Il Museo Archeologico di Olympia

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Il Museo Archeologico di Olympia, uno dei musei più importanti della Grecia, illustra nelle sue sale la storia del santuario di Zeus, il santuario più celebre dell’antichità, che ospitava nel recinto sacro dell’Altis i giuochi panellenici delle Olimpiadi. L’esposizione permanente del museo contiene i numerosi reperti provenienti dagli scavi nella zona sacra dell’Altis dalla preistoria al periodo paleocristiano. Tra i numerosi e preziosi reperti vi sono: la ricchissima collezione delle sculture marmoree e bronzee, e le grandi terrecotte vascolari e statuarie, particolarmente degne di nota.

L’edificio del museo dispone di sale espositive, spazi ausiliari e magazzini. Il vestibolo d’ingresso e le dodici sale espositive contengono gli oggetti ritrovati nell’Altis. Gli spazi ausiliari (biglietteria, servizi igienici ecc...) sono situati nell’ala est del museo, in un edificio separato tra le sale espositive, la libreria e il negozio di souvenir. Infine, un’altra zona dell’ala est è impegnata dal magazzino per la conservazione delle terrecotte, dei bronzi, delle iscrizioni in pietra, dei mosaici e degli oggetti minori.

Il Museo Archeologico di Olimpia, ricade sotto la supervisione del Settimo Ephorate dell’età preistorica e delle Antichità Classiche, è stato riorganizzato nel 2004 per soddisfare i moderni standard museografici.

Il Museo Archeologico di Olimpia, conosciuto anche come New Museum, fu progettato e costruito dall’architetto Karantinos Patroklos tra il 1966 e il 1975. Il vecchio Museo di Olympia, un edificio neoclassico, edificato con i fondi concessi dal benefattore Andreas Syngros su una collina ad ovest della Altis nel 1885, era stato danneggiato dai numerosi terremoti, che avevano negli anni, colpito la zona. Inoltre, la ricchezza dei reperti ritrovati negli scavi eseguiti dall’Istituto Archeologico tedesco, nei primi anni del XX secolo, aveva reso necessaria la costruzione di un nuovo museo. Nikolaos Gialouris, Eforo alle Antichità, e S. Trianitis, il celebre scultore e Conservatore, e alcuni dei loro colleghi, organizzarono la mostra di quei ritrovamenti, considerata all’avanguardia per l’epoca. I reperti furono poi, progressivamente trasferiti dal Museo storico nel nuovo museo che fu inaugurato nel 1982 da Melina Merkouri, allora Ministro della Cultura. S. Trianitis intraprese anche il difficile compito del restauro della statua della Nike Paionios, che fu presentata al pubblico solo nel 1994.
Trent’anni più tardi, in occasione dei Giochi Olimpici di Atene del 2004, le esposizioni, in particolare i bronzi e le sculture romane, furono riorganizzate. Nel settembre 2003, i reperti furono allocati nelle gallerie espositive, le aree di servizio e i magazzini furono rinnovati e ampliati. La nuova esposizione, che segue più o meno la filosofia e i princìpi di quella precedente, fu inaugurata il 24 marzo 2004. La collezione preistorica, la raccolta dei bronzi, la raccolta delle grandi terrecotte, quella ellenistica e la collezione delle statue romane furono anch’esse nuovamente riorganizzate. Fu creata una nuova sala per il Laboratorio di Fidia, mentre quella di Hermes fu ampliata per consentire l’inserimento della protezione sismica ad alta tecnologia, dando alla statua anche lo spazio di “respiro” necessario per una migliore fruizione dell’opera. Infine, l’ultima galleria del museo, che ospitava l’esposizione storica dei giochi olimpici, è ora dedicata agli ultimi periodi del santuario. Gli uffici della vecchia Settima Ephorate dell’età preistorica e delle Antichità Classiche posti nell’ala est del museo furono trasformati in magazzini per la raccolta dei bronzi. Un nuovissimo sistema di illuminazione artificiale, è stato collocato in tutte le sale espositive insieme al nuovo sistema di condizionamento dell’aria. Infine, il negozio del museo è stato spostato in un nuovo edificio tra il museo e l’area verde circostante.

LA MOSTRA PERMANENTE
Attraverso i numerosi reperti della mostra permanente del Museo Archeologico di Olympia, il visitatore viene introdotto alla storia del grande santuario panellenico dalla prima età del Bronzo al sesto-settimo secolo d.C. La decorazione scultorea (metope e frontoni) del tempio di Zeus, il più importante esempio di stile severo dell’arte greca, la statua di Nike da Paionios e l’Hermes di Prassitele sono i pezzi più importanti e noti del museo, come la collezione dei bronzi, la più ricca del suo genere al mondo.
La mostra, recentemente ristrutturata, occupa 12 sale, nelle quali i reperti sono distribuiti in ordine cronologico. L’obiettivo dell’esposizione è quello di informare il visitatore in un modo semplice e scientifico aiutandolo nella comprensione della variegata galassia artistica ellenica, secondo i più recenti standard museografici, e fornendo un quadro completo dello sviluppo storico sia del santuario sia dell’arte greca antica, attraverso un’ampia selezione di reperti, oltre a pannelli informativi, mappe, disegni, fotografie e ricostruzioni dei modelli monumentali.

Il periodo preistorico di Olympia (Sala 1).
L’introduzione alla storia del santuario inizia nella prima sala, con i reperti del periodo preistorico. Questi includono ceramiche e utensili di pietra in gran parte del primo periodo Elladico II e III (2700-2000 a.C.) insieme a reperti provenienti dal tumulo del Pelopion, di cui viene mostrato il modello. Terracotta, oggetti in bronzo e pietra e gioielli provenienti dalle caratteristiche tombe a tholos, illustrano il periodo miceneo (1600-1100 a.C.).

Periodo geometrico arcaico (Sala 2)
Questa sezione presenta parte della vasta collezione di offerte votive in bronzo alla divinità, del periodo geometrico e arcaico, la più ricca collezione del suo genere al mondo. Statuette antropomorfe e di animali, iscrizioni incise, calderoni, treppiedi, molti altri tipi di imbarcazioni e di strumenti, grifoni e sfingi, tutti esempi di squisita lavorazione bronzea, illustrano la ricchezza e lo splendore di Olimpia, durante questo periodo. Altrettanto importanti sono le armi che venivano dedicate a Zeus: elmi, spade, scudi e corazze ornamentali. Sono esposti anche gli acroteri in terracotta dell’Heraion e la testa arcaica in pietra di Hera, prima introduzione del visitatore alla grande statuaria di epoche successive.

Tardo periodo arcaico e decorazione architettonica (Sala 3)
Questa sezione presenta ceramiche, gioielli in bronzo e vasi, e le importanti decorazioni scultoree di alcuni monumenti, come il frontone del Tesoro di Megara, il cornicione acrotoriale del Tesoro di Gela.

Periodo dello stile severo (Sala 4)
Numerosi esempi di grandi terrecotte, compreso l’importante gruppo di Zeus e di Ganymides, vengono presentati in questa sezione, insieme ad una testa di ariete e agli elmi di Milziade e Hieron.

La decorazione scultorea del tempio di Zeus (Sala 5)
La grande galleria centrale ospita le sculture frontonali in marmo e le metope del tempio di Zeus, l’esposizione più importante del museo, tutti esempi caratteristici dello stile severo.

La Nike di Paionios (Sala 6)
La Nike di Paionios, una delle più belle sculture del periodo classico, è presente in questa sezione dell’esposizione.

Fidia e la sua bottega (Sala 7)
Questa sezione è dedicata al grande scultore Fidia e alla realizzazione della sua famosa statua criselefantina di Zeus. Presenta stampi, utensili, ceramiche, la famosa coppa fidiaca e di altri oggetti della bottega.

L’Hermes di Prassitele (Sala 8)
Questa statua squisita di Prassitele, il più bell’esempio di statuaria del tardo IV secolo a.C., è inondata con luce naturale dai lucernari della galleria e poggia su una base fornita di protezione anti-sismica.

Periodo tardo-classico e ellenistico (Galleria 9)
Questa sezione presenta ceramiche, sculture ed elementi architettonici del periodo tardo classico ed ellenistico.

Scultura romana (Sale 10-11)
La sala accoglie la grande collezione della scultura romana. La statuaria presente nelle nicchie del Nympheion di Erode Attico viene visualizzata nella parete curva imitando l’impostazione originaria della fontana.

Gli ultimi anni del santuario (Sala 12)
Con quest’ultima sezione si conclude l’esposizione dei reperti archeologici del santuario. Essa contiene oggetti in terracotta, bronzo e ferro databili dal secondo fino al sesto decennio del VII secolo d.C., quando il sito fu abbandonato.

Fonte:
Olympia Vikatou, archeologo - (Libera traduzione dal Sito odysseus.culture.gr- Ministero Ellenico della Cultura)
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Coordinate:   37°38'36"N   21°37'46"E

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