Grotta della Sibilla

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L'interesse per la figura della Sibilla sopravvisse alla scomparsa del mondo antico, cosicché anche nel Medioevo si cercò di individuare, sulla scorta della poesia virgiliana, spesso letta attraverso il commento di Servio, la sede dell'oracolo sibillino. Il rilievo dato all'episodio della discesa agli inferi di Enea, avvenuta sotto la guida della profetessa, portò, però, a cercare l'antro sulla sponda del lago d'Averno, localizzandolo negli ambienti ancora oggi noti con il nome di Grotta della Sibilla. Tale identificazione restò canonica per tutto il Rinascimento, ripetuta, tra gli altri, dal Petrarca e dal Boccaccio, dagli antiquari locali e dai viaggiatori stranieri. Soltanto alcuni studiosi, come l'Alberti e il Capaccio, respinsero la localizzazione dello speco all'Averno sulla base di una lettura più attenta del testo virgiliano, riconoscendo nella cosiddetta Grotta della Sibilla un antico camminamento tra il Lucrino e l'Averno. Nonostante i crescenti dubbi degli eruditi, la visita all'antro dell'Averno rimase fin quasi al secolo scorso una delle tappe più suggestive del Grand Tour, mentre le rovine dell’Acropoli di Cuma, ormai da tempo interrate, giacevano in un secolare abbandono.
Fonte: www.comune.pozzuoli.na.it/resources/documents/Beni%20cu...
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Coordinate:  40°50'6"N 14°4'36"E
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