Casino Torrigiani al Campuccio (Comune di Firenze)

Italy / Toscana / Florence / Comune di Firenze / Via dei Serragli, 144/146
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E’ qui uno degli attuali accessi al giardino Torrigiani. I primi acquisti promossi dai Torrigiani in questa zona risalgono al 1531, incrementati tra il 1558 e il 1562 e seguiti dalla costruzione di una casino probabilmente poco dopo il 1571, successivamente alla demolizione delle fortificazioni che qui insistevano, volute da Cosimo I in occasione della guerra con Siena. Tale edificio, posto su via del Campuccio, presentava un’ampia loggia al piano terreno che guardava al giardino e agli orti, già noti nel Seicento per le loro coltivazioni. Nel 1716 Pier Antonio Micheli, con altri botanici, affittò parte del terreno per coltivarvi piante di recente introduzione, da studiare e acclimatare. L’interesse per tali rarità si intensificò ulteriormente grazie alla passione di Pietro Torrigiani, che entrò in possesso della proprietà nel 1798. Questi estese l’area fino alle mura ed ad altre zone limitrofe, fino a giungere nel 1817 a una superficie di dieci ettari. Tra gli acquisti risultano anche delle proprietà già dei del Rosso, comprendenti un casino seicentesco posto in prossimità della strada interna alle mura urbane, un giardino con boschetto e quattro uccelliere. Con l’obiettivo di dare un carattere unitario all’intero possedimento, il marchese Torrigiani fece trasformare l’antico casino dall’architetto Bernardo Fallani che lo dotò di un porticato al piano terreno, e incaricò Luigi de Cambray Digny della realizzazione del nuovo giardino. Benché il proseguo dei lavori sia stato diretto dallo stesso Pietro Torrigiani (coadiuvato da Vincenzo Palchetti per la vegetazione), è certo da considerare determinante l’apporto di Cambray Digny, anche per l’estesa simbologia di carattere massonico ed esoterico che sottende ai percorsi del giardino, di tale complessità da rendere necessaria la predisposizione di una guida per la visita, edita nel 1824. Nei lavori venne ugualmente coinvolto Gaetano Baccani, autore di quel torrino neogotico che caratterizza fortemente il giardino (evidente riferimento all’arme della famiglia) e di molti altri interventi lungo l’itinerario. L’architetto, tra l’altro, “diresse secondo un ben preciso disegno i lavori per la costruzione del sepolcreto, ritagliò nelle mura medicee i finti merli, diresse ancora i lavori per la costruzione del Gioco del Pallone e dell’Anfiteatro del Ginnasio, allestì il già esistente ippodromo con panchine e barriere per i cavalli, si occupò ancora della sistemazione della bilancia cinese, dell’uccelliera, del romitorio da realizzarsi sull’angolo di via delle Mura e di una specola sul bastione mediceo” (Maresca). Con tali interventi, oltre ad essere dopo quello di Boboli il più grande come estensione, il giardino divenne uno dei più belli della città e uno dei più importanti per le rarità botaniche, oggetto di continue visite di carattere scientifico e premiato, per le piante e i fiori in esso prodotti, in molte esposizioni nazionali e internazionali. Aperto al pubblico nel 1824 con accesso principale da via de’ Serragli (dove una statua di Osiride, dio legato all’agricoltura, sorregge delle tavole che indicano le norme da seguire per accedere agli spazi verdi) il giardino presentava, secondo la guida, oltre trenta punti d’interesse. Attualmente l’ingresso è collocato al n. 53 di via del Campuccio, che introduce a un ampio spazio segnato al centro da una grande aiuola con, al centro, il gruppo di Pio Fedi rappresentante Seneca col giovane Pietro Torrigiani. Da qui l’itinerario si snoda verso la grotta di Merlino, l’anfiteatro, il Gymnasium (oggi destinato ai giardinieri), il boschetto, il Romitorio, l’Ossario, il Torrino. Quest’ultimo è uno degli elementi più rappresentativi del progetto: eretto nel 1824, alto 22 metri (ma il fatto di trovarsi su una collinetta artificiale ne aumenta l’impatto visivo), allude con i suoi tre livelli ai tre gradi del processo di iniziazione al mondo massonico. Nella pratica era adibito a ‘specola’ astronomica e ospitava una biblioteca, una raccolta di strumenti astronomici e di armi, e sulla sommità una terrazza scoperta per l’osservazione del cielo. Oltre al giardino, la proprietà ospita attualmente un vivaio che ha ampliato le serre ottocentesche e che propone un’ampia varietà di piante da interno e per allestimenti.

Fonte:
Repertorio delle Architetture Civili di Firenze
a cura di Claudio Paolini

www.palazzospinelli.org/architetture/
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Coordinate:   43°45'47"N   11°14'34"E
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