Palazzo Cocchi-Serristori (Comune di Firenze)

Italy / Toscana / Florence / Comune di Firenze / Piazza di Santa Croce, 1

Databile nella configurazione attuale al 1485-1490, l’edificio sorge su preesistenti case trecentesche della famiglia Peruzzi. Acquistato dalla famiglia Cocchi (Cocco) nella seconda metà del Quattrocento (1463) è rimasto legato al casato (dal 1612 Cocchi Donati) fino all’anno della sua estinzione (1769), quindi è passato ai Pucci, ai Serristori, ai Caselli e agli Agostini Venerosi della Seta. Affittato fin dal 1893 al Comune di Firenze per ospitare la scuola elementare Niccolò Tommaseo, è stato dallo stesso acquistato nel 1913 e mantenuto come edificio scolastico fino al 1986, quando è diventato sede del Consiglio di Quartiere 1. I resti dell’edificio trecentesco sono riconoscibili nei pilastri bugnati del piano terreno (si noti la forma dei due conci al sommo del pilastro sulla fiancata verso via Torta, che indica la loro originaria funzione di imposta d’arco). Di impianto chiaramente classicista i piani superiori, frutto dell’intervento di ricostruzione e ampliamento voluto dai Cocchi alla fine del Quattrocento (ma a lungo ritenuto riconducibile agli anni sessanta), segnati da eleganti lesene che incorniciano archi e, superiormente, finestre quadre. In questo contrapporre il solido bugnato del terreno con le superfici limpide e dilatate dei piani superiori, il palazzo presenta caratteristiche decisamente inusuali per gli spazi urbani fiorentini: scartata una tradizionale attribuzione a Baccio d’Agnolo (anche in ragione delle date di edificazione) e un’ipotesi volta a individuare il progettista in Simone del Pollaiolo detto il Cronaca, la critica si è indirizzata verso Giuliano da Sangallo, sia per le analogie con altri suoi lavori, sia per la sua lunga attività a Roma, città nella quale è possibile rintracciare le matrici di tale linguaggio. Appare comunque evidente come il palazzo sia “nella sua stupenda e coraggiosa novità, una sorta di restauro, o comunque una nuova architettura che non ha disdegnato posare su basi antiche” (Bucci). A fronte delle attenzioni e della fortuna che oggi l’edificio gode, è interessante ricordare i severi giudizi propri dell’età neoclassica, ben espressi da Federico Fantozzi: “i pilastri sono troppo lunghi ed hanno i capitelli troppo alti e ornati in rapporto all’ordine e al loro diametro; le arcate sono basse, le cornici troppo delicate e senza carattere, e la riproduzione del medesimo ordine in tutti i piani è un errore maiuscolo che non v’è ragione che possa giustificarlo”. All’interno si segnala una cappellina realizzata nel 1717 con affreschi di Dionisio Predellini (a questi stessi anni dovrebbe risalire anche il balcone aperto sulla facciata a offrire una veduta privilegiata della piazza e delle sue feste), e il nuovo scalone neoclassico con interventi pittorici di Giuseppe Collignon, realizzato nell’ambito di una ristrutturazione degli interni attuata tra il 1790 e il 1795 su progetto dell’ingegner Gaetano Bercigli. Restauri e interventi funzionali sono datati ai tardi anni ottanta del Novecento, in relazione alla destinazione del palazzo a sede del Quartiere. Tornando all’esterno, nella resega del muro su via dell’Anguillara, si torna a segnalare “una vera reliquia della città medievale, cioè un cardine dell’antica porta cittadina, aperta nel secondo cerchio delle mura, e che forse portava il nome di Porta a San Simone” (Bargellini-Guarnieri). Il palazzo appare nell’elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale, ed è sottoposto a vincolo architettonico dal 1913.

Fonte:
Repertorio delle Architetture Civili di Firenze
a cura di Claudio Paolini
sito web:
www.palazzospinelli.org/architetture/

Sede del Consiglio di Quartiere 1.

Sito web comunale:ftp.comune.firenze.it/opencms/opencms/amm/il_comune/qua...
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Coordinate:   43°46'9"N   11°15'37"E

Commenti

  • Ho freguentato la 3°, 4°e 5° elementare in questa scuola, nel 1948,1949,1950. Mi ricordo tutte le corse che ò fatto con le mie compagne su e giù per lo scalone. La maestra si chiamava Bianchi, ormai sono un'anziana signora ma mi piacerebbe incontrarmi con qualc'una delle mie compagne. Se fosse possibile sarebbe un bel regalo, grazie. BiaggioMariaPia@hotmail.it
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