Ponte alla Carraia (Comune di Firenze)

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Alle origini era qui un ponte di legno costruito tra il 1218 e il 1220 (il secondo della città dopo il Ponte Vecchio e quindi inizialmente detto Nuovo), ricondotto sulla base della testimonianza di Giorgio Vasari a un progetto dell’architetto Lapo, cioè Jacopo Tedesco (compagno di Arnolfo di Cambio), funzionale a dirottare in questa zona il traffico pesante, principalmente costituito da carichi di balle di lane, da cui la denominazione di ponte alle Carra e poi alla Carraia, in riferimento ai molti carriaggi in continuo transito. Rovinato nella piena del 1269 fu ricostruito sempre in legno su probabile progetto di fra’ Sisto da Firenze e fra’ Ristoro da Campi, si vuole a spese dei padri Umiliati d’Ognissanti che sicuramente avevano già contribuito significativamente alle spese della primitiva edificazione. Nell’anno 1304 crollò per il peso di una grande folla accorsa per uno spettacolo sul fiume e fu riedificato in pietra. Ciò nonostante la grande alluvione del 1333 lo fece nuovamente rovinare. Il nuovo ponte, si dice dovuto a fra’ Giovanni da Campi (o a Giotto secondo la letteratura ottocentesca), resistette fino alla piena del 1557, quando andarono distrutte due arcate. Due anni dopo, su progetto di Bartolomeo Ammannati e commissione di Cosimo I, si riedificarono gli archi rovinati sulla base dell’antico disegno, comunque senza apportare sostanziali cambiamenti, visto il carattere utilitaristico dell’opera, come detto destinata al flusso delle merci. A partire dal 1828, come annota Federico Fantozzi nel 1843, “i fuochi d’artifizio che da tempo immemorabile s’incendiavano sulla torre di Palazzo Vecchio la vigilia della festa di S. Giovanni, si eseguiscono su questo ponte sopra una macchina immaginata dall’architetto del Rosso”. Nel 1867 fu allargato su progetto dell’architetto Luigi Del Sarto in modo da permettere un passaggio ancora più agevole per carri e carrozze, e questo tramite la costruzione di nuovi marciapiedi sporgenti dal ponte, sostenuti da mensole in ghisa e protetti da spallette nello stesso materiale. Come gli altri ponti fiorentini, ad eccezione del Ponte Vecchio, fu minato e distrutto la notte del 3 agosto 1944 dalle truppe tedesche in ritirata. Il bando emanato per la sua ricostruzione vide la vittoria di un gruppo di giovani architetti formato da Giuseppe Gori, Leonardo Ricci, Leonardo Savioli e dall’ingegnere Giuseppe Neumann. Tuttavia, dato che il cantiere interveniva su un danno di guerra e quindi prevedeva l’intervento statale, il concorso comunale venne annullato e approntato uno nuovo a livello nazionale. Questo fu vinto dalla ditta Bertolé di Torino col progetto dell’architetto veronese Ettore Fagiuoli. Iniziati i lavori nel 1948 il ponte fu inaugurato nel 1951, tra le critiche dei fiorentini che, in riferimento alla sua curvatura, lo battezzarono ‘ponte Gobbo’. In realtà la struttura non si discosta di molto dalla forma primitiva, a cinque arcate con luci decrescenti verso le testate e con pigne che segnano l’altezza del precedente ponte. I lampioni che sono disposti lungo le spallette riportano i dati della fonderia (Pignone) e la data 1952.

Progettisti:
Lapo (Jacopo Tedesco, d.), Arnolfo di Cambio, fra’ Sisto, fra’ Ristoro, Giovanni, Giotto di Bondone, Ammannati Bartolomeo, Del Rosso Giuseppe, Del Sarto Luigi, Gori Giuseppe, Ricci Leonardo, Savioli Leonardo, Neumann Giuseppe, Fagiuoli Ettore.

Fonte:
Repertorio delle Architetture Civili di Firenze
a cura di Claudio Paolini

www.palazzospinelli.org/architetture/
Nearby cities:
Coordinate:   43°46'12"N   11°14'50"E
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