli uffici) è dato da un unico piano interamente vetrato e su piloti al quale si accede dal lato occidentale. Il fronte occidentale è costituito da un corpo vetrato e presenta un profilo inclinato che segue naturalmente l'andamento del terreno: tale cortina vetrata, nella quale risalta il disegno del telaio metallico, è caratterizzata dalla presenza della spina dorsale in cemento armato, elemento strutturale situato al centro del collegamento ed adibito ad accogliere le scale e l'ascensore a cremagliera. A valle di questo fronte è situata la pensilina che segnala l'accesso per i pedoni, mentre poco più in alto è situato il sottopasso di accesso ai garage. Il dislivello del terreno è accompagnato su questo lato da un serie di scale e percorsi in cotto, che permettono l'accesso diretto ai singoli livelli. Per quanto concerne i fronti dei singoli padiglioni, su uno o due livelli a seconda che affaccino a valle o a monte, questi presentano tutti la cortina in cemento faccia vista e la medesima soluzione formale: un piano terra arretrato scandito da finestre a nastro e un piano superiore da finestre continue con brise-soleil. I nuclei di raccordo a un piano sono caratterizzati, come i piani terra, dalla muratura in cemento faccia vista e dalle finestre a nastro.
Relativamente all'interno, dalla pensilina sul lato settentrionale si accede direttamente all'atrio, ampio e luminoso vano articolato su più livelli raccordati tramite scale e dominato dalla presenza della struttura in cemento armato dell'ascensore (massicci pilastri che sostengono il piano inclinato dei binari) e dall'infilata prospettica della scalinata che da questo livello conduce a quello più alto delle sale operatorie. Su questo asse si articolano gli accessi ai singoli reparti, concepiti a tutti e 4 i livelli come un ampio vano a pianta quadrata, illuminato sia dal fronte settentrionale che dalla parete vetrata che affaccia sui giardinetti dei padiglioni. A conclusione di tale sistema, e in posizione dominante rispetto all'intero ospedale, si trova la sala operatoria, alla quale si accede tramite gli ingressi di servizio (rispettivamente dal vecchio nucleo dell'ospedale e dall'esterno) o tramite l'ascensore. Per quanto concerne l'articolazione del piano tipo dei padiglioni, questo presenta una pianta rettangolare data da due corpi paralleli divisi al centro da una serie di tre giardinetti e raccordati da due nuclei, a un solo piano, nei quali sono situate le cucine di servizio al reparto e alcuni servizi; il corpo verso valle è costituito in successione dal corridoio longitudinale, finestrato verso i giardinetti, dalla teoria dei servizi delle camere (rispettivamente divisi in doccia e wc ai due lati della porta) e da una serie di 14 camere (con 3 o 6 posti letti), con ampie e luminose finestre verso valle. Il corpo a monte è costituito invece da due corridoi articolati, attorno ai quali si dispongono tre unità di servizi: guardaroba e servizi, medicheria, vani per il personale.
Il complesso ospedaliero è oggi utilizzato come sede di ambulatori ortopedici. La dismissione della Usl 10d e il conseguente spostamento delle attività operatorie e di pronto soccorso alla sede centrale di Careggi, rendono oggi i reparti sottoutilizzati. Nel prossimo futuro è prevista la trasformazione di questa struttura in centro di riabilitazione fisico motoria.

Fonte:
web.rete.toscana.it/cultura/architettura?command=showDe...

Sito Web ASL:www.asf.toscana.it/index.php?option=com_content&view=ar...
Sito Web Regione Toscana: web.rete.toscana.it/cultura/architettura?command=showDe...

Chiesa dei Santi Antonio e Margherita:
E' la cappella dell'Istituto Ortopedico Toscano, dedicata a Sant'Antonio da Padova ed a Santa Margherita martire. La parrocchia all'interno dell'ospedale venne costituita nel 1986, tuttavia la chiesa aveva già preso a funzionare nel 1923 ed era stata inaugurata nel 1924. All'inizio il servizio religioso veniva svolto nella cappella della seicentesca Villa Margherita dai Padri Francescani di San Salvatore al Monte alle Croci. Nel 1973 è stata inaugurata una nuova cappella, costruita a partire dal 1967 dagli architetti Domenico Cardini e Rodolfo Raspollini, evidenziando la congiunzione fra la vecchia e la nuova struttura. All'interno, "Crocifisso" in terracotta di Alberto Farina (1978) e "Deposizione" di Silvio Pucci.

Fonte: I Luoghi della Fede - Regione Toscana
Sito Web: web.rete.toscana.it/Fede/ricerca.jsp?lingua=italiano
Nearby cities:
Coordinate:   43°45'20"N   11°16'19"E
This article was last modified 14 anni fa